Il duo uscì dalla stanza impugnando una pistola per uno. Non sentì spari e altri rumori provenire dalla sala principale, così si diressero a passo lento e sicuro verso quest'ultima.
-Sono qui per uccidervi se non era chiaro-
-Non sapevo lavorassi per Barbara, Giuda!- urlò Ed da una parte della casa. Victor si voltò verso la voce e sparò alcuni colpi a vuoto.
-Starei lavorando ancora per te, se non fosse stato per tante di quelle cose..- e cominciò ad avanzare a passo lento.
Zsasz si avvicinò sempre di più ad una stanza della casa attirato da una piccola ombra da dietro una porticina: piegò la testa in avanti per scrutare la persona dietro la porta. Oswald si trovava lì e stava tenendo ben salda la sua pistola a nervi saldi. Victor non se lo fece ripetere due volte, e avvinghiò il braccio intorno al collo del corvino puntandogli la sua pistola alla tempia. Oswald fece cadere la sua pistola nel tentativo di liberarsi, ma sentì una grossa forza tirarlo via verso la sala principale.
-Avanti Eddie...esci fuori...non vorrai mica ripulire il muro dalle cervella del tuo amichetto spero-
Nygma uscì allo scoperto, rimanendo pietrificato vedendo il modo in cui Zsasz teneva fra le sue braccia Oswald...aveva paura che quel piccolo uccellino si spezzasse per sempre.
-Butta giù la pistola-
-No.-
-Come?- Victor tolse la sicura dalla sua pistola e strinse ancora di più il braccio attorno al collo di Oswald.
-Ed per l'amor del cielo! Fai come dice!-
Edward gettò a terra la sua pistola, ma non poté fare a meno di sfidare il criminale con sfida...lo avrebbe fucilato all'istante per aver toccato Oswald, se avesse avuto il coltello dalla parte del manico.
-Perchè sei qui? Cosa vuoi?--L'ho già detto...sono qui per uccidervi per conto di Barbara. Cioè, l'unico obbiettivo sarebbe stato il pinguino ma un omicidio in più non mi guasterebbe la serata-
-Che c'entra lui?-
-Mi hai messo in secondo piano per lui. Mi hai lasciato come ruota di scorta solo per questo burattino...sei caduto fin troppo in basso. Vabbè, a parte le chiacchiere, devo ucciderlo- Zsasz lasciò Oswald per spingerlo verso di Ed. Adesso puntava la pistola verso entrambi.
-Non puoi ucciderlo, quella pistola è particolare...quella pistola può contenere solo otto proiettili e tu ne hai sparati ben otto proiettili-
-Ma se ricaricata, rimarrà sempre un proiettile pronto all'uso-
Victor aprì il fuoco verso di Oswald, l'unica cosa che poté fare fu quella di chiudere gli occhi e abbandonarsi al suo destino. Non sentì alcun dolore, neanche un graffio... sentì solo un gemito e un corpo cadere sul freddo pavimento della stanza. Il corvino aprì gli occhi, Zsasz era sparito ma con sé lasciò un brutto regalino: Ed era riversato sul pavimento, con una grossa ferita al ventre mentre il suo sguardo diventava sempre più spento...aveva fatto da scudo al proiettile che Victor aveva appena sparato.
Oswald si gettò al fianco di Ed e gli premette la mano sulla ferita aperta, mentre gli dava colpetti sulla guancia per non farlo svenire:-Ed! Ed! Ti prego guardami! Guardami Ed!- le lacrime gli cadevano giù come fiume su quelle guance rosse -Dimmi qualcosa! Ed parlami! Guardami!-
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Il dottore, quello di fiducia chiamato personalmente da Oswald, finì di visitare Ed dopo averlo operato d'urgenza per due lunghe ore:-Il mio lavoro qui è finito- il medico ripulì gli strumenti del mestiere e li rimise nella sua valigetta di cuoio nero
-Dottore...si rimetterà presto, vero?-
-Ma certo, il proiettile non ha colpito parti vitali e dovrà rimettersi entro qualche settimana-
-Deve prendere qualche medicina in particolare o chissà cosa?-
-No ma niente, non dovrà fare troppi sforzi e riposarsi il più possibile...ma sono sicuro che con te, andrà tutto bene-
-Che intende dire?-
-Si vede che ci tieni molto ad Edward, gli hai tenuto la mano per tutta l'operazione e non hai fatto altro che preoccuparti per lui...stagli accanto il più possibile, lo conosco da molti anni e non ho mai visto nessuno così affezionato a Nygma come te- l'uomo appoggiò una mano sulla spalla di Oswald, rivolgendogli un sorrisino gentile per poi andarsene.
Oswald sospirò esausto e si sedette sulla sedia accanto al corpo addormentato di Ed sul letto. Sembrava un angioletto...una piccola bambola di porcellana fratturata, ma anche così bello. Gli lasciò un delicato bacio sulla fronte e non appena il suo corpo colpì la sedia, si addormentò completamente esausto.
Era una sera, una sera di qualche anno fa. Oswald si stava preparando per uscire, nella casa dove viveva con Richard. Doveva andare a una cena a casa di Lee e Jim, e si stava preparando a regola d'arte. Quando ebbe finito, si diresse verso l'uscita ma venne richiamato da una voce alle sue spalle:
-Dove stai andando a quest'ora?- Oswald si voltò indietro alle parole del "fidanzato"...la prima cosa che gli saltò all'occhio fu la bottiglia di vodka mezza vuota fra le mani.
-Sto andando ad una cena, te lo dissi questa mattina che sarei dovuto andare a casa di Jim e Lee-
-Non è troppo tardi per uscire?-
-Tardi? Ma se sono appena le sette passate? Davvero...giuro che quando ho finito torno subito a casa...lo prometto davvero- Oswald abbassò lo sguardo. Ogni volta che gli parlava aveva il timore di lui... perché sapeva di cosa era capace.
-Ozzie...amore, che ti succede?- Richard passò una mano fra i capelli corvini di Oswald, costringendolo a guardarlo.
Oswald lo considerava un gesto carino, si sorprendeva quando il ragazzo gli mostrava segni di affetto invece dei soliti insulti...erano rari come una rosa nel deserto. Sorrise dolcemente, colmato dall'amore di quella carezza, ma in un nano secondo la situazione si ribaltò tragicamente: volò uno schiaffo sulla guancia di Oswald, forte e bello carico da lasciargli il segno per giorni.
-Non devi abbassare lo sguardo quando ti parlo, chiaro?!-
-S-Si...-
Un secondo schiaffo e alla fine un terzo, fino a far crollare Oswald sul pavimento con le lacrime al volto e il respiro irregolare preso da un forte senso di terrore.
-Chi ti ha detto che potevi andare a quella cena?! Eh?!- cominciò a prenderlo a calci, su tutto il corpo...era completamente impazzito.
Il corvino cercava di ripararsi da tutti i colpi che riceveva, ma era troppo debole per poter fare qualcosa...si lasciò alle lacrime e inerte a subire come un cane bastonato.-Sei proprio una vergogna...- Richard lo guardò malamente prima di andarsene come se nulla fosse appena accaduto.
Oswald cercò di alzarsi ma i suoi arti non collaboravano. Provò a gridare ma dalla sua bocca uscì solo un verso strozzato, e alla fine una tosse. Una tosse forte e rauca che però fece uscire dalla sua bocca calde gocce rosse: sangue.
La visita cominciava ad appannarsi mentre macchie rosse, nere e blu si fecero strada davanti ai suoi occhi...parandogli il mondo intorno a lui fino a chiuderli piano piano.
Non si presentò mai a quella cena.
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Oswald si svegliò di soprassalto. Era ancora buio nella stanza, ma poteva ancora vedere il corpo di Edward disteso davanti a sé addormentato.
D'istinto, gli afferrò la mano, fredda e bianca come un cencio, e la baciò con rapidità come se fosse stato costretto...invece era solo in preda alla paura.
Si avvicinò le mani al volto e poté sentire le guance completamente bagnate, ma non di sudore ma di lacrime.
Lacrime il cui significato aveva moltitudini di porte aperte.-
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Gangster don't cry.
Fanfiction[ Tv shows: Gotham - Ship: Nygmobblepot ] E se i ruoli si invertissero? E se a capitanare la mafia di Gotham ci fosse Edward Nygma detto anche Enigmista, e come capo di laboratorio della GCPD ci fosse Oswald Cobblepot? Da il loro incontro nascerà qu...