47.

526 69 8
                                    

Jimin's pov

Feci scorrere le dita sulla linea ben definita della sua schiena, ascoltando i suoi ansimi d'approvazione nel frattempo. Si era addormentato tra le mie braccia, vinto dalla spossatezza. La guancia premuta contro il cuscino imbottito di lana e le mani congiunte al di sotto, gli donarono un'aria più dolce ai miei occhi.

Prima d'ora, non mi sarei mai sognato di provare sensazioni così smaniose, come questa. Jungkook aveva la straordinaria capacità di trasformare qualsiasi cosa che facesse, in un vero e proprio culto d'interesse.

Almeno, per quanto mi riguardava.

Tenne ancora gli occhi chiusi, benché potessi vedere il vibrare delle palpebre ancora serrate. Con un sorriso malandrino, tracciai un sentiero di baci umidi sul suo petto, e in risposta, un mugolio si riverberò contro quelle quattro pareti che fungevano da protezione.

Senza rifletterci due volte, l'avevo già sovrastato col mio corpo, le lenzuola bianche e fini a coprirci per evitare che prendessimo freddo.

Baciai pacatamente i suoi capezzoli, mordendoli e tirandoli a me di tanto in tanto, fin quando le sue mani non raggiunsero il mio fondo schiena, il quale accarezzò e strinse a suo piacimento.

Un piccolo gemito scappò dalle mie labbra, tentato da quell'approccio così animalesco da parte sua. Non ne potevo fare a meno.

Il timore di non condividere più momenti simili, aveva acceso qualcosa in me.

Avevamo ritorno in silenzio, lasciandoci alle spalle le ceneri di un popolo che aveva incontrato la propria rovina troppo presto. I pochi ribelli, vennero scortati al cospetto del consiglio, in attesa di giudizio.

Ovviamente, fu anche un modo per evitare qualsiasi tipo di sommossa. Pochi furono i sopravvissuti, la furia degli Dei superiori aveva vinto su ogni cosa, e noi non potevamo fare altro che accettarlo.

Arrivati ai piedi della villa Jeon, come due saette, Clio ed Aura fecero la loro comparsa, accogliendoci con un sorriso estremamente esagerato; non furono in grado di aspettare oltre, troppo preoccupate per la nostra incolumità.

Dedicarono maggior tempo ad Hoseok, dato che avevano assistito allo struggimento della madre per tutta la durata della missione.

Io invece, mi ero preoccupato di dar da mangiare ai cavalli, sicuramente esausti per la grande fatica a cui erano stati sottoposti. Poi Daphne abbracciò ognuno di noi, l'angoscia le aveva giocato brutti scherzi: come tutti, aveva temuto per la vita di Jungkook e Hoseok, ritenendoli due incoscienti.

Yoongi invece, riuscii a restare calmo, ma per poco non pianse dalla troppa felicità.

Altri schiocchi vennero riprodotte in quella stanza che non aveva conosciuto altro che questo.

Jungkook alternò i baci con delle risate di scherno.«Non ti stanchi mai?»aggrottò le sopracciglia, assumendo un espressione infantile, quanto adorabile.

«Che domande sono queste, mio signore?»

Durante il viaggio di ritorno, mi aveva raccontato come l'oracolo l'avesse avvertito sul mio conto e su come il destino di tutta Atene sarebbe stato compromesso se il nostro amore avesse continuato a vivere. Di certo, non mi sarei aspettato risvolti così terribili.

A quell'aspettativa, Jungkook aveva preferito sacrificare tutto se stesso per me. Nessuno mai, aveva pensato di arrivare a tanto. Dopotutto, ero stato il primo ad aver disobbedito alle sue richieste, perciò, non me ne sorpresi minimamente.

Mossi entrambi da un qualcosa di più grande della fama.

Jungkook sospirò, chiudendo di nuovo gli occhi e aspettando la fine insieme a me.«Avevo una gran paura di perderti.»

«Ma non è successo.»

Incrociò le gambe all'altezza dei reni, accogliendomi dentro di sé come se mi stesse aspettando da una vita intera.

Gemette sommessamente, un misto di dolore e brama di avere sempre di più.

«Prendi sempre tutto alla leggera.»mi rimbeccò lui, usando quel tono che sapeva usare negli attimi meno appropriati.

Siamo irrecuperabili.

Presi a muovermi al suo interno con conformità, mentre lui separava – per quanto gli fu possibile – le gambe, permettendomi un maggiore accesso.

I gemiti di piacere furono così forti e acuti da coprire gli echi prodotti dalle nostre carni a contatto diretto.

Leccai una porzione del suo collo, avvicinandomi poi al suo orecchio.«Ti fidi di me?»gli chiesi, nonostante tutto quello che ci aspetterà in futuro.

Annuì saltando dopo aver recuperato un poco di lucidità tra un momento di stallo e l'altro.

«Sì, mi fido di te.»

JUST ONE NIGHT ― jikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora