Capitolo 55

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|LUKE|

Quella notte non chiusi occhio.

Rimasi per ore a fissare il soffitto bianco, incastrato tra il sonno e la preoccupazione, mentre il respiro regolare di April mi solleticava la pelle del collo e lei, delicata come una dea, nell'inconsapevolezza del sonno mi teneva stretto: le dita chiuse a pugno sulla mia maglietta e una gamba liscia sul mio fianco.

E io, ruvido ma dolce, le disegnavo cerchi immaginari sulla sua spalla nuda. Mi veniva naturale, come se il suo corpo attaccato al mio non fosse abbastanza, come se dovessi per forza sentire la sua pelle morbida sotto i polpastrelli. Non potevo fermarmi ed era questo che mi spaventava, il fatto che ogni contatto mi risultasse minimo e che ogni volta necessitavo di una dose in più di lei, del suo sapore. Ma la cosa che faceva suonare tutti i miei campanelli d'allarme era quello che mi provocava: si approriava di me un pezzo alla volta, osso per osso, atomo per atomo. E mi faceva sentire come quando finalmente respiri aria fresca dopo aver trattenuto il fiato per così tanto tempo. Lei era una scintilla, la sfioravo e tutto esplodeva. Era una bomba che non poteva essere disinnescata. Ed io... Io non ci provavo nemmeno a farlo. Lasciavo che mi facesse esplodere con lei, che mi facesse a brandelli, la lasciavo distruggermi perchè sapevo che questo è l'amore: questo desiderio disarmante di vivere per una persona, eppure morire di lei.

Le prime luci dell'alba rischiaravano appena la stanza, quando decisi di andarmene. Spostai delicatamente la gamba di April e sfilai lentamente il mio braccio da sotto la sua testa, cercando di non svegliarla. Appena scesi dal letto dovetti reprimere l'impulso di tornare al suo fianco e stringerla forte, ma avevo bisogno di stare da solo, di pensare concretamente, senza la distrazione di April seminuda addosso. Afferrai i miei pantaloni che erano rimasti sul pavimento e uscii piano dalla sua stanza.

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|APRIL|

Quando mi svegliai, accanto a me non c'era più nessuno. Ero sola, col profumo di Luke rimasto a impregnare le lenzuola. Allungai una mano sul comodino e afferrai il mio cellulare, volevo sapere dove fosse, volevo che tornasse. Composi il suo numero e poco dopo sentii vibrare qualcosa per terra. Mi alzai a sedere e lo vidi: il cellulare di Luke sul tappetto ai piedi del letto, e ripensai a la sera precedente, le mani di luke su di me e la sua bocca contro la mia. Sorrisi al pensiero del cellulare che gli cadeva dalla tasca in mezzo a tutta quella frenesia. Chiusi la chiamata.

-Luke, sei ancora qui?- Chiesi.

Nessuna risposta.

Mi alzai e lo afferrai. Inizialmente avevo solo intenzione di posarlo sulla scrivania, ma poi vidi lo schermo e la notifica di un messaggio ricevuto. La cosa che mi spinse a fare ciò che feci era il nome del mittente: MARCIE.

Non dovevo aprirlo...

Non erano affari miei... Eppure non riuscii a fermarmi.

"Ehi tesoro, grazie per ieri sera... Sei stato fantastico. Mi eri mancato!"

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Mi sento cattiva :D

Volevo dirvi che ho creato un profilo instagram su questa e l'altra storia, se volete seguitemi, sono ourfall :)

Boh vi amo. Ciao <3

Come find me - Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora