Cap. 30 - Scelte

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Hammon osservava il simbolo sul suo scudo.

Un cerchio perfetto, mezza luna e mezzo sole uniti.

Asad, uno dei veterani, che prima di darsi alla guerra era stato pittore e intagliatore, aveva passato tre settimane a ornare tutti i loro scudi con quella raffigurazione.

Goneril l'aveva ideato: quell'immagine stava a significare che la loro compagine poteva combattere alla luce del sole, ma anche nelle tenebre.

Il giovane capitano non si era capacitato della sua improvvisa fuga. Li aveva lasciati a Rohan senza preavviso, di notte, ed era sparita. Li aveva gabbati come Degarre aveva provato a fare con lei.

Hammon si era sentito terribilmente in colpa per quella faccenda...per quel tentato tradimento.

Quando il suo pari grado gli aveva proposto di mettersi in marcia per Gran Burrone, dopo il loro ritorno dalla foresta di Fangorn con Lassalle moribondo, inizialmente si era opposto. Aveva convinto Degarre ad aspettare un giorno in più, gli aveva detto che era loro dovere rimanere in attesa del Generale. Gli aveva detto che gli ordini dello Stregone erano stati quelli di aspettare all'accampamento, e che Goneril sarebbe arrivata presto.

Degarre aveva riso. Lo aveva preso in giro. "Hammon, tu sei uno sciocco. L'hai sentita: vuole andare a Isengard da sola, vuole uccidere Saruman...come fosse facile. Te lo dico io, la donna infine è impazzita del tutto. Sapevo sarebbe successo, non credevo così in fretta però." gli aveva detto. "Quel vecchio deve averla uccisa."

"No. Non credo. L'hai detto anche tu, lo Stregone bianco non sembrava malvagio. E ha salvato la vita a Lassalle, non dimenticarlo." aveva ribattuto Hammon.

"Questa era solo una mia sensazione. Potrebbe averci convinti della sua buona fede per far sì che ci togliessimo dai piedi. Voleva rimanere solo con Goneril, forse per eliminarla dopo aver sentito del suo progetto di andare a Isengard a cercare Saruman. Gli Stregoni fanno tutti parte di un Ordine, e proprio Saruman è il loro capo. Quel vecchio che abbiamo incontrato nel bosco è soggetto a lui, e avrà tentato di difenderlo, uccidendo chi lo stava minacciando. Cioè...la nostra cara Generalessa." aveva spiegato Degarre.

"E allora perché non ha fatto fuori anche noi, o non ci ha trasformati in sassi o piante o in qualche maledetto animale del bosco?" aveva chiesto Hammon, perplesso. "Quello Stregone ha detto che Saruman é stato destituito. Non é più il capo di quell'Ordine, non avrebbe avuto motivo di proteggerlo. No Degarre, c'è qualcosa che non torna in tutta questa storia."

"Hammon, dammi retta. Goneril è andata, è bella che morta ormai. Per mano di quel Gandalf o di qualche Orco...è sotto terra adesso. E l'oro è a Gran Burrone. Andiamo a prendercelo, è nostro. Dopo, quando le tue tasche si riempiranno di piccole monete tintinnanti, non penserai più a Goneril te lo garantisco." aveva ghignato Degarre.

Ma Hammon aveva scosso la testa. "Non sappiamo se è morta!" aveva sbottato. "Potrebbe tornare. Potrebbe tornare e se vedrà che siamo spariti...il cielo ci aiuti, allora."

"Te la fai sotto come un lattante." aveva riso l'altro. "Sei ancora giovane, amico mio, capisco le tue preoccupazioni...ma io non ho passato gli ultimi dieci anni della mia infame vita a lavorare per la gloria. Ricordi cosa prometteva Goneril? Che con quei soldi avrebbe costruito un regno...tutte baggianate, follie di una donna consumata dal desiderio di vendetta. Quella aveva venduto la sua anima alla morte, Hammon, per motivi che non ci ha mai spiegato. Ma cento casse d'oro non sono baggianate. Esistono e sono là, nella valle di Imladris. E sono lì per noi, adesso."

"Sono anche sue. Se è viva, e se noi ci impossessiamo di quelle monete senza il suo consenso, verrà a cercarci. Rifletti ti prego..." erano state le parole di Hammon.

La donna dell'EstDove le storie prendono vita. Scoprilo ora