Capitolo 12

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Ripensai a quel bacio troppe volte, nella settimana che seguì. All'inizio ci provai, a far finta che non fosse successo, come mi disse Luke di fare. Non ci riuscii, la mia mente vagagava ovunque, ma tornava sempre lì, ero bloccata in quella scena. E quindi, mi arresi. Lasciai che il pensiero delle sue labbra sulle mie continuasse a bussarmi in testa. Rinunciai a scacciarlo. In quei giorni l'avevo visto si e no due volte. Era quasi comico, dato che abitava praticamente sotto di me e frequentavamo la stessa scuola. Così vicini, ma così lontani. Ero consapevole del fatto che mi stesse evitando e non gliene facevo una colpa, infondo, a quanto pareva, stava ancora con la bionda. Li avevo visti qualche mattina prima, intenti a slinguazzarsi come se in realtà si trovassero dentro ad un bordello e non in una scuola, quindi supposi che Luke non le aveva parlato del bacio. Mi aspettavo davvero che lo facesse? Ero intenta a rimurginare stravaccata sul divano, con la tv che dava "master chef" a macchinetta. Non stavo neanche seguendo, ma il rumore mi faceva sentire meno sola. Qualcuno bussò alla porta e io mi incavolai: Era quasi ora di cena e credevo che fosse la mamma, tornata dal lavoro. Aveva le chiavi, perchè dovevo alzarmi io? Mi decisi ad aprire solo quando bussarono per la seconda volta.

-Ma insomma dove sono le tue chia..- Mi bloccai, perchè non era la mamma. E ad un tratto ricordai che era sabato e che lei avrebbe fatto il doppio turno al Grace Hospital.

-Oh. Ehi. Finalmente! Non volevo rischiare di suonare a qualcun altro. Ancora. Sai, la vecchietta qui accanto non è stata così cordiale...- Ashton era lì, impacciato, sull'uscio della porta di casa mia. Indossava una maglietta strappata vicino al colletto, che torturava con le mani. Gli risi in faccia non appena accennò alla signora Dalry, la mia vicina, e abozzò anche lui un sorriso.

-Beh, per fortuna non ti ha risposto il marito, quel vecchietto è fuori di testa!- Risi ancora e mi spostai per farlo entrare. Ci dirigemmo nel salotto e ci sedemmo sul divano. Uno affianco all'altra, gionocchio contro ginocchio, braccio contro braccio. Pensai che forse eravamo troppo vicini, ma eravamo solo amici, quindi non valeva, mi dissi.

-"Master chef"? Davvero, April?- Poi rise come un bambino.

-Non lo stavo seguendo!- Risposi imbarazzata, ed era vero. Con la tv accesa, con le voci, e con la musica della pubblicità, la casa non sembrava vuota.

-Ti piace cucinare?- Mi chiese, poi.

-Abbastanza.- Risposi. In realtà, dovevo farmelo piacere, se volevo mangiare. La mamma non c'era quasi mai a pranzo o a cena. In realtà non c'era neanche il pomeriggio, o la mattina. Tornava sempre a notte fonda: faceva l'infermiera e i suoi turni stavano diventando sempre più lunghi. L'ammiravo per questo. Era il lavoro che amava e lo faceva con piacere, con devozione, anche se era sempre esausta. Anche se non mi vedeva praticamente mai.

-Hai mangiato?- mi chiese. -Tutto questo parlare di ristoranti e cucina mi ha fatto affamare!-

-No, non ho mangiato, e sto morendo di fame anche io!- Poi il suo volto s'illuminò.

-Ho un'idea! andiamo a mangiare fuori, offro io!- Ne sembrava felice, ma io non avevo voglia di uscire o di mettermi in ghingheri. E poi sarebbe sembrato troppo un appuntamento e io non volevo dargli l'idea sbagliata su noi.

-Ash, forse è meglio se..- Ma non seppi continuare, vidi l'entusiasmo sul suo viso scemare e mi bloccai.

-Ma non avevi fame?- Così venne a me un'idea.

-Prima mi hai chiesto se mi piace cucinare. A te? A te piace cucinare?- Mi guardò di sottecchi.

-Cos'hai in mente, April?- Mi alzai e gli diedi una mano, per far alzare anche lui. Lui la prese e andammo in cucina.

-Qual è il tuo piatto preferito? gli chiesi, curiosa.

-Cosa? Non vorrai cucinare? e poi, dovremmo preparare anche per i tuoi?

-Non ci sono stasera. Rispondimi, qual'è il tuo piatto preferito?- Non gli dissi che i miei genitori erano separati. Non so perchè, ma non lo feci.

-Lasagne!- Disse soddisfatto.

-Spiacente, non abbiamo le sfoglie. Secondo piatto preferito?- Dissi, togliendo la testa dalla credenza.

-Ehm, pizza?- Rispose incerto.

-No, dovremmo ordinarla.- E lo guardai. Mi stava facendo la faccia da cucciolo. -No, Ashton!-

-Ti preeeego.- Scrollai le spalle e acconsentii. Avevo un debole per la piazza, non ci sarei riuscita a dire di no un'altra volta. Non riuscivo a capacitarmi del fatto che Ash l'avesse messa al secondo posto, dopo le lasagne. Incredibile!

-E va bene!- Alla fine ordinammo e dopo un pò, scendemmo sotto ad aspettare. Eravamo seduti sui gradini e stavamo ridendo per una battuta che neanche ricordo. Arrivò Luke, quasi in contemporanea con il ragazzo che consegnava le pizze. Scese dalla macchina e si bloccò quando ci vide, era sorpreso.

-Ciao Ash!- Ma non disse "ciao April". Si misero a parlare, Luke gli chiese che ci faceva qua, ma Ash sviò la domanda.

-Vado a pagare. Ci vediamo Luke.- E si allontanò, ma il biondo non si mosse. Per la prima volta da giorni mi guardò, e io guardai lui. Guardai l'accenno di barba sul suo mento. Guardai gli occhi azzuri, stanchi, cupi. Guardai la sua guancia, come se da un momento all'altro potesse presentarsi quella fossetta che appariva solo quando rideva, o quando faceva uno dei suoi ghigni, o quando cantava. Mi stava fissando, ci stavamo fissando. Suonò un cellulare, il suo. Distolse lo sguardo e prese l'aggeggio che suonava dalla tasca, non rispose. Tornò a guardarmi ma fece un passo indietro e si voltò, rientrò in macchina e mise in moto. Se ne andò. Mi girai verso Ashton e notai che mi stava guardando con una strana espressione, cercai di sorridergli, nonostante fossi turbata e confusa. Cosa era successo?

-Vogliamo andare?- Gli dissi e lui si avvicinò.

-Credo che mi sia passata la fame.- Abbassò lo sguardo.

-Perchè? c'è qualcosa che non va dentro a quegli scatoloni?.- Indicai i contenitori che aveva in mano.

-Senti, April, è chiaro che mi piaci, però Luke è uno dei miei migliori amici e se c'è qualcosa tra di voi... preferisco starne fuori.- Eccolo, un'altra persona che rinunciava a me. L'aveva fatto mio padre, l'aveva fatto Luke, e ora pure Ashton. Ma io lo volevo accanto, anche se solo come amico.

-Tra me e Luke non c'è nulla. E' fidanzato.- Non mi sembrò convinto.

-Ma a te piace!- Di questo sì, sembrava convinto. Ma era proprio questo il punto: A me piaceva, ma a Luke cosa importava? Non risposi.

-E' meglio che vada.- Disse porgendomi le pizze.

-No! Rimani.. Mangia con me, c'è troppa pizza per una persona sola, e poi hai pagato tu!- In quel momento sperai davvero che accettasse, che rimanesse.

-Non ho fame, April. Tienila tu.- Non riuscii a replicare. S'incamminò, ma dopo qualche passo si fermò senza girarsi.

-Non sono arrabbiato con te. Saremo sempre amici. Solo non stasera.- E se ne andò anche lui.

Come find me - Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora