Cap. 21 - L'alba

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"Voglio quello."

Goneril aveva trovato un allevamento di cavalli nella grande città di Pelargir, capitale del Pelennin, uno dei distretti di Gondor.

Dieci anni prima della battaglia al Fosso di Helm, il vecchio generale Mainard aveva condotto i suoi Cinquecento verso i territori popolati dagli Uomini, in cerca di nuovi incarichi.
Stavano stanziando ormai da settimane in quel luogo, senza aver concluso nulla, dato il periodo di relativa pace. Un piccolo esercito di mercenari non trovava facilmente lavoro, senza guerre incombenti. Avendo tempo a sufficienza, la giovane guerriera ne aveva approfittato per guardarsi intorno e pensare ai suoi affari. Ricordava il consiglio di Amon
(procurati un buon cavallo) ed era venuto il tempo di dargli ascolto.

C'era, in città, un famoso allevatore di nome Ossian, che aveva fondato una scuderia prestigiosa. I suoi animali costavano una fortuna, si diceva.

Goneril si era incuriosita e un pomeriggio di Settembre aveva deciso di fargli visita.

"Stai seriamente dicendo di voler acquistare uno dei miei cavalli? Hai idea di quanto costano?" le aveva chiesto l'ometto, che non era molto più alto di lei e poteva avere sessant'anni. Aveva dedicato tutta la sua vita a quelle bestie. Chiedimi di mostrarti poesia in movimento, e ti mostrerò un cavallo, diceva sempre.

"Ho passato una buona fetta di vita a selezionare i migliori stalloni e le migliori giumente. Io credo, anzi, sono sicuro, che una ragazza come te non possa...ecco...permettersi uno dei miei animali. Non so se mi spiego." aveva detto.

"I soldi non sono un problema. Voglio quello." era stata la risposta di Goneril, che aveva indicato un puledrino nero: il piccolo saltellava e scalciava in un piccolo recinto. Era appena stato svezzato.

"Quello é troppo giovane. Ed é davvero al di fuori della tua portata. Discende dal cavallo di un re elfico. Sto aspettando che cresca per iniziare ad addestrarlo, e poi lo offrirò a qualche sovrano, o governatore. Se proprio insisti, laggiù ci sono puledri già addestrati un po', costano meno e posso privarmene senza problemi. Sono anch'essi esemplari eccellenti, comunque." aveva spiegato Ossian.

"Cento monete d'oro." aveva risposto Goneril, seccamente. "Tutte subito."

Ossian aveva strabuzzato gli occhi per un breve istante, ma poi si era ricomposto. "Credo che tu non mi abbia capito. Quello non é per te. Non farmi ripetere ciò che dico."

"Centocinquanta." aveva continuato lei. "Non mi importa che non sia addestrato. Ci penserò io."

"Come mai una ragazza dispone di cosí tanto denaro?" aveva chiesto Ossian, incredulo.

"Non sono affari che vi riguardino. Allora, cosa rispondete?" aveva insistito lei, di rimando. "Non credo ricevereste un'offerta simile da altri."

"Sí, invece. Ho venduto cavalli per trecento monete d'oro, mia giovane signora. Non sono cifre che mi impressionino. E con quel puledro, potrei superarle." aveva ribattuto l'allevatore, ineffabile.

"Duecento. Saranno tutte in mano vostra oggi stesso." aveva rilanciato lei. Di fronte a una cifra simile, l'uomo avrebbe ceduto, Goneril lo sapeva. Cosí come sapeva che non aveva mai venduto un cavallo per trecento monete d'oro. A quei tempi, con una somma simile si poteva edificare un palazzo. Nessun Re degno di questo nome avrebbe sprecato così tanto denaro per un cavallo. I mercanti erano astuti e bugiardi, ma altrettanto era Goneril.

Ossian aveva tentennato, poi la sua fronte si era riempita di goccioline di sudore. Certo, era una cifra impressionante per un puledrino.

"Siete indeciso?! Non riesco quasi a crederci. Dovreste accettare senza fiatare." aveva detto Goneril.

La donna dell'EstDove le storie prendono vita. Scoprilo ora