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Oswald aprì gli occhi svegliandosi in quel suo nuovo letto, cercò di alzarsi ma qualcosa glielo impediva e solo dopo notò la figura di Ed seduta a cavalcioni su di lui..era molto imbarazzante:

-Buongiorno dormiglione- Ed gli sorrise con un sorriso da ebete mentre osservava ogni lineamento del viso del minore

-C-cosa vuoi?- Cobblepot tremava, tremava per paura che gli facesse del male

-Abbiamo tante cose da fare insieme, ma prima permettimi di offrirti la colazione o la cuoca si offenderà-

-Che ore sono..?-

-Le 10:30, abbiamo tempo per  organizzare tante cose prima di pranzo-

-Oh no caro io devo andare a lavoro e poi devo fare una cosa e insomma..no. grazie per l'ospitalità e il cibo che mi hai offerto ma io non voglio stare un minuto di più con te.- Oswald riuscì finalmente ad alzarsi e a liberarsi dalle grinfie di Ed che lo guardava con gran divertimento

-Divertente, ma adesso il tuo lavoro non è più alla GCPD, ma ben si qui..ad aiutarmi a conquistare Gotham.-

-Tu sei completamente matto, amico!-

-Pensaci bene, potrai vendicarti di qualunque ti abbia fatto del male..con me e porteremo il nostro potere su chiunque!-

-Ed pronto?! Non voglio avere a che fare con i tuoi piani malefici, le tue conquiste, le tue stupide litigate con le Sirene ecc okay? Io ho altro da fare nella vita invece che fare il principino a capo dei suoi soldatini.. soprattutto oggi non ho tempo da perdere con te.-

Il minore si avviò zoppicante verso la porta della stanza, ma le parole di Ed lo fecero fermare:

-Stai andando da lei?-

-..lei chi?-

-Tua madre, stai andando al cimitero?-

-A te dovrebbe interessare per caso?. E poi, come fai a saperlo?-

-Perchè io so tutto..- Ed si alzò di scatto da quel letto a baldacchino e si avvicinò lentamente alle spalle di Cobblepot con voce diversa dal solito -Mi dispiace che sia stata uccisa..-

-Come fai a saperlo..?-

-Perchè è stato uno dei miei uomini ad ucciderla ma credimi..non l'ho ordinato io- Edward fece per appoggiare la mano sulla spalla minuta di Oswald ma quest'ultimo la scansò bruscamente.

-Ma perché non sei normale come tutti gli uomini? Ti credi tanto figo ma sei solo uno spilungone vestito di verde che uccide gente a caso per soddisfazione ma soprattutto un pazzo! Dovresti farti un giretto ad Arkham, almeno diventi normale!-

Ed guardò quello che sarebbe dovuto essere il suo nuovo amico abbandonare definitivamente la villa mentre le parole di Oswald lo distruggevano dentro, pezzo per pezzo.

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Barbara e le sue due amiche rientrarono al pub dopo aver concluso nuovi affari, ma quello che videro appena entrate le immobilizzarono sul posto: Jerome aveva addobbato il pub in stile natalizio ma allo stesso tempo, macabro.

-Oh mio dio.- esclamò Selina mentre guardava basita la situazione

-JEROME!-

-Oh buongiorno signore, non vi ho sentito arrivare..o forse si..ma chissene frega!-

-Hai seriamente addobbato un albero con coltelli al posto delle palline e proiettili al posto delle luci?- Tabitha rimase quasi stupefatta nel vedere cosa e come aveva addobbato quell'albero

-Ah si mi hanno aiutato il signor Tetch e quello spaventapasseri, però devo dire che hanno fatto un ottimo lavoretto-

-Come ti sei permesso di trasformare il mio night club in un covo per schizzati amanti del Natale?!-

-Oh bambolina non ti scaldaree-

-Il night club è anche nostro- accennò Selina ricevendo però un'occhiataccia da Barbara

-Ben detto, gattina-

-Apparte litigare per degli addobbi insulsi, perché non parliamo del fatto che Nygma sta per venire qui?- Tabitha sembrava tesa nel dire quelle parole, come se una nuova catastrofe stesse per arrivare

-Non viene più- aggiunse Jerome senza nemmeno guardare le tre ragazze -È andato a fare altre cose, quel deficiente quattrocchi AHAHAH-

-Chissà che genere di cose..- borbottò Barbara mentre si dirigeva ai piani alti del club.

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Oswald zoppicò lentamente verso a una delle tante lapidi in pietra piantate nel terreno, mentre con la mano sinistra tremante stringeva un mazzo di gigli bianchi che erano i fiori preferiti di sua mamma. Si inginocchiò davanti a una lapide, non curante del fatto che la neve fresca gli bagnava i pantaloni e cercò di trattenere grosse lacrime salate mentre pronunciava qualcosa:

-Ciao mamma ahah..il tuo bambino ti ha portato i tuoi fiori preferiti perché infondo è il tuo compleanno..- prese un attimo di pausa cercando di inspirare ed espirare regolarmente riprendendo con il suo discorso -Sai mamma..in questi ultimi anni, anche papà mi ha abbandonato e Richard mi picchiava sempre.. pensavo che mi amasse ma mi picchiava sempre, nonostante io lo amassi tantissimo..ma alla fine mi ha lasciato buttandomi pure fuori di casa ahah..- si asciugò una lacrima con la manica della giacca -però ho conosciuto un uomo ahah..è carino se posso dirlo, ma ora lo odio sempre di più. Uf..lasciamo stare ahah..mi manchi, mamma..mi manchi terribilmente tanto e-e darei qualsiasi cosa solo per averti affianco a me!-

Oswald non riuscì a trattenere le lacrime, e scoppiò in un pianto soffocato ma pieno di sofferenza:

-Sai mamma.. quest'anno sarà il primo Natale che passerò da solo..ma almeno sarò felice ahah siccome l'ultimo Natale passato in compagnia di Richard è finito con lui che mi mette le mani al collo ahah..-

Non ce la faceva. Non ce la faceva, troppe emozioni e troppa tristezza mista a rabbia e dolore riempivano l'animo di Oswald facendolo crollare definitivamente a piangere mentre la neve candida e bianchiccia cominciava a cadere.
Voleva essere supportato, coccolato, essere amato come solo sua mamma sapeva fare ma era completamente solo...o almeno così lui pensava: sentì una fredda mano posarsi sulla sua spalla e con un sussulto si voltò trovandosi davanti l'ultima persona che avrebbe voluto vedere al mondo, Edward Nygma.

Oswald restò per un'istante ad osservare quella figura slanciata con gli occhi gonfi di pianto, ma senza esitare un secondo si alzò da terra e crollò fra le braccia di Edward affondando la faccia sul suo caldo petto: Nygma restò shockato dalla reazione di Cobblepot, ma l'unica cosa che poté fare era quella di stringerlo fra le sue calde braccia fino a che non avesse consumato tutte le lacrime ancora rimaste da versare.

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Gangster don't cry.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora