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Oswald aprì gli occhi, ma questa volta per davvero. Vide che il mondo intorno a lui era molto sfocato, ma subito dopo diventò tutto nitido. Si trovava disteso sul divano del soggiorno, accanto a lui c'erano alcune apparecchiature mediche: cercava di capirne il motivo del perché queste si trovavano lì, ma poi si ricordò di essere caduto in coma dopo l'incidente di quella sera.
Attaccata al suo viso vi era una mascherina per l'ossigeno, mentre sul suo petto, sotto l'enorme pigiama si trovavano dei vari fili per controllare le varie funzioni. Voltò leggermente la testa cercando con lo sguardo il suo amico...Ed giaceva addormentato sulla poltrona di fronte a lui, coperto fino al naso da una enorme coperta di lana.

Il corvino cercò di mettersi seduto ma la gamba dolorante non glielo permetteva. Gli faceva molto male, e con essa anche la testa. Oswald cominciò a staccare tutti i fili dal suo corpo, compresa la mascherina che da lì le varie macchine cominciarono a produrre un suono quasi fastidioso ma forte da riuscir a svegliare Edward.

-Oswald...oddio Oswald!- Ed scattò velocemente in piedi buttandosi al suo fianco -Oh signore...ti sei svegliato-

-Ed che è successo..?-

-Sei andato in coma. Da quel che ho capito per evitare un camion che stava venendo verso di voi, avete svoltato in un'altra direzione ma siete finiti giù per un dirupo di pochi metri.-

-Dov'è Jim..?-

-È in ospedale in gravi condizioni ma non sono sicuro della sua guarigione immediata-

-Fantastico...anche lui ora. Non volevo andasse così-

-Oswald, lo ha fatto per salvarti. Non è colpa tua, è stata una sua scelta- disse Ed accarezzando i capelli di Oswald con delicatezza

-Se lo dici tu.- con un po' di forza, Oswald riuscì a mettersi seduto sul divano e a guardare l'amico dritto negli occhi -Vado a sciacquarmi la faccia.-

-Oswald, non fare troppi sforzi... sei appena uscita da un coma e troppo sforzo non giova alla tua salute-

-Ed sto bene. Non ho bisogno di tutta questa compassione-

-Io mi preoccupo solo per te- Ed appoggiò una mano sulla gamba di Oswald, facendogli abbassare lo sguardo

-Grazie per l'interessamento.- da lì il minore si alzò dal divano abbandonando il salone mentre il maggiore lo guardava con aria interrogativa.
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Mentre si dirigeva in bagno, dalla stanza di Ed sentiva provenire una voce femminile, ma non era né di Ivy e né di Brigitte ma ben sì di Isabella: Ed non lo avevo avvertito della sua presenza.
Si avvicinò con passo lento alla porta socchiusa, accorgendosi che si trovava voltata di spalle con quel suo vestito nero mentre parlava al telefono con qualcuno.

-No non ho trovato ancora niente. Si lo so, ma è ancora presto per farlo fuori e poi c'è il suo migliore amico che mi intralcia il lavoro, quel Oswald Cobblepot. Faccio prima a togliere di mezzo pure lui...cosa? Devo aspettare ancora un po' prima di agire? Io non riesco ad aspettare ancora. Va bene... farò come ha detto...buona giornata.- Isabella chiuse la telefonata. Si voltò per andarsene ma si bloccò sussultando davanti alla presenza di Oswald -Oswald! Come ti senti? Tutto bene?-

-Smettila di preoccuparti per me.-

-Ma Oswald, che ti succede?-

-So cosa hai intenzione di fare sia a me che ad Ed. Chi sei realmente, Isabella? Sempre se ti chiami così-

-Oswald ma cosa stai dicendo? Ahahah il coma ha lasciato qualche effetto?-

-Mi prendi in giro? Ti ho chiaramente sentito che parlavi al telefono con qualcuno. Ci vuoi uccidere. Chi ti manda? Chi sono? Che cosa vogliono ottenere?-

-Povero Oswald- la donna cercò di appoggiare la sua mano sulla spalla di Oswald ma quest'ultimo si ritrasse disgustato -Il mio obbiettivo non sei tu, ma è Nygma. Se mi lasci fare il mio lavoro, tu vivi e lui muore. Pensaci bene potremmo prendere il controllo su Gotham io e te, mentre Nygma e le Sirene muoiono agonizzanti nel loro stesso sangue, pensaci bene!-

-Non te lo permetterò mai!-

-Solo perché lo ami non significa che potrai salvarlo-

-Come?-

-Oh andiamo Oswald, pensi che io non lo abbia capito? Pensi che nessuno lo abbia capito che ami Edward Nygma? Il tuo unico punto debole è il non essere ricambiato, a causa mia e la cosa mi fa alquanto piacere. Ma sappi che qualunque cosa succederà, tu non potrai salvarlo e tanto meno fare qualcosa per impedirlo.-

-Se mi stai minacciando, sappi che non mi fai paura...io ti impedirò di toccare Ed anche solo con un unghia, verrò a cercarti ovunque tu sia e ti farò mangiare il tuo stesso naso, insieme alle tue orecchie e agli occhi!-

-Sembri un clown, ma fammi il piacere...tu saresti in grado di fermarmi?-

-In una bara probabilmente si-

-Oh cielo. Vabbè, io torno da Ed...potrebbe insospettirsi. E si, stasera noi due ceniamo insieme a casa mia-

-Strozzati con la pasta.-

-Ci proverò, grazie per il consiglio culinario- Isabella fece un sorriso malizioso passando la mano sulla sua spalla mentre si allontanava al di fuori della stanza.

-(Prima a poi quella deve morire.)- pensò Oswald mentre stringeva forte i pugni.
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Come è andata quella sera veramente? Dopo essere caduti entrambi da quel dirupo, Jim ed Oswald si procurano varie ferite fra cui la perdita dei sensi. Erano passati più di venti minuti, come Oswald aveva promesso, doveva trovarsi al molo ma Ed non lo vide arrivare. Ritornò indietro a cercarlo, che trovò in fondo a quel dirupo dopo vari kilometri di strada. Chiamò un ambulanza per Jim, ma Oswald però lo portò via con sé nel suo furgone per poterlo curare in casa senza occhi indiscreti.
I soldi li nascose nella sua cassaforte personale, in camera sua ma anche se nascosti qualcuno era già pronto per fregarli.
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Era giunta sera. La famosa cena a casa di Isabella era giunta...anche con la non approvazione di Oswald. Ed cercò di rassicurarlo, ma soprattutto gli diede un sacco di raccomandazioni da fargli salire il latte alle ginocchia.

-Se c'è qualche problema non esitare a telefonarmi. Nella dispensa ci sono i nuddles da preparare in due minuti se caso mai avessi fame. Chiudi tutte le porte e le finestre, ma soprattutto le porte a chiave e non uscire dalla tua stanza e né tanto meno da casa, non è consigliabile. Se vuoi accendere il cammino, la legna è nel ripostiglio. Se caso mai volessi bere del vino, non esagerare come al solito perché potresti creare danni e-

-Ed basta! Tranquillo, andrà tutto bene non servono tutte queste raccomandazioni. Io mi guarderò un film alla tv e poi andrò a letto siccome sono molto stanco, tu divertiti e non pensare a me che io starò bene-

-Va bene, mi fido ma se dovesse succedere qualcosa chiamami-

-Ed. Non succederà nulla...fidati di me.-

-Okay...allora io vado, o Isabella mi darà per disperso ahah ci vediamo più tardi- disse Ed dandogli una pacca sulla spalla come saluto.

Alcune ore più tardi, Oswald era già a coricarsi sotto alle coperte del suo letto, Ed si divertiva in compagnia di Isabella e la situazione per entrambi era molto pacifica.
Qualcuno stava salendo le scale della villa di Ed, e pare che Oswald non lo sentiva. Ecco, si trovava davanti alla porta di Oswald e teneva qualcosa di scintillante ma non era ben chiaro. Entrò lentamente avvicinandosi al letto del corvino. Oswald, pur sempre dormendo, sentì subito dei passi avvicinarsi a lui sempre e sempre di più...era chiaramente Edward.

-Ed...Sei tornat- non finì la frase che sentì una fredda mano tappargli la bocca mentre delle lunghe unghie si conficcavano nella sua pelle.

-Ciao Ozzie- la donna scoppiò in una grossa risata mentre Oswald la scrutava per vederne il volto.

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Gangster don't cry.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora