Cap. 49 - Battaglia nella foresta

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L'urlo di Nim si elevó oltre le cime degli alberi secolari. Riecheggió nel palazzo, e arrivó alle orecchie di Morath. Subito corse dalla figlia.

"Roswehn!" gridava la ragazza Elfo, accovacciata a terra, col capo dell'amica poggiato sulle sue ginocchia. "Roswehn! Parlami! Parlami!"

L'anziana donna umana, peró, non dava alcun segno di vita. Anzi, le gote raggrinzite stavano già assumendo il tipico colorito cinereo dei cadaveri.

"Madre! Aiutami!" gridó Nim a Morath, quando la raggiunse. Anche altri Elfi erano accorsi: tutti assiepati attorno a Nim, che disperatamente scuoteva il corpo di Roswehn, nel tentativo inutile di riportarla indietro. "Non risponde! Non respira!"

"Smetti! Smettila, Nim!" le disse Morath, che non ci aveva messo più di un secondo a capire. "...se ne é andata."

La figlia, peró, non pareva arrendersi a quell'evidenza. Continuava a sfregare le mani di Roswehn con le sue, come se tentare di scaldarle potesse in qualche modo riportare una scintilla di vita nella donna. "No! Si è sentita male anche prima...ma adesso si riprenderà! Ci vuole solo del tempo! Portatemi un cuscino...glielo metteró sotto la testa finché...."

"La sua anima ha lasciato il corpo! É in pace, ora." disse Morath, cingendo con le braccia quelle della figlia, che si dimenava, ancora incredula. Poi si giró verso gli altri Elfi. "Qualcuno ci aiuti a portare Roswehn nelle stanze del Re. E un soldato vada a dare la notizia a Lord Thranduil. É partito alla ricerca del figlio...dovete raggiungerlo!"

"Noooo!" urló Nim, che finalmente realizzó. "...l'ultima volta che ci siamo parlate abbiamo litigato! Se ne è andata prima...prima che potessimo riconciliarci! Non é giusto!" gridó, mentre quattro guardie issarono il cadavere dell'umana e si diressero verso gli appartamenti reali.

"Nim...ascolta: io credo che Roswehn non abbia mai avuto una vera amica in vita sua. A parte te. Un minuto non puó cancellare quello che sei stata per lei, né quello che hai fatto per lei, nei suoi anni qui a Boscoverde. Non avrei rimorsi, se fossi in te." cercò di consolarla sua madre. "Doveva succedere, lo sapeva anche lei...le restava poco da vivere. Se ne é andata in serenità. Ha rivisto suo figlio, e il Re. Ti prego, Nim. Smetti di piangere."

La ragazza elfo si appoggió a una colonna. Si portó un lembo della veste agli occhi, per asciugarli. "Il principe...il Re... sono lontani. Dovevano starle vicino. É così ingiusto!" singhiozzó ancora. "Perché devono morire...perché gli umani devono morire?!"

Morath poggió la mano sulla spalla della ragazza Elfo. "Perché é la loro natura. Cosí dev'essere, secondo la volontà di Eru. Questa sera dovremo iniziare la veglia funebre. Accendiamo candele e facciamo bruciare l'incenso, come nostra usanza. Dovremo anche preparare Roswehn, cambiarle l'abito. Il Re deve vederla al meglio, fin sul letto di morte. Aiutami, Nim."

L'Elfa scoppiò di nuovo in lacrime. Anche Morath era rattristata dalla situazione, ma a differenza di sua figlia, aveva compreso da tempo che Roswehn sarebbe rimasta poco con loro. Si era mentalmente preparata a un'eventualità come quella, e sapeva di dover essere forte anche per Nim: la giovane Elfa non aveva esperienza in fatto di morte così come non aveva avuto esperienze in fatto di amore, prima di incontrare Hazel.

"Il Re...sarà distrutto alla notizia...e Haldir..." continuava Nim, "...oh mamma...il principe..."

"Entrambi sapevano che il destino della mortale era questo. Sarà penoso per loro, ma sopravviveranno. Ti lascio sfogare il tuo dispiacere, so che le volevi bene. Ma dopo avró davvero bisogno di te. Fatti forza, e appena puoi raggiungimi nella grotta del Re." Le disse sua madre, per poi dirigersi verso gli appartamenti sotterranei.

La donna dell'EstDove le storie prendono vita. Scoprilo ora