Capitolo 58

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[APRIL]

Rimasi sconvolta quando mi ritrovai mio padre sull'uscio di casa, tanto che rimasi immobile, senza dire nulla, rendendo la situazione ancora più imbarazzante di quanto non lo fosse già.

-April!- tentò un sorriso, che io ricambiai a fatica, ancora troppo scossa. Mi feci di lato e lo lasciai entrare in casa, insieme al bagaglio pieno di conseguenze che si portava dietro.

-Papà, che ci fai qui? La mamma lo sa?- Farfugliai, rendendomi conto che le cose potevano essere solo due: o mia madre sapeva che mio padre sarebbe arrivato, e quindi aveva completamente dato di matto, o non lo sapeva ancora e quando l'avrebbe scoperto... Avrebbe completamente dato di matto.

-Una cosa alla volta, April...- Mi si avvicinò lentamente e fece una cosa che non faceva da tanto, troppo tempo: mi abbracciò. Mi strinse forte, più che poteva, come non aveva fatto mai, e io lo strinsi pure, accogliendo quell'affetto che avevo sempre desiderato da parte sua e che mai prima d'ora avevo ricevuto. Era sempre stato freddo nei miei confronti, ma io sapevo fosse solo questione di carattere, e che mi voleva bene, anche se lo dimostrava a modo suo. Ero pur sempre sua figlia! Anche con mia madre era sempre stato piuttosto distaccato, probabilmente questo fu uno dei motivi principali per cui il loro matrimonio andò a rotoli.

-Papà... È tutto okay?- sussurrai, ancora tra le sue braccia.

-Forse è meglio se ci sediamo a fare due chiacchiere.- Mi poggiò le mani sulle spalle e mi allontanò quel poco che bastava per guardarmi in faccia. -Hai pianto?-

-No.- Mentii, passandomi una mano sulla faccia -Sono solo stanca.-

-Che ne dici di saltare scuola, oggi?- Mi chiese, io annuii, tanto ormai non ci sarei andata comunque. Ci sedemmo sul divano, uno affianco all'altra, e prima di iniziare a parlare, mio padre si schiarì la gola. -Tua madre sa che sono qui, e come già immagini, non ne è contenta.- Fece una risatina nervosa.

-Da quanto lo sa? Perché non mi ha avvisata?- chiesi sospettosa.

-Le ho chiesto io di non farlo, volevo dirti tutto io.- Rivelò. Distolse lo sguardo da me e lo abbassò sulle sue ginocchia.

-Dirmi cosa?- Non rispose -papà, dirmi cosa?

Aprì più volte la bocca per parlare, ma la richiudeva subito, probabilmente stava solo cercando le parole giuste, ma non c'era parola che tenesse, niente che potesse indorare la pillola, perchè quello che disse dopo, con voce strozzata, mi distrusse.

-Ho il cancro, April.-

-Cosa?!- Sussurrai, poi mi coprii il viso con le mani, incredula. -Non è vero...- Scoppiai a piangere di nuovo, lui mi si avvicinò e mi strinse tra le sue braccia.

-Shh, è tutto okay.- Mi rassicurò, ma potevo sentirlo piangere tra i miei capelli.

-No, non lo è!- Gridai tra i singhiozzi, e lui mi strinse più forte.

-Sì April, ce la farò, vedrai. Lo hanno diagnosticato in tempo.-

-Dov'è il... Dov'è?- Non volevo neanche dirlo, la sola parola mi faceva paura, anzi, mi terrorizzava.

-Vicino al cuore..-

-Oh mio Dio, papà, mi dispiace così tanto!-

-No, non devi, piccola mia! Dovrò solo affrontare un intervento molto importante, poi starò bene, vedrai!- Prese ad accarezzarmi i capelli piano, senza smettere di stringermi.

-Quando?-

-Tra due settimane.- Disse con un sospiro.

-Quante sono le probabilità di farcela?-

-I dottori dicono il 40%- Ammise. -Vorrei averti con me, quel giorno... Non ho nessun altro, e lo so che non dovrei buttarti addosso questo peso, ma...-

-Verrò- Lo interruppi -Certo che verrò, sei mio padre!-

-No April, non devi farlo per forza, voglio che ci pensi bene, perché se verrai, non sarà facile neanche per te!-

-Quando partiamo?- Mi asciugai il viso e lo guardai decisa, lui sospirò, prima di parlare.

-Tra tre giorni.-

__

[LUKE]

Era passato un giorno da quando io ed April avevamo rotto, e mi sentivo vuoto, come un vaso senza fiori, ma ero ancora troppo arrabbiato per fare qualsiasi cosa per farla tornare con me.

Camminavo in mezzo agli studenti che affollavano il corridoio della scuola, quando la vidi. Eravamo lontani, ma anche lei vide me. Si bloccò sui suoi passi e io distolsi lo sguardo, proseguendo per la mia strada, consapevole che questo avrebbe comportato passarle accanto.

Sperai che ad April non sarebbe venuto in mente di fermarmi, ma ovviamente lo fece.

-Luke, aspetta!- La sua voce era diversa, dura e ferita.

-Che c'é?- Mi girai verso di lei, senza togliere le mani dalla tasca. Le guardai il viso stanco e subito mi venne voglia di spaccare qualcosa.

Com'era possibile che due persone che si amavano potessero farsi così male?

-Vorrei parlarti...- mormora nervosa.

-Parla, allora. Ma veloce, ho lezione.-

-Ma fai sul serio?! Dovrei essere io quella arrabbiata con te!- Incrocia le braccia al petto e mi guarda male.

-Era questo che dovevi dirmi?- Rispondo annoiato, tanto per fare lo stronzo.

-Non importa, lascia stare.- Sbuffa esasperata, allora io faccio spallucce e mi volto per andarmene, ma lei mi richiama.

-Cosa c'é?-

-Se me ne andassi, ti importerebbe?- Ma che domanda era? Si stava comportando da bambina.

-Non sei più la mia ragazza, fa' quello che ti pare.- Mi voltai per un ultimo sguardo, poi la lasciai lì, in mezzo ad un fiume di studenti e tristezza.

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Helloo, che tristezza :/ spero vi sia piaciuto lo stesso.

Andate a leggere la mia nuova storia, Woven, e Our fall se vi va :)

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Baci, al prossimo capitolo!

Come find me - Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora