Oswald era stanco. Stanco di stare lì chiuso in quella gabbia e ammanettato ad essa mentre lunghi aghi nelle sue braccia facevano scorrere dentro di lui tante di quelle sostanze...che alcune volte lo rendevano molto debole e a volte vedeva apparire varie visioni: era l'effetto di qualche droga che usavano per "curarlo".
Passava le sue giornate da solo, a rimuginare sulla sua vita mentre tutti i movimenti del corpo diventavano sempre più deboli e scoordinati. Era così debole che pure tenere gli occhi aperti era un'impresa.
Era tutto tranquillo fino a quando la porta non si aprì per l'ennesima volta: erano due figure bianche, ma Oswald non riusciva a metterle a fuoco.-Come si sente oggi, signor Cobblepot?- la voce gli arrivava come se fosse stato sott'acqua. Tutto cominciava a girare come una ruota panoramica impazzita.
Oswald cercò di alzare la testa ma ricadde giù sfinito. -Signor Cobblepot, si sente bene?-
Una delle due figure bianche provò ad avvicinarsi ad Oswald, che rimase immobile mentre respirava a fatica. Gli controllò il battito e la dose che gli veniva versata in vena fino a quando:
-Il battito sta diventando sempre più lento e irregolare! Chi diavolo gli ha dato tutto questo tranquillante?-
-Il professor Strange- a quel nome, Oswald aprì ancora di più gli occhi ma non accennò neanche una parola.
-Così lo ucciderà! Dobbiamo salvarlo- i due dottori si affrettarono a liberare dalle flebo e dalle manette il corvino, anche senza il consenso di nessuno.
In quel momento, Oswald sentiva le forze risalirgli lentamente in corpo. La testa avevo smesso di girare come una trottola, ma le braccia gli facevano ancora male.
Uno dei due dottori gli avvicinò sotto al naso, un bicchierino di plastica contenente del liquido rosso e rivolse la stessa domanda:-Come si sente, signor Cobblepot?-
-N-non bene...che diavolo è quella cosa..?-
-È una medicina, bevila tutta di un sorso. Ti toglierà tutto l'effetto del tranquillante e della morfina che ti hanno fatto circolare in vena- Oswald afferrò malamente il bicchiere e con una smorfia iniziò a bere il liquido rosso. Sentì la gola bruciarsi mentre un saporaccio amaro misto all'aspro si sprigionava nella sua bocca.
Tossì a pieni polmoni a causa dell'ardore della medicina.-Fa seriamente schifo fatevelo dire-
-Ma almeno sta cominciando ad assorbire tutto l'intoppo di quelle sostanze in vena- disse l'altro dottore mentre stava prendendo qualcosa su un carrellino di metallo pieno di strumenti medici
-Che sta facendo...?- Oswald lo guardò di traverso
-Non si preoccupi del mio collega, per il momento segua me- il corvino voltò lo sguardo dinanzi all'uomo dal camice bianco davanti a lui. Gli fece un numero con le dita, e le piazzò davanti ai suoi occhi -Quante dita vede?-
-È un quattro..-
-E questo?- fece un nuovo numero con le dita, ma si allontanò di qualche passo
-È un due..-
-Ottimo, e queste?-
-Oh mi hai rotto con questi numeri! Sarò un po' drogato ma non sono demente fino a questo punto, da non riconoscere i numeri- sbottò Oswald sedendosi violentemente sul lettino
-Non c'è bisogno di scaldarsi, Cobblepot- il secondo dottore si avvicinò ad Oswald con una siringa contenente un liquido bluastro
-N-No no no! Basta siringhe, basta liquidi e droghe vi prego- il corvino allungò le braccia in avanti per respingere l'uomo con la siringa
-Stia tranquillo, farà una dormitina per qualche ora- il dottore scattò verso Oswald e gli conficcò la siringa nel collo magro, premendo lo stantuffo.
Oswald sentiva le vene bruciargli, mentre piano piano si afflosciava sul lettino. E alla fine il buio.
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Erano passate a malapena due ore da quando Oswald perse i sensi ancora una volta: questa volta non era ammanettato a quelle sbarre i cui polsi diventavano viola ogni giorno che passava, ma era rannicchiato sul lettino...i ciuffi neri sugli occhi, le occhiaie nere e ben visibili, i polsi viola, i vestiti trasandati e la corporatura sempre più magra.
Era tutto così tranquillo, fino a quando nello stanzone non riecheggiò un boato: una parte del muro era saltata in aria a causa di una bomba al plastico. Era arrivato. Era arrivato per salvarlo, proprio Ed.-Oswald... oddio...- Nygma corse il più velocemente possibile verso la gabbia dove si trovava Oswald, forzandone la serratura.
Una volta entrato, si avvicinò ad Oswald e la prima cosa che fece fu accarezzargli una guancia, diventata fredda e secca. Non sapeva cosa fare, neanche con il boato si era svegliato... l'unica cosa che potè fare fu quella di premergli un dolce e lungo bacio su quelle labbra soffici e rosee.
Mentre lo baciava però, sentì qualcosa muoversi sotto di lui...era Oswald, era sveglio e si stava assaporando tutta l'essenza di quelle labbra mentre le sue mani si stringevano fra i capelli di Edward.
Il corvino si staccò da quel bacio lungo e pieno di dolore, con gli occhi brilluccicanti di lacrime: -S-Sapevo che saresti...venuto a prendermi...--Mi dispiace se ti ho fatto aspettare così tanto...dovevo preparare un piano impeccabile-
-D-Dobbiamo sbrigarci ad uscire..-
-Riesci a camminare?-
-mi fa male ogni parte del corpo- Edward annuì e prese Oswald fra le sue braccia, per poi stringerlo al suo petto.
Nygma si affrettò il più velocemente possibile dallo stanzone e a salire sul furgone che aveva rubato per dirigersi ad Arkham. Adagiò delicatamente Oswald sul retro del furgone, e lo coprì con una coperta rossa. Infine, partirono a gran velocità per le strade di Gotham.
-Lo lascia scappare così facilmente, professore?-
-Suppongo di sì...non aveva niente di interessante. Non collaborava... proveremo una seconda volta-
-E quando sarà questa seconda volta?-
-Presto...molto presto...-
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Quando Oswald rinvenne, non era più chiuso in quella gabbia infernale. Non era più ammanettato e drogato. Non era sempre visitato da psicologi e dottori. Era tutto finito e a salvarlo era stato l'uomo della sua vita. Si trovava nel suo letto e indossava il suo pigiamone.-Come ti senti?- si voltò al richiamo di quella voce, notando che Ed era seduto al suo fianco
-Ed!- Oswald si strinse debolmente ad Edward, a causa delle braccia ancora un po' intorpidite. Nygma gli accarezzò dolcemente la schiena -Sto benissimo...i-io ti ringrazio per avermi salvato.-
-Sai che farei di tutto per te..-
-Come hai fatto a trovarmi?-
-Storia lunga...Oh sul tuo comodino c'è un regalo per te- Oswald si voltò indietro e sulla superficie del suo comodino vi era il mazzetto di rose che Ed comprò ad Oswald quando tornò a casa. Sul suo volto si formò un sorriso sgargiante mentre ammirava quei fiori così belli.
-Sei un idiota- Oswald fece una risatina e gli stampò un delicato bacio sulle labbra. Ed ricambiò dolcemente tirando sopra di sé il corvino.
Gli mancavano le labbra di Edward, era una fra le cose di cui aveva bisogno in tutti quei giorni di prigionia. E ad Ed mancavano le calde labbra di Oswald.
Si stavano perdendo ancora una volta in quei baci pieni d'amore...Ed gli accarezzava delicatamente la schiena, e Oswald gli accarezzava a sua volta i capelli.
Si staccarono dopo un po', perdendosi nell'immensità dei loro occhi e dei loro sorrisi.-Stasera ti porto in quel posto speciale che ti accennai qualche sera fa-
-Davvero?? E cosa è?-
-È una sorpresa...lo saprai questa sera-
Oswald annuì sorridendo e si distese ancora una volta su di Ed, appoggiando la testa sul suo petto mentre il battito cardiaco di quest'ultimo lo cullava.
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Gangster don't cry.
Fiksi Penggemar[ Tv shows: Gotham - Ship: Nygmobblepot ] E se i ruoli si invertissero? E se a capitanare la mafia di Gotham ci fosse Edward Nygma detto anche Enigmista, e come capo di laboratorio della GCPD ci fosse Oswald Cobblepot? Da il loro incontro nascerà qu...