Capitolo 40

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| LUKE |

Ero sul mio letto, a casa. Fissavo il soffitto al buio e non m'importava della pioggia che sbatteva contro il vetro della mia camera. Qualcuno aprì la porta senza bussare e s'infilò nella mia stanza. Era la ragazza che avevo visto all'ospedale.

-Luke..- Sussurrò lei, e io le chiesi cosa ci facesse nella mia stanza.

-Non riesco a dormire.-

-Per i tuoni?- la vidi annuire, nonostante la scarsa luce che emanava un lampione fuori, e sollevai le pensanti coperte, invitandola a stendersi al mio fianco. La presi e la strinsi tra le mie braccia, e potei osservare meglio i suoi occhi quando un lampo schiarì a giorno la stanza. Era bellissima nonostante avesse i capelli umidi appiccicati alla fronte. Le scostai una ciocca e le sfiorai la morbida guancia, poi mi abbassai finché le mie labbra non toccarono finalmente e dolcemente le sue. La baciai con... amore, ed era così giusto, nonostante sapessi quanto fosse sbagliato.

Quello che successe dopo fu inevitabile.

Mi aggrappai alla maglia che indossava e gliela tolsi dalla testa. Era la mia, quella dei nirvana. Mi afferrò dalle spalle mentre io le sganciavo il reggiseno, e le presi la mano e la strinsi forte, perché quella ragazza, quella notte, sarebbe stata mia. La spogliai completamente, per poi baciarla e sfiorarla ovunque, dicendole tutto quello che era per me, ascoltando quello che io ero per lei. E non ci fu più nient'altro che noi, nel mondo. Neanche un dubbio, nessuna insicurezza, zero paure. Solo io e lei.

Le presi i polsi con una mano sola, bloccandole le braccia sopra la sua testa e finalmente, entrai dentro lei.

Aprii gli occhi di botto e il mondo smise di girare. Non ero più nella mia stanza, non ero più con lei.

Un'infermiera imprecò, poi arrossì quando si accorse che la stavo guardando.

-Oh, mi dispiace averti svegliato!- Spostai gli occhi sulla cartella rovesciata per terra. -Ti senti meglio, oggi?- mi chiese.

-Si.- Mentii io. Non stavo meglio, volevo tornare dov'ero prima, volevo tornare a sognare.

Eppure io sapevo benissimo che quello non era un sogno, io avevo vissuto quel momento.

Era un ricordo, ne ero certo.

-Okay. L'orario delle visite è appena cominciato e c'è qualcuno che vuole vederti. Se ti senti meglio puoi anche camminare oggi, ma devi portare la flebo con te. O preferisci rimanere qui?-

-No, no... Voglio camminare.- Le dissi e lei sorrise compiaciuta.

-Perfetto.- Mi aiutò a scendere dal letto e mi sistemò bene l'ago nel polso. -Sei stato davvero fortunato a cavartela con così poco.- Sospirò.

-Fortunato? Non ricordo la maggior parte delle cose!- Risposi seccato. Lei mi guardò male.

-Poteva andarti peggio. Ringrazia Dio che sei ancora vivo!- Mi rimproverò.

-Si, certo.- Borbottai io.

-Tranquillo, la tua memoria tornerà presto, devi solo avere pazienza.- Mi disse più dolcemente, guidandomi alla porta che dava sul corridoio del reparto. Appena aprii la porta, l'odore del cibo dell'ospedale e di malattia mi arrivò alle narici, facendomi storcere il naso.

Non mi accorsi della ragazza difronte a me finché non mormorò il mio nome.

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Heyy spero vi sia piaciuto il capitolo :*

Luke comincia a ricordare qualcosina *-*

Se non ricordate la scena che sogna Luke, la trovate nel capitolo 18, ed é la prima volta che fanno l'amour eheh

Ps: Non so davvero come ringraziarvi per tutte le visualizzazioni, i voti e i commenti. Semplicemente vi amo <3

Come find me - Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora