Cap. 11 - Tradimenti

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Goneril continuava a tenere la spada puntata alla gola di Aragorn. Si girò verso Gandalf, che era entrato nella grande sala del trono, dove lei e il ramingo si fronteggiavano.

Approfittando della momentanea disattenzione della donna, Aragorn afferrò la lama della spada con una mano e la scostò dal suo volto. Si ferì, e un rivoletto di sangue gli scese lungo il polso.

"Ecco, ora sulla mia spada c'è il sangue di un Re." ghignó la guerriera, tornando a guardarlo.

"Hai sentito quello che ti ho detto?" Incalzó lo stregone.

"Ho sentito solo una grande stupidaggine." Rispose lei. "... Tu stai dicendo che io sarei figlia di Théoden?"

"Precisamente. Ne sono più che sicuro." ribattè il mago.

"E perché ne sei così sicuro?" sorrise la Generalessa, evidentemente scettica. "...perché somiglio una donna che abitava qui molto tempo fa? Basi su questo la tua potente deduzione?"

"Questa domanda la farai a Théoden. Tu e lui avete molto di cui parlare." disse Gandalf.

Nel frattempo, arrivarono anche Legolas e Gimli.

"Cosa succede qui?" borbottó il Nano. "... vi riunite senza di noi?" sbottó seccato.

"No, amico mio. Sta' tranquillo." sorrise Gandalf, dandogli una  pacca sulla spalla. "...dov'è il re? È rimasto alla tomba di Théodred?"

"Sì." rispose l'Elfo. "Il dolore per lui ancora troppo forte."
Legolas non aveva mai assistito a un funerale umano. Gli era sembrata una cerimonia tristissima e, per certi versi, grottesca. Non riusciva a immaginare un corpo seppellito sotto sei piedi di terra e lasciato alla mercé dei vermi.

Si accorse che la donna lo stava osservando. Lo squadrava da capo a piedi, con quell'espressione arida e malvagia che Legolas stava imparando a detestare.

"In attesa che Théoden mi annoi con le sue domande, vorrei scambiare qualche parola con te, Elfo." gli disse infine. "In privato."

Aragorn, Gandalf e il Nano si guardarono sorpresi.

Legolas annuì. "D'accordo."

"Dopo di me. Là dentro." disse lei, e si diresse verso una piccola sala, arredata con un ricco tappeto rosso e oro. Richiuse la porta cigolante, non appena l'Elfo fu entrato a sua volta.

"Cosa vuoi." chiese lui. Era diffidente.

"Dimmi... come sta tuo fratello?" domandó Goneril, mentre i suoi occhi da gatta si fissavano in quelli egualmente felini dell'elfo.

Legolas trasalì. Rimase in silenzio per qualche istante, poi rispose. "Ma di che parli?"

"Non fare la commedia con me. So tutto della tua famiglia. Sto parlando del tuo fratello mezzosangue, che vive a Boscoverde, nascosto agli occhi di tutti...forse persino a quelli dei vostri sudditi." disse lei, con il suo solito sorriso perfido. "Il secondogenito di tuo padre, che il grande re elfo ha avuto con una donna umana, sessant'anni fa."

Legolas distolse gli occhi da lei.

"Sì, guarda pure da un'altra parte. Ma io conosco la verità, in ogni dettaglio. E ti sto chiedendo, come sta il tuo fratellastro." disse lei.

Legolas mormoró. "Come l'hai saputo?"

Goneril sospiró. "Beh, è una lunga storia. Diciamo solo, che ho incontrato qualcuno che veniva dal tuo reame, tempo addietro. Un vostro... vecchio suddito. Un Guaritore. Fu cacciato via da tuo padre proprio a causa di quella faccenda. E mi raccontó la storia."

La donna dell'EstDove le storie prendono vita. Scoprilo ora