Cap. 45 - Guerra

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Seduto su una sedia vicina al letto di Roswehn, Haldir rifletteva.

Sua madre aveva chiesto di coricarsi subito dopo il suo arrivo a Palazzo, una volta che Morath ebbe preparato il suo nuovo alloggio. Non aveva nemmeno voluto consumare un pasto. Una notte intera a cavallo l'aveva spossata.

Il principe si trovò a domandarsi se la decisione di suo padre di riportarla a Eryn Galen fosse stata giusta.

L'aveva fatto per lui, ne era consapevole. Il Re aveva visto il dolore sul volto del figlio, all'idea di non rivedere più la madre umana, e il suo cuore paterno non aveva retto. L'aveva strappata da quella casupola sulla collina, a Dale, per fare in modo che i due si riunissero.

Anche Thranduil immaginava che a Roswehn restasse poco da vivere. Poco, secondo la prospettiva di un Elfo. Il giovane Haldir aveva sentito dire che gli umani potevano superare i novant'anni di età, in certi rarissimi casi arrivare al secolo di vita. Ma, in generale, si spegnevano nel decennio fra gli ottanta e i novanta.

Sua madre ne aveva già ottantasei, e ogni risveglio poteva essere l'ultimo, ogni volta che si addormentava avrebbe potuto non aprire più gli occhi, ogni giorno era prezioso. Per questo il Re aveva deciso di riaverla con sé, di nuovo nel suo Regno. Insieme, fino alla fine.

Haldir osservava il petto di sua madre alzarsi e abbassarsi durante il sonno. In quella grotta adattata a camera da letto non entrava il sole. Erano spazi sotterranei. Roswehn, però, era abituata alla luminosità del suo giardino, in cui adorava sedersi in primavera. Avrebbe dovuto adeguarsi ancora, come aveva fatto sessant'anni prima, all'oscurità, all'umido, al silenzio.

Certo, il principe era contento di averla lí. Si chiese però se fosse giusto obbligare la donna a passare gli ultimi anni, o mesi, o giorni di vita, in un ambiente del genere. C'era già stata, ma quando era giovane e piena di curiosità ed entusiasmo. Ora, non c'era più nulla di nuovo da scoprire, e le cose con Thranduil erano cambiate. Non potevano piú essere amanti. Erano solo due genitori, riuniti per amore del figlio.

"Cosa farai, adesso, mamma?" disse lui, rompendo il silenzio. Roswehn non poteva più nemmeno andare a passeggiare nel bosco, il Re non l'avrebbe consentito con tutti i pericoli che c'erano.

"E io, che faró?" si chiese.
C'erano un terribile attacco in corso, a Sud. Aveva sentito Feren e Varian discuterne. Gli Orchi stavano dando fuoco a decine e decine di alberi e arbusti. Volevano cancellare l'intera Foresta di suo padre, portarlo alla disperazione e obbligarlo ad arrendersi. O forse, il loro piano era semplicemente eliminare la razza degli Elfi Silvani dalla Terra, cominciando dagli abitanti di Boscoverde. Fare terra bruciata di tutto.

Anche il Lothlórien era stato attaccato, ma il potere immenso di dama Galadriel aveva respinto i nemici.

Thranduil non aveva quella magia. Non poteva fare nient'altro che resistere con il suo esercito. Legolas era lontano, impegnato in un'altra battaglia.

Toccherebbe a me difendere il reame...a fianco del Re pensò il principe. Era il secondogenito, era una sua responsabilità ben precisa. A parte per il piccolo particolare...che suo padre non voleva. Gli aveva categoricamente proibito di avvicinarsi all'armeria, e aveva minacciato di punire durante chi avesse osato dare una spada, o un arco, a suo figlio.

Peró Legolas è andato in guerra rifletté di nuovo, alzandosi dalla sedia. Sta rischiando la sua vita. Dovrei farlo anch'io, se in me ci fosse un po' d'onore.

Inizió a camminare avanti e indietro per la grotta, preso da un attacco d'ansia e frustrazione. Sapeva combattere, era stato addestrato bene da Feren.

La donna dell'EstDove le storie prendono vita. Scoprilo ora