Capitolo 13

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Era la seconda volta che mi ritrovavo in macchina con Luke. Solo la seconda, eppure sembrava una cosa così normale, come se fossi stata in quella macchina, accanto a lui, almeno un milione di volte. Eravamo in silenzio, ma non perchè eravamo a disagio. Era un silenzio di pace. Era così impegnato a guidare che non poteva accorgersi che lo stavo fissando. Vidi un muscolo della sua mascella guizzare quando, un automobile, non mise la freccia prima di svoltare. Vidi il suo viso voltarsi prima a destra, poi a sinistra, per poi ripartire dallo stop. Ero concentrata a osservarlo quanto lui era concentrato a guidare. Per questo non mi accorsi che, invece che nel parcheggio della scuola, ci ritrovavamo davanti a una casa rossa, alta tipo tre piani, resa ancora più grande dall'enorme giardino, ben curato, che la circondava. 

-Ma... dove siamo?- gli chiesi, confusa, ma incuriosita.

-Da Marcie.- Rispose lui, guardando dritto davanti a sè.

-Marcie? e chi è?- Gli chiesi, anche se avevo i miei sospetti. Non rispose, non ce ne fu bisogno: La bionda che si limonava Luke davanti a tutta la scuola, Marcie, era appena uscita dalla casa rossa. Una strana espressione le si dipinse sul viso appena mi vide, seduta davanti, a quello che sarebbe dovuto essere il suo posto. Qualcosa misto alla sorpresa e al disgusto. Mi tratterni dal non sorridere, l'avevo fatta innervosire, e la cosa mi piaceva. Aprì lo sportello e si sedette dietro di noi.

-Ciao amore.- Con una mano girò il viso di Luke verso sè e gli stampò sulle labbra un bacio che si poteva definire in qualsiasi modo tranne che casto. Lui si staccò quasi bruscamente e lei si sistemò sul sedile posteriore sbuffando.

-Il solito timido.- Borbottò. Anche se, da ciò che avevo capito di lui, si poteva dire tutto tranne che fosse timido.

-Chi è lei?- Si rivolse a Luke, come se io non ci fossi.  

-April.- Disse lui, nello stesso momento in cui lo dissi io.

-Abito sopra di Luke.- Dissi. Ho baciato il tuo ragazzo, pensai.

-Bene.- Disse lei con un falso sorrisetto che le avrei cancellato volentieri a sprangate.

-Bene.- Dissi io, acida.

-Bene.- Ripetè lei. Non risposi. Eravamo arrivati al parcheggio della scuola. 

-Grazie, Luke.- Appena scendemmo dall'auto, mi avvicinai e gli stampai un bacio sulla guancia. Lui rimase immobile, ma un lampo di compiacimento gli attraversò gli occhi. Marcie, invece, era rimasta a bocca aperta. Le sorrisi, e mi voltai verso l'ingresso. Più tardi, durante l'ora di biologia, chiesi al Signor Derry di poter andare al bagno. Naturalmente era solo una scusa per distrarmi dal tagliarmi le vene durante la lezione, per noia. Certe volte, quell'uomo poteva essere davvero rompipalle. Il corridoio era deserto, quando girai un angolo però, vidi Luke. Appoggiato al suo armadietto, sembrava in attesa di qualcosa, pensai automaticamente a Marcie. Alzò la testa e passò lo sguardo su tutto il mio corpo. Nonostante indossassi jeans e maglioncino, mi sentii nuda. 

-Vieni quì, disse.- E io andai. 

-Allora? Per cos'era quel bacio?.- mi scrutò.

-Ti stavo solo ringraziando.- Sorrisi, con aria innocente.

-Davanti a Marcie? qualcosa mi dice che l'hai fatto apposta. Gelosa?.- Portai in dietro la testa e risi di gusto. Cioè finsi, ma lui non se ne accorse. Aveva colto il segno. Punta sul vivo. Affondata.

-Dovresti essere più sincero con la tua ragazza.- Gli dissi. Lui mi spinse contro l'armadietto, non troppo forte, e fece aderire il suo corpo al mio. Le sue mani erano parallele alla mia testa. Il mio stomaco era in subbuglio, il cuore di più. Continuavo a ripetermi mentalmente di mantenere la calma.

-Non giocare con me. Ti avevo detto di dimenticarlo.- Oh, invece avrei giocato eccome! 

-Dimenticare cosa?- Finsi ancora, anche se sapevo a cosa si stesse riferendo. Al bacio dell'altra sera. 

-Il bacio.- Il suo respiro dolce era caldo sul mio viso. Mi sfiorava, mi accarezzava.

-Dai, non prendertela, era solo sulla guancia!.- Mi presi ancora gioco di lui. Si stava innervosendo, e io mi divertivo.

-Sai di quale bacio sto parlando.- Occhi su occhi, Chiaro su scuro. 

-Tu non l'hai dimenticato, però.- Lo accusai e lui sospirò e abbassò le mani sui miei fianchi, stringendoli leggermente. Il suo tocco bruciava, nonostante ci fosse la stoffa a dividere la sua pelle dalla mia.

-Non ci riesco.- E poi imprecò. Appoggiò la fronte alla mia, e io mi sforzai di tenere gli occhi aperti, perchè se li avessi chiusi avrei avvicinato la bocca alla sua, e l'avrei baciato. Mi vergognavo per la mia incapacità di trattenermi, stavo per cedere, volevo sentire il suo sapore ancora. Però, per quanto lo volessi, l'orgoglio me lo impediva. Non avrei ceduto io per prima. 

-Allora non chiedere a me di farlo.- Dissi fredda e risoluta, fissandolo negli occhi, che ora erano pieni di rabbia. -Devo tornare in classe.- Gli comunicai, con un sussurro. Lui mi lasciò andare, ma invece di tornare in aula, mi chiusi in un bagno. Ero agitata, troppo. Dovevo respirare, dovevo calmarmi. Quando aprii la cabina in cui mi ero chiusa, c'era Marcie. Mi dava le spalle, ma mi osservava dal riflesso dello specchio, mi regalò un'occhiata gelida. Aveva gli occhi arrossati, come se avesse pianto. Feci finta di nulla, ma potrei benissimo giurare di averla sentita dire "troia" appena uscii dal bagno delle donne. Non so come, ma mi trattenni dal ri-entrare e a prenderla a calci nelle gengive. 

Come find me - Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora