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La porta della stanza di Oswald si aprì di colpo facendolo sobbalzare leggermente, ma poi si tranquillizzò alla vista di Jim Gordon.

-Ah..sei tu ahah che piacere vederti- nonostante il dolore, Oswald si sedette sul letto ancora una volta.

-Volevo sapere come stavi e sono venuto a farti una visita-

-Non ce n'era bisogno..come stanno andando le ricerche? Avete catturato Nygma e i suoi uomini?- Oswald si mostrò quasi agitato, ma solo per il semplice terrore di rivederlo ancora una volta.

-No ancora no, saranno anni che cerchiamo di mandarlo in galera ma senza successo.. come i Maniax e le sirene-

-Sono sicuro che riuscirai a catturarli-

-Non ne dubito..sono cioccolatini quelli?- Jim si avvicinò alla scatola rossa posta su una sedia distante dal letto

-Oh si..un regalo di un'amica, puoi prenderne uno se vuoi-

Il detective aprì la scatola di cioccolatini trovandone solo la metà: cercò di prendere un cioccolatino quando notò sotto la superficie del coperchio, un punto interrogativo verde di cui Jim conosceva bene ma si limitò a non dire nulla.

-Già.. un'amica..emh io ti lascio riposare, dovrei tornare a lavoro-

-Non preoccuparti, grazie mille per la visita.. salutami Lee ahah-

-Senz'altro, ci vediamo Cobblepot-

Gordon uscì dalla stanza di Oswald, trovandosi davanti alla porta il detective Bullock che lo aspettava spazientito:

-Avevamo del lavoro da fare noi due. Ad Oswald potevi pensarci dopo, no?-

Jim cominciò ad avviarsi verso l'uscita seguito a ruota da Harvey -Non sono il primo ad aver fatto visita a Cobblepot-

-Che stai dicendo?-

-Edward Nygma gli ha fatto visita per primo.-

-Aspetta.. cosa??-

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Ivy Pepper e Edward Nygma discutevano di faccende importanti nella villa di Nygma: avevano in mente di riattaccare la GCPD con nuovi mezzi e come secondo obbiettivo, attaccare la sede delle sirene e come gran finale, conquistare Gotham definitivamente.

-Dovrai fare una cosa per me, prima-

-Devo uccidere qualcuno con le mie piante?-

-No, devi convincere una persona a diventare mio amico-

-Cosa? Sul serio?- Ivy sgranò gli occhi, incredula alla richiesta del suo socio

-Mai stato più serio di così-

-Dove si trova?-

-In questo momento è ricoverato al Gotham general, ma fra qualche giorno ritornerà a lavoro alla GCPD-

-È un poliziotto? Wow come siamo caduti in basso-

-In realtà è un capo di laboratorio..si chiama Oswald Cobblepot-

-Oswald Cobblepot? Il nome mi giunge nuovo-

-Tranquilla, noi tre insieme conquisteremo Gotham fino all'ultimo granello di polvere presente sulla strada.- Ed sogghinò come se avesse già la vittoria in pugno; non vedeva l'ora di allacciare amicizia con quel piccolo uomo di cui il suo carattere gli piaceva molto, determinato e anche sarcastico. Aveva già in mente anche un piano B nel caso ci fossero stati problemi, lo voleva a tutti i costi un amico come lui.. avrebbero fatto grandi progetti insieme e quando non gli sarebbe più servito, se ne sarebbe sbarazzato come ha sempre fatto con qualunque uomo di intralcio: era elettrizzato, molto elettrizzato.
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Jerome girava e girava per tutto il night club di Barbara, sembrava un bambino felice mentre con i suoi occhietti vispi osservava tutte le decorazioni presenti nella stanza con grande ammirazione.

-Ti piace il mio night club?- Barbara apparve da dietro l'oscurità facendo voltare il rosso

-Non pensavo avessi dei buoni gusti.. è una sirena quella che vedo lì? Perché a me sembra Marilyn Monroe che si fa il bagno- Valeska avvicinò di più la faccia al disegno sul muro dinanzi a lui

-Siamo ad una mostra d'arte o siamo qui per parlare di affari?!-

-Temperamento bollente la biondina.. Arkham ti ha dato questo effetto?-  Jerome fece una delle sue risatine squilibrate riprendendo a girare per la sala come se fosse in un parco giochi per bambini.

-Nygma sta avanzando contro di noi con l'aiuto di Ivy Pepper, non abbiamo più armi e Jim Gordon ci intralcia il lavoro che pensi di fare? Fare lo sciocco con un pazzo che parla solo a rime e un mostro ripescato da Arkham mentre noi ci facciamo uccidere?-

-Che bella questa sirena al centro, la vorrei nel mio giardino..se solo ne avessi uno..e anche una casa.-

-Mi stai ascoltando?! Dobbiamo fare qualcosa prima che..-

Barbara non finì del tutto il suo discorso che Jerome le avvolse un braccio intorno alle spalle puntandole un coltellino alla gola:

-Una cosa che non sopporto sono le persone pallose, prepotenti e viziate come te.-

-Pensi di farmi paura? Tutto qui quello che sa fare il grande Jerome Valeska? Ti immaginavo più creativo-

-Non.provocarmi.- il ragazzo dai capelli arancioni conficcava sempre più lentamente il coltello alla gola di Barbara, lasciandole un segno rosso ma leggero

-Vuoi uccidermi senza neanche sapere cosa ho da offrirti?-

-Le solite cose pallose pf sbaraziamoci di Nygma e governiamo Gotham e Bla Bla Bla-

-Non solo quello- Barbara si girò lentamente facendo una sorta di piroetta sfilando di mano il coltello del ragazzo

-Che vuoi fare, bambolina?-

-Devi rilassarti, sei molto teso- la biondina cominciò ad accarezzare con le sue lunghe unghia rosse, la guancia rovinata di Jerome che non si mosse di una virgola a quel tocco soave se non quasi delicato -Unendo le nostre due folli menti, le nostre risorse, le nostre forze e anche qualche nostro amico, prenderemo il controllo su tutta Gotham e alla fine verremo finalmente riconosciuti come i veri sovrani della città.-

-Per questa tua piccola guerra, posso creare qualche bomba o disastro anche nucleare?-

-Tutto quello che vuoi, ma ti assicuro che qualunque arma useremo, Edward Nygma dovrà definitivamente morire e con sé anche quella sgualdrina di Ivy, i suoi amichetti fidati e i suoi scagnozzi- Barbara prese a stringersi fra le braccia del rosso come in un quasi tenero abbraccio ma era soltanto un metodo manipolatore per farlo cadere tra le sue grazie come qualunque uomo comune -e potremo finalmente spargere la nostra pazia e il nostro potere ovunque..-

Le labbra di Barbara si agganciarono a quelle ruvide e rosee di Jerome che ricambiarono titubante quelle della sua "amica", e come suo primo bacio lo trovò insipido e inutile ma allo stesso tempo piccante; dopo quel piccolo bacio, i due si scambiarono uno sguardo fulminante e dei sorrisi che non promettevano nulla di buono per la città: presto la guerra si sarebbe trasformata in un vero e proprio genocidio.

Gangster don't cry.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora