Il breve picchiettio degli uccelli volare in alto nel cielo fu una delle poche cose che notai in quel giorno così commemorativo. Se il giorno prima mi avessero detto che questo non sarebbe mai accaduto, molto probabilmente non ci avrei creduto nemmeno io. Clio ed Aura avevano pensato bene di passare tutta la giornata in mia compagnia, compensando l'assenza di Jimin. Entrambe aveva imparato a conoscerlo, e dire che fossero molto incuriosite dalla sua cultura era dire poco.
Si poteva dire lo stesso di lui, dato che non faceva altro che concedersi a passeggiate lunghe, e a tratti estenuanti. Ma da parte sua, non ci fu mai un lamento; lo faceva perché era da troppo tempo che non sentiva quel calore amorevole riservato esclusivamente a lui. Avrebbe fatto di tutto per loro, le amava esattamente quanto le amavo io.
Presto, la notizia del matrimonio si diffuse per i sobborghi, fino ad arrivare agli alti ranghi. Ci aspettavamo una piega del genere, soprattutto in quel periodo di serenità dovuto alla vittoria contro Sparta.
Erano ben due giorni che non vedevo Daphne, troppo impegnata alle prese con il vestito e gli altri affari che solo un'altra donna potesse porvi rimedio. Preferivo non essere d'intralcio. Tra l'altro, Namjoon si era offerto di celebrare la funzione, ed io non potevo essergli più grato.
Nelle prime ore del mattino, quando ero giunto da Hoseok per confortarlo in qualunque modo, lo trovai pallido come un cencio, ancora seduto e svestito. Gli avevo poggiato la mano sulla spalla, domandandogli cosa lo spaventasse così tanto."E se dovesse pentirsene?"queste furono le sue parole, prima di guardare il terreno liscio e curato.
Trattenni una risata dovuta a quella battuta estremamente fuori luogo. Nonostante la sua giovane età, potevo dedurre che avesse pensato innumerevoli volte al suo futuro.
Non doveva temere nulla, perché il loro amore avrebbe pervaso chiunque avesse posato gli occhi su di loro. Il principio di una nuova vita, era finalmente giunto.
Poi ripensai alla proposta che gli feci una volta esserci avviati su per la collina, dove un paesaggio verde e naturale ci attendeva. Avevo meditato tutta la notte, capendo solo in extremis che sarebbe stata la scelta più adatta che potessi fare: avrei rinunciato alla mia posizione, non perché mi ritenessi inadatto, ma le cose erano cambiate troppo in fretta, cambiando anche me.
E ora come ora, avevo bisogno di altro. Ritenevo Hoseok un giusto erede, e dopo tutto quello che aveva passato, era il minimo che potessi fare. Mi aveva guardato negli occhi, sorridendo e accettando con piacere, capendo al volo le mie esigenze.
Arrivati a destinazione, intrattenne una conversazione con Namjoon, scaricando la tensione accumulata. Poi insieme agli altri presenti, attendemmo mia sorella. Quando i fili dell'arpa vennero pizzicati, piegai le ginocchia in avanti, girandomi verso la direzione opposta.
Il primo che individuai, fu Jimin, il quale stava cingendo il braccio della sposa, guidandola nel magnifico rituale. Lui stesso si era offerto di farlo, ed io non potevo essere più che felice di ciò. Vederlo mormorare parole affettuose a Daphne, mi riempii il petto.
Con la coda dell'occhio, vidi Hoseok restare fermo dove l'avevo lasciato e Namjoon nel frattempo, prese tra le mani un libro dedito a quelle occasioni. Non ci si poteva aspettare niente di meno.
I petali lasciati cadere a terra dalle bambine, vennero smossi successivamente dai passi compiuti dalla donna che andava incontro alla sua dolce metà. Un silenzio liturgico venne mantenuto tale fin quando non raggiunse Hoseok.
Dopo che la cerimonia venne portata a termine, tutti gli invitati furono fatti accomodare nella sala grande, dove il banchetto sarebbe stato servito di lì a poco.
Per quanto mi sforzassi a seguire la conversazione, non riuscii a staccare lo sguardo da Jimin, troppo etereo per quel mondo. Mi stava accarezzando affettuosamente il ginocchio quando balzò in avanti, spalancando la bocca.
«Mi sono ricordato che Yoongi vuole vederci, prima che faccia buio.»
Annuii a quella pretesa, pensando a cosa potesse essere. Con il tovagliolo, pulii la bocca di Clio, sporca di zuppa, mentre le mani del mio compagno erano troppo impegnate ad intrecciare le ciocche di Aura, in modo da creare delle graziose trecce.
Il minuto seguente, mi concessi un altro brindisi, e Daphne corse tra le braccia di Hoseok per concedergli un altro bacio.
Il primo di molti altri.
Verso la fine della festa, la mano di Jimin trovò la mia e insieme, lasciammo in anticipo la mandria, ancora vivace e pronta ad altri balli sfrenati.
Quell'allegria però, aveva contagiato anche me, a tal punto da fermarmi e attirare il biondo a me. I sorrisi ad incorniciare quella notte magica e un bacio scambiato troppo in fretta. Ci fu un solo schiocco, prima che una voce roca ci richiamò.
«Meglio tardi che mai.»proferì Yoongi, rilasciando una risata di scherno.
«Volevi vederci?»
Jimin fu il primo ad avvicinarsi, sospirando per averlo lì con sé. Ultimamente si erano visti poco e la sua mancanza si era sentita eccome. Non potevamo negarlo.
Il più grande annuì, in risposta.«Sì, volevo che foste i primi a porgere i miei saluti.»
Jimin si allarmò all'istante.«Per quale motivo?»chiese, preoccupato.
«Vado via. Renderò te e gli altri liberi.»
«Parti?»
«Sì, ho già deciso»sintetizzò, a braccia conserte e senza possibilità di rinuncia.«il mio tempo qui è finito.»
Jimin non attese oltre, perché non c'era niente che potessimo fare per fargli cambiare idea. Il suo tono fermo non ammetteva repliche.
Lo abbracciò di slancio, stringendolo forte.
«Come farò senza di te?»
L'amico di una vita scosse la testa, sorridendo al vuoto.«Hai Jungkook.»gli ricordò, più serio di prima, come se fosse ovvio.
«Grazie per essere stato il fratello maggiore che non ho mai avuto.»gli sussurrò Jimin ad un orecchio e anch'io mi unii a quell'addio così caldo e doloroso.
«Grazie davvero.»aggiunsi, sentendo un groppo in gola salire sempre di più.
Yoongi mi rivolse un cenno col capo.«Prenditi cura di lui come hai sempre fatto.»e dopodiché mi porse la mano.
Gliela strinsi senza ripensamenti, promettendo in silenzio ciò che avrei fatto per gli anni a venire.
«Lo farò.»
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JUST ONE NIGHT ― jikook
FanfictionGrecia, 433 a.C. In quel tempo ogni forma d'arte stava incontrando la propria evoluzione, senza nessun tipo di freno. E gli uomini non potevano niente contro il volere imposto dal fato. Ciò che doveva compiersi era già stato scritto. In origine, fu...