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Magari fu solo il primo impatto a farmi dubitare di essere davvero sveglio.

Non bastò trovare l'altra parte del letto vuoto, no. In giro, albergava ancora il suo profumo dolce e fresco.

Dopo, ci fu uno schianto forte, e poi il nulla. Mille pezzi di vetro riempirono la mia visuale, poi, afferrato il manico dell'altro vaso, lo scaraventai a terra.

Il rumore che produsse rimbombò nelle mie orecchie, seguito da un altro urlo. Con l'aiuto di entrambe le mani, ribaltai il tavolo a pochi centimetri dal muro.

Non seppi quanti fogli caddero sparsi al suolo. Mi sentivo come un animale in gabbia, incolpando la mia scarsa comprensione per quella brutta piega.

Che cosa hai fatto?

Vedevo tutto nero, un fuoco sconosciuto mi stava logorando il petto. Volevo fermarlo, ma una fitta più forte delle precedenti, mi sorprese. Fu come se mille lame mi avessero trafitto tutte quante insieme.

È questo che si prova quando il tuo amore svanisce dal nulla senza darti troppe spiegazioni. Ero un involucro privo della sua sostanza, della sua anima. Poi delle mani avvolsero le mie spalle, scuotendomi.

Cosa stava succedendo?

La voce grave di Yoongi per un attimo, mi calmò. Ma non fu sufficiente. Sarei stato capace di prendermela con lui, nonostante fossi stato così stupido da aver permesso un tale gesto.

«Jungkook, smettila.»mi pregò, cercando di fermarmi e di riportarmi indietro.

Con uno scatto, scrollai da dosso il suo tocco. Ogni minima parola di conforto sarebbe servita ben poco.

«Lasciami.»

Yoongi, nonostante ciò, non mollò la presa per niente al mondo.«Mi stai spaventando.»confessò.

Solo Jimin dominava i miei pensieri, non c'era nessun altro. Faceva male. Ora ricordavo cosa mi aveva detto prima che il sonnifero mi accompagnasse fino alle profondità dell'ignoto.

Mi amava, l'aveva detto. Eccome se l'aveva detto. Fino a quel momento, credevo che non saremo mai arrivati a un punto di svolta così grande, troppo grande per due come noi. Se dovessi tornare a quella notte, quando i miei occhi vennero benedetti dalla tua presenza, e sapendo di andare incontro a tutto questo... L'avrei fatto una seconda volta.

Perché la prospettiva di una guerra non mi spaventa affatto, ma la minima idea di perderti, mi paralizza dalla testa ai piedi.

Se questo è vero, perché hai preferito rincorrere la morte piuttosto che restare al mio fianco?

«Sono furioso»dissi soltanto questo, e Yoongi intuì subito il perché.«Jimin è andato via, capisci cosa significa questo?»

«Lo sapevo.»

«Cosa?»

«So com'è fatto, perciò l'ho fatto seguire.»

Feci silenzio, ormai avevo esaurito le parole. Yoongi inclinò la testa, sfoggiando il suo tono saccente. Quello che raramente mostrava.

Come se fosse pronto a rivelarmi qualcosa che avrebbe cambiato irrimediabilmente le nostre sorti, alzò un dito.«Credevi che non avessi messo in preventivo quest'eventualità?»

Mi porse una pergamena, rilegata con cura, munita anche da un piccolo nastro nero. Una volta slegato, aprii il foglio lentamente, evitando di apportare eventuali danni.

Era un percorso segnato nei minimi dettagli. La pianta di quel palazzo, grande il doppio di qualunque avessi mai visto, mi portò a domandarmi in cosa potesse essermi utile.

«Che cos'è?»

«Una mappa per un passaggio segreto, Jimin l'avrà sicuramente usato. E noi faremo lo stesso.»puntò il dito su una linea nera, la quale era stata tratteggiata in modo quasi maniacale.

Iniziavo a capire.«Io farò lo stesso.»mi affrettai a precisare, concentrandomi su un piano.

«Non dirmi che vuoi affrontare quel pazzo da solo?»

Lo guardai dall'alto in basso. Credevo si fosse capito.«Esattamente.»

«Sei uguale a tuo padre.»

Questo commento fuori luogo, in altre situazioni, mi avrebbe portato solo un immenso fastidio. Ma il modo di Yoongi d'introdurre un argomento, scatenò la mia curiosità.

«Perché dici questo?»

«L'ho conosciuto.»

«Hai assistito alla sua ultima battaglia?»

Lui annuì, assottigliando gli occhi.«Un massacro, Kim fu spietato come pochi.»

«Kim?»

«Suo padre»confermò lui, riferendosi indubbiamente a Taehyung.«nessuno ti ha mai detto la verità?»

Strinsi con maggiore enfasi la mappa nella mia mano, arrivando quasi ad accartocciarla. La collera che fino ad allora ero riuscito a comprimere, tornò in superficie. Tutto era chiaro.

La storia stava per ripetersi.

«Ora sei accecato dall'odio, lo capisco.»Yoongi tentò di farmi ragionare, ma non poteva fare niente per convincermi a restare con le mani in mano.

Sapevo cosa fare.

«Levati di mezzo»scossi la testa, riferendomi al fatto che non dovesse ostacolarmi.«ora ho un motivo in più per ucciderlo.»

«Non sai a cosa vai incontro.»

Mi bloccai a metà strada, prendendo in considerazione le sue parole. Sì, aveva ragione e non potevo affermare il contrario.

Ma abbandonare Jimin, sarebbe stata l'ultima cosa che avrei fatto. Sarebbe stato un bagno di sangue, ma considerare la possibilità di una resa, era fuori questione.

«Ci rivedremo, Yoongi.»

JUST ONE NIGHT ― jikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora