Capitolo 14

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-Si sono lasciati.- Mi confermò Cheryl dall'altro capo del telefono. -Me l'ha detto Cal.- continuò.

-Calum? Quando te l'avrebbe detto?- Perché a lei, poi? Non mi preoccupai di nascondere la sorpresa nel mio tono di volce.

-Beh, da quando ho lasciato lo stronzo continuamo a sentirci sempre più frequentemente... Credo che mi piaccia, April! Ma non capisco le sue intenzioni e io... io non so cosa pensare!- Smisi di ascoltare ciò che diceva su Cal e mi concentrai sul pettegolezzo che Cheryl mi aveva appena fornito: Luke e Marcie si erano lasciati. L'avevo immaginato, quel giorno in bagno, ed ero sicura che lei avesse pianto. Ma perchè? Era stato lui a lasciarla? Aveva riconosciuto i suoi errori e le aveva detto di aver baciato un'altra ragazza? Aveva baciato altre, oltre che me, mentre stava con lei? O forse, semplicemente, non era più innamorato. E se l'avesse lasciato lei, invece? Tante ipotesi continuavano a frullarmi in mente e più pensavo, più mi rendevo conto che non volevo che Marcie sapesse la verità. Mi stava antipatica sì, ma mi dispiaceva comunque. E poi, occhio non vede, cuore non duole. 

-Per caso, Cal ti ha detto il motivo per cui si sono lasciati?- Chiesi a Cheryl. Misi il vivavoce al telefono e cominciai a passarmi lo smalto verde alle unghie. A Michael sarebbe piaciuto sicuramente, pensai.

-No..ma potresti chiederglielo tu, stasera.- Esitò nel dirmelo e io mi accigliai.

-Stasera? Di che parli?.- La mia amica sospirò.

-Giura che non ti arrabbi.- Chiese lei.

-Oddio, che cosa hai combinato?- La accusai, preparandomi al peggio. 

-Beh, potrei avere accettato un invito per tutte e due... da parte di Cal e Ashton.- Rimasi a bocca aperta.

-Cheryl! Non posso crederci! lo sai... Ashton... io non posso farlo!- Non sapevo che dirle, ma sorprendentemente non ero arrabbiata. Volevo farlo, volevo uscire con loro, ma avevo paura che dopo l'ultima volta con Ash, le cose sarebbero state diverse, stavo per rifiutare, ma la mia amica mi precedette.

-Solo come amici! Siamo solo quattro amici che escono a divertirsi, niente di piu.- Sbuffai.

-E va bene.- Tanto avrei dovuto affrontarlo, prima o poi. E avevamo già chiarito la situazione tra noi, più o meno. Quindi accettai, pregando di non pentirmene.

-Fantastico! Passiamo a prenderti alle 8!- Quando attaccò mi buttai sul letto, dimenticandomi dello smalto ancora fresco e macchiando così le lenzuola. Merda. Dopo essermi aggiustata lo smalto, cambiato le lenzuola e aver fatto la doccia, mi trovavo davanti all'armadio, spostando sul metallo che le teneva appese, le grucce, sfilando i vestiti che mi interessavano, mentre le note di "All of me" Di John Legend riempivano la stanza. Che potevo farci, sono sempre stata una romanticona. Alla fine optai per un paio di Jeans attillati e una magliettina bianca e nera, coperta da un giubbottino di pelle nero, e immancabilmente, le mie amate vans. Avevo appena finito di truccarmi quando dalle casse a cui era attaccato il mio Ipod partì "American Idiot" dei Green Day. Corsi sul mio letto e afferrai un cuscino e lo adagiai su di me come se fosse una chitarra, con una mano lo tenevo e spostavo le dita sulle corde immaginarie, con l'altra fingevo di muovere il plettro su e giu sulla mia chitarra improvvisata. Andavo con la testa a ritmo e cantavo, e ballavo. Quando però, per caso, posai lo sguardo sulla porta della mia stanza, mi fermai all'improvviso. Luke, appoggiato allo stipite, mi guardava con aria compiaciuta. Sentii il sangue affluirmi nelle vene e arrivare dritto al volto e in quel momento non ebbi il bisogno di guardarmi allo specchio per sapere di essere diventata rossa in faccia. Molto rossa. Non mi vergognai mai così tanto.

-Tua madre mi ha lasciato entrare, prima di andare a lavoro.- spiegò lui. Quella traditrice! avrebbe potuto avvisarmi, almeno! e in quel momento fu un bene che non fosse in casa, altrimenti l'avrei strangolata subitissimo. Avevo ancora il cuscino tra le mani e quando me ne accorsi, lo gettai sul letto.

-Bella la canzone.- continuò, poiché io non avevo risposto.

-Che ci fai qui?- La vergogna aveva lasciato il posto alla rabbia.

-Sono venuto a giocare.- Mi regalò un sorriso sghembo. E che sorriso!

-Smettila Luke.- cercai di non guardarlo negli occhi mentre lui si avvicinava. Di fronte a me, afferrò l'orlo della maglia e cominciò a giocarci, spostando le dita da destra a sinistra. Non riuscivo a fermarlo, ero come ipnotizzata da quel gesto quasi intimo.

-Stavi uscendo?- Chiese.

-Non ancora.- Lui si abbassò fino al mio orecchio e lo sentii strofinare involontariamente la sua leggera barba contro il mio lobo.

-Perfetto.- Sussurrò. Poi con le labbra scese fino al collo ed ebbi l'impressione che le mie gambe stessero per cedere, quando posò le labbra roventi nell'incavo del mio collo. Chiusi istintivamente gli occhi e mi aggrappai alle sue spalle. Avevo bisogno di toccarlo, ma soprattutto di un sostegno. Poi alzò il volto e posò un altro caldo e leggero bacio, dolce ma ruvido, sulla mia mascella. Portò il viso al pari del mio. Ci guardavamo negli occhi, ma non ci baciavamo. Mi afferrò per i fianchi e mi alzò, facendomi sedere sulla scrivania e si posizionò tra le mie gambe. Mi toccò il viso con una mano, io gli strinsi i capelli dietro alla nuca e lo attirai ancora di più a me, non oppose resistenza, ma non mi baciò neanche questa volta. Non lo baciai neanche io. La prima mossa spettava a lui. Poi finalmente, dopo tanta esitazione, si stava avvicinando. C'eravamo, mancavano solo due centimetri e mi avrebbe baciata ancora. Occhi contro occhi, petto contro petto, fronte contro fronte. Mi mise due dita sotto il mento e avvicinò le mia bocca alla sua. Socchiuse le labbra e accolse dolcemente le mie. Fu un bacio lento, calmo, diverso dal primo, piu dolce. Il cuore mi si era gonfiato in petto ma poi, un pensiero mi balenò in testa e me ne resi conto: stava solo giocando. Era venuto per questo, no? l'aveva detto prima. Lo spinsi via da me e scesi dalla scrivania, volevo mettere un muro tra noi, una distanza di sicurezza. L'amaro in bocca coprì il suo sapore dolce.

-Vattene, sta venendo a prendermi Ash.- Il tono di voce freddo che mi uscii mi fece rabbrividire. Nei suoi occhi c'erano rabbia e sorpresa. Volevo ferirlo ma non potevo, perché lui, per me, non provava nulla.

-Potevi dirlo prima. Me ne vado.- Riuscì ad essere ancora più freddo di me. Se ne andò da casa mia sbattendo la porta e lasciandomi annegare tra i miei pensieri. 

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Ciaao a tutti :) Nel prossimo capitolo scriverò dell'uscita con Ashton, Calum e Cheryl, visto che non l'ho fatto in questo capitolo, e comincerò a scriverlo al più presto. Volevo ringraziare tutti voi che votate e commentate, grazie anche a chi legge in silenzio. Mi fa davvero piacere che continuate a seguire e apprezzare la mia storia! A presto <3

PS: Vi piace la nuova copertina? o preferivate quella di prima?

Come find me - Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora