Cap. 4 - Malefici

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"Perché l'avete lasciata entrare?" sbraitó Grima. "Chi vi ha detto di..."

"Ospiti...inattesi..." mormoró Théoden. Alzó lentamente lo sguardo verso la donna. Goneril notó subito che i suoi occhi erano appannati: come ci fosse stata una patina a coprirne le iridi celesti. "...e importuni." finì. Stava biascicando.

"Giusto, mio signore. Credo che Gambling non abbia compreso i vostri ordini."
Grima alzó la voce, irritato con il soldato. "Avevamo detto, porte chiuse e niente forestieri! Quale parte di questo ordine ti è poco chiara, vice-capitano?"

Gambling non si scompose. Replicó secco: "Da sempre il nostro regno accoglie chi propone accordi. Qua fuori c'é un esercito mercenario. Re Théoden non ha mai respinto i visitatori prima del tuo arrivo, Grima."

"Mercenari..." disse ancora Théoden, in un rantolo. "Niente...accordi."

Grima si lasció scappare un sorrisetto di trionfo. "Hai sentito il Re, Gambling? Credi di potere eseguire le volontà del nostro signore, e sbattere questa donnetta e la sua gente fuori dal nostro territorio, o ti sarebbe troppo difficile?" lo provocó.

"L'unico che dovrebbe essere sbattuto fuori da qui sei tu

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"L'unico che dovrebbe essere sbattuto fuori da qui sei tu." intervenne Goneril. "La tua sola presenza offende questo luogo."

Grima e Gambling rimasero zitti per qualche attimo, sorpresi da quell'improvvisa impertinenza. La donna squadrava il consigliere del Re: se i suoi occhi fossero state lame, Vermilinguo sarebbe caduto a piccole fettine sul pavimento in pietra.

Poi l'ometto si riprese. "Tu insulti il più devoto suddito del Re proprio in presenza del Re? Vuoi quindi che la tua vita finisca quest'oggi?" disse Grima, provando a mettersi dritto. Ma non gli riuscì. Goneril ebbe l'impressione che fosse gobbo: la sua schiena sembrava incurvata come il ramo di un salice. I capelli unti e neri come la pece gli incorniciavano un viso grottesco, pallido, malato. Profonde occhiaie brunastre circondavano i suoi occhi: sembrava non dormisse da anni.
Nel complesso, la donna lo trovó ributtante.

"Non ho offeso." rispose comunque lei. "Ho detto che sei inopportuno in questo luogo. Allora, lascia che ti chiarisca meglio ció che intendo: io trovo che saresti più adatto nel ruolo di giullare... il tuo corpo deforme sarebbe perfetto per la maschera di buffone. Ogni re che si rispetti ne ha uno, da che mondo e mondo."

Gambling sentì un guizzo di perfida gioia nel cuore. Non aveva affatto simpatia per i soldati mercenari, ma quella ragazza era stata l'unica ad aver trattato Grima esattamente come meritava. Le avrebbe quasi stretto la mano per congratularsi. Prima di lei, solo Éomer e Théodred lo avevano affrontato a muso duro.

Tutti odiavano Grima, ma la fiducia incondizionata che Théoden aveva riposto in lui lo rendevano praticamente intoccabile.

"Guardie!" urló lui, incredulo. "Guardieeee!"
Stava per dare ordine di arrestarla, Gambling ci avrebbe scommesso. Anche la donna lo aveva intuito: il suo occhio esperto notó subito che Goneril aveva piegato un braccio dietro la schiena, e stava per estrarre qualcosa da sotto la cintura. Gambling immaginó fosse un'arma. Con uno scatto si portó dietro di lei e le bloccó il polso. "No." le sussurró. "Non così. Lascia fare a me."

La donna dell'EstDove le storie prendono vita. Scoprilo ora