Jimin's pov
Alla fine non mi era rimasto altro da fare che adempire alle sue richieste. Il danno aveva portato i suoi effetti, ora non mi restava nulla. La vita mi aveva preso in giro dall'inizio fino alla fine. Salvare tutta quella gente e colei che mi aveva messo al mondo, mi era sembrata la scelta più giusta da fare.
Se avessi agito diversamente, avrei vissuto col rimpianto nel cuore. E in tal caso, non sapevo se ce l'avessi fatta.
Privo di qualsiasi risoluzione, mi ero costretto a chiudermi in camera, mentre Jungkook pensava a come respingere tutto questo. Il secondo giorno era passato.
Mi aveva implorato di non fare idiozie, ed io avevo accettato di buon grado.
Come potevo rimanere impassibile ai quegli occhi così dolci e avvincenti al tempo stesso?
Al calare del sole, Hoseok, era stato così gentile da portarmi la cena. Odiavo essere fonte di disturbo per quelle persone che non avevano fatto niente di male.
I sensi di colpa tornarono ad attanagliarmi le viscere, opprimendomi i polmoni.
Avevamo scambiato giusto quattro chiacchiere, rompendo il ghiaccio. Solo quando poggiò il vassoio sul tavolo, notai due calici pieni di vino e un piccolo mormorio."Aspettalo sveglio."
Non avrei chiuso occhio nemmeno volendo, perché aspettare Jungkook, era diventata una delle cose che mi riuscivano meglio. Le troppe preoccupazioni lo stavano assillando, ed io non volevo infierire oltre.
Perciò, consumato il pasto, pensai a quanto avessi apprezzato la visita di Yoongi. Non avrei potuto chiedere di meglio. Lui c'era sempre stato, anche quando la solitudine sembrava la scelta più facile da adottare, lui c'era. Gli dovevo la vita.
Poi mi ero ritrovato a pensare a quanto fosse strano il destino, alle volte. Pensavo anche a come sarei diventato un giorno, se non avessi mai incontrato Taehyung.
Presi un paio di sorsi, senza però sfociare nell'esagerazione. Il troppo auto infliggermi, mi distrasse talmente tanto da non accorgermi che qualcun'altro era venuto a farmi visita.
Una bocca che conoscevo bene, baciò delicatamente le mie scapole, non prima di averle scoperte. Poi delle mani cinsero la mia vita, attirandomi a sé. Sentii il petto del mio compagno andare su e giù, in modo irregolare. Qualsiasi cosa lo ferisse, feriva anche me. Il respiro caldo si scontrò contro il mio orecchio, provocandomi un brivido freddo. Avrebbe mai smesso di farmi perdere la ragione?
Jungkook mi strinse forte, come se temesse di perdermi da un momento all'altro. Non sapeva però, che io non aspettavo altro.«Vedo che hai seguito il consiglio di Hoseok.»morse il mio lobo, poco garbato.
«La giornata sembrava non passare più.»rivelai così, dal nulla.
Tanto per chiarire.
«Io non ho fatto altro che pensare a te.»
Sorrisi come un bambino quando i propri genitori gli promettevano un regalo fantastico. In quel caso, era Jungkook il mio regalo.
Smisi di guardare il paesaggio al di fuori, e con un passo calcolato, recuperai il bicchiere intatto e glielo porsi senza complimenti. Dopotutto, se lo meritava.
«Bevi, starai meglio.»
Portò il bordo - decorato finemente - alla bocca, non staccandomi gli occhi di dosso.
Una volta fatto sparire il liquido giù per la sua gola, si permise di chiedere come avessi trascorso tutto quel tempo.
«Ho conosciuto Daphne, e la trovo splendida. Dopotutto, ti somiglia più di quanto avrei scommesso.»rivelai, sentendomi fiero senza motivo.
Lui alzò un sopracciglio, colpito da quelle parole sincere.«Mi stai adulando?»
«Per niente»mi affrettai a correggermi, anche se arrivato a quel bivio, c'era poco che potessi fare per tornare indietro.
Senza che potessi prevederlo, portò le mani, catturando le mie guance nei palmi freddi. Mi donò un bacio, poi due, tre, infiniti. Quasi non sentivo più le labbra.
Ripreso il fiato, poggiò la fronte alla mia, e gli si poteva leggere nello sguardo quanto stesse soffrendo. Tutto a causa mia. Forse se non mi avesse mai conosciuto, a quest'ora sarebbe stato al sicuro.
«Potrebbe essere la nostra ultima volta, ne sei consapevole?»mi chiese, in un sussurro concitato e breve.
«Allora rendiamola indimenticabile.»
Deglutii a forza. Sconfitto internamente e trattenendo le lacrime, lo baciai. Nel mentre, mi adoperai ai suoi vestiti, lanciandoli via, facendoli finire chissà dove. Quando mi era troppo vicino, perdevo il senno. I suoi respiri pesanti m'invitarono a sbrigarmi, come se davvero la fine del mondo fosse vicina.
E in un certo senso, era così.
Lo faccio per il tuo bene.
Finimmo per raggiungere il suo letto, dove per troppo lo avevo atteso. Le pelli si sfiorarono, riscaldandosi a vicenda. Un mantra che non potevamo evitare. Le bocche si scontrarono come mai avevano fatto, come se fosse realmente la nostra prima volta. E prima che potessi pentirmene, Jungkook mi attirò a sé, chiedendomi di farlo mio.
A quella richiesta, tornai con i piedi per terra. La testa era andata a farsi benedire. Affondai dentro di lui, entrambi rilasciammo un gemito grave. Un suono che non fece altro che portarmi a smarrirmi in lui, come da programma.
Non mi restava molto tempo.
Ogni ansimo venne coperto da un mio bacio, le unghie che scalfivano la mia pelle, chiedendomi di aumentare il ritmo delle spinte. Poi arrivò il fatidico momento, quello che mi fece pentire di averlo fatto.
Il corpo di Jungkook s'irrigidì dato il troppo piacere che gli avevo procurato, ma fu anche colpa del vino. Avevo agito d'istinto e non mi ero perso in chiacchiere.
«Cosa mi hai fatto?»mi chiese, fissandomi negli occhi, tetro.
«Ti farà dormire per un po'.»dissi, alludendo ad una delle mie erbe speciali.
«Perché lo fai?»
«Perché è anche una mia responsabilità. Devo farlo, lo sai meglio di me.»
«Ti farai ammazzare.»
«E' una questione tra me e lui»replicai, aiutandomi con le mani a coprirlo, per non fargli prendere freddo.«ed è ancora aperta.»
«Stai facendo quello che vuole.»lottò intensamente per non cedere al sonno.
Ma accettarlo, sarebbe stato meno doloroso per tutti.
«E' solo colpa mia se ci troviamo in questo disastro. Rimedierò in qualche modo, tu continua a vivere. Fallo per me, Hilal»feci una pausa, il groppo in gola.«spero che un giorno, tu possa perdonarmi.»
Storse la bocca in una smorfia sofferta, non credendo a ciò che stavo per fare. Probabilmente me ne sarei pentito, ma almeno potevo aggrapparmi a quella sentenza per trovare la forza di andare avanti.
«Io ti perdonerò sempre.»
Stava per perdere i sensi, perciò mi affrettai a metter fine a quel calvario.
«Ti ho amato nel modo più umanamente possibile, fino a logorarmi le ossa, fino a sprecare tutto me stesso. Ma l'ho fatto e questo conta più di qualunque altra cosa, per me.»
Chiuse gli occhi travolto da quella confessione che nessuno dei due si aspettava. Ed io non potevo che lasciargli un ultimo bacio, augurandogli il meglio.
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JUST ONE NIGHT ― jikook
FanfictionGrecia, 433 a.C. In quel tempo ogni forma d'arte stava incontrando la propria evoluzione, senza nessun tipo di freno. E gli uomini non potevano niente contro il volere imposto dal fato. Ciò che doveva compiersi era già stato scritto. In origine, fu...