Cap. 43 - L'Ombra dell'Est

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"Qual'é la situazione?" chiese subito Thranduil, appena la guarnigione di Elfi gli venne incontro a cavallo.

Un'intera notte di viaggio da Dale ai confini di Eryn Galen, con Roswehn seduta in sella davanti a lui. La teneva per la vita, perché temeva perdesse l'equilibrio. Non era stata una buona cavallerizza a vent'anni, figurarsi a ottanta.

Era in corso un attacco a sud della Foresta. Avevano dato fuoco alla zona attorno a Dol Guldur. Thranduil sentiva ogni foglia bruciare, ogni radice incenerirsi, ogni animale soffocare dal fumo o ardere vivo. Sentiva il suo bosco morire.

"Legioni di Orchi, mio signore. L'attacco é iniziato a notte inoltrata. Abbiamo dapprima visto gli animali della foresta risalire a nord. Scappavano terrorizzati. Gli uccelli....stormi interi si sono levati in volo e si..." il soldato si fermò. Osservava il volto della misteriosa figura seduta in sella con il Re.

"...Roswehn?!" chiese il soldato.

"Salve, Hazel." lo salutò lei. Si meravigliò della sua memoria. A Dale dimenticava cosa aveva fatto da un'ora all'altra, ma lí era perfettamente in grado di riconoscere un volto visto l'ultima volta trent'anni prima. Era come se l'aria di Boscoverde avesse dato una potente sveglia alle sue facoltà mentali. E quello era un capitano elfico, che aveva lasciato quand'era ancora un soldato di fanteria. Ricordava i suoi begli occhi celesti e quei capelli color nocciola da cui aveva preso il nome.

Thranduil si rivolse al soldato. "Ascoltami. Esigo un rapporto su ciò che sta succedendo a Sud. Quanta parte di foresta se ne é già andata. Quanti dei miei Elfi sono stati mobilitati per la difesa. Feren e Varian devono raggiungermi nella sala dei consigli al più presto." poi strinse Roswehn a sé. "Da' ordine a Nim di preparare una stanza nei sotterranei, un alloggio vicino al mio. Per lei."

"Sarà fatto, Sire." rispose Hazel.

"Thranduil... il bosco brucia?" chiese la vecchietta.

"Sí, amore mio. Ma tu devi stare tranquilla. Ti faremo sistemare nel luogo più protetto del reame. Dirò ad Haldir di starti vicino. Non aver paura." mormorò il Re. Poi gli venne un dubbio angoscioso. Guardò di nuovo il suo soldato. "Mio figlio, dov'é?"

"Il principe é nelle sue stanze, Maestà. Come avete ordinato, lo abbiamo sorvegliato ogni minuto." rispose Hazel.

Thranduil spronò il cavallo a proseguire. "Svelti, allora. Torniamo a Palazzo. C'é molto da fare."

"I aran erein!" urlò Hazel. In elfico, la frase significava: fate passare il re.
Subito la compagine di Elfi in uniforme si aprí in due colonne distinte, per lasciare il sovrano e la sua scorta proseguire.

Thranduil rifletteva sul da farsi. Organizzare in poco tempo una difesa sarebbe stato un problema. La Foresta era sempre stata una barriera impenetrabile a Nord. Le Montagne al centro del gigantesco bosco delimitavano il confine fra la zona sotto l'influenza di Sauron e il territorio abitato dagli Elfi Silvani.

La chiave era la fortezza di Dol Guldur. Da lí arrivava l'energia dell' Oscuro, lí viveva quel Nazgûl, Khamûl, detto l'Ombra dell'Est. Era uno dei signori umani a cui Sauron aveva corrotto l'anima donandogli un Anello. Un Uomo dell'Est, diventato ormai uno spettro al servizio di Mordor. Era potente quasi quanto il
Re Stregone di Angmar.

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