Cap. 15 - I Mannari di Gundabad

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"Si avvicina."

Legolas osservava un punto lontano all'orizzonte. "Avevi ragione."

"É solo?" chiese Goneril.

"Sí. É un esploratore. Altri arriveranno." confermò l'Elfo.

"Pensaci tu. E fallo velocemente, prima che si spinga troppo verso la gente di Rohan. Se lo vedono si scatenerà il panico." gli ordinò lei.
Goneril e Legolas avevano raggiunto a piedi la collina più alta di quella valle arida e gelata. La donna sapeva riconoscere gli ululati dei Mannari, che erano molto diversi da quelli dei lupi comuni. Uno solo poteva essere eliminato con relativa facilità, ma una decina no. Erano animali potenti, feroci e sempre affamati. Se avessero aggredito la gente di Théoden avrebbero fatto una strage.

"Non darmi ordini." rispose Legolas, senza nemmeno guardarla. Dall'inflessione gelida della sua voce, era evidente il suo disprezzo.

"Superbo come tuo padre." ribatté Goneril. Non aveva mai incontrato Thranduil, ma le voci sul suo caratteraccio erano ricorrenti. A parte aver cacciato via il suo Guaritore più esperto senza troppi complimenti, negli anni aveva più volte dato ordine di chiudere i confini di Boscoverde, in una sorta di solenne distacco dal resto del mondo. La nomea di Re di Ghiaccio era assolutamente appropriata.

"Cosa sai di mio padre? Niente. Non parlare di lui, perciò." ribatté l'Elfo. "E sarà meglio per te starmi lontano."

Goneril si avvicinò a lui. "Minacci di uccidermi? Fallo adesso, allora: é l'occasione perfetta, gli altri sono lontani, non ti vedranno. Poi, potresti dire a tutti che é stato un Orco." Sembrava che lei si divertisse un mondo a provocarlo.

Legolas continuava a scrutare il panorama. La spianata davanti a loro sembrava un deserto di erba giallognola e secca. Il cielo tuttavia era terso e azzurro, quasi che Eru avesse voluto benedire quell'esodo con una luminosa giornata. L'udito finissimo dell'Elfo gli suggeriva che il lupo di Gundabad stava arrivando. I Mannari, infatti, venivano allevati a Gundabad, quella Roccaforte che delimitava il confine con Angmar, il regno del Nord in cui era morta sua madre due millenni prima.

"Non sfidare la mia pazienza." mormorò il Principe di Eryn Galen.

"Lo so. Non lo farai. Non potresti. Voi Elfi non siete assassini. Io invece, saprei esattamente come trattare una come me." sorrise la donna.

"Allora datti la morte da sola, e libera questo mondo dalla tua presenza." aggiunse Legolas.

"Non credo di poterti regalare questa soddisfazione. Il mio tempo non é ancora arrivato, caro Principe." rispose lei, poi vide la sagoma del Mannaro, con un Orchetto in groppa.
"Sta arrivando...ma che fa quell'idiota?!" esclamò. Aveva notato Gambling avvicinarsi a cavallo, stava passando sotto l'altura su cui si trovavano Legolas e lei. Un altro soldato lo accompagnava.

"Tornate indietro, voialtri!" provò a urlare, ma fu troppo tardi: il lupo in un balzo fu addosso ai due uomini. Gambling fu sbalzato di sella e cadde rovinosamente sulla schiena, e al suo compagno andó peggio, la bestia gli strappò via mezza faccia con un morso. Legolas incoccò la freccia e la scagliò dritta fra le fauci dell'animale, che stramazzó a terra. In un lampo saltó giù dalla rupe e uccise anche l'Orco esploratore, con un taglio preciso sotto al collo.

"Grazie dell'aiuto." ringhió a Goneril, che era rimasta a osservare la scena dall'alto.

"Te la sei cavata splendidamente da solo, mi pare. Avvisiamo gli altri." rispose lei.

La donna dell'EstDove le storie prendono vita. Scoprilo ora