Cap. 19 - Pioggia

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"Sta succedendo qualcosa a Legolas, padre." disse Haldir, avvicinandosi lentamente a Thranduil. Il Re stava osservando la foreste di sempreverdi dalla grande terrazza ad Est. Un forte vento scuoteva le cime di quegli alberi imponenti.

"Lo so. Me lo dice il vento." rispose sommessamente il Re Elfo. "La voce di sua madre risuona nell'aria e nella mia mente."

"É in pericolo?" chiese il giovane Principe.

"Temo di sì." disse Thranduil.

"Non andrai da lui?" chiese di nuovo Haldir. I suoi lunghi capelli biondi vennero scompigliati da un'improvvisa folata. Non erano lisci come quelli del
Re e di Legolas. Erano ondulati, un'altra caratteristica ereditata da Roswehn.

"No. Legolas deve superare da solo tutte le prove che il destino gli riserva." ribatté freddamente Thranduil.

"Allora andró io." rispose Haldir.

Il Re si giró di scatto a guardarlo. "Cosa?!"'

"Andró io. Non lasceró mio fratello da solo." fu la risposta del principe.

"Non ci pensare neanche. Il tuo posto é qui, al sicuro. Lo sai." ribatté Thranduil. Poi tornò a guardare il panorama. "Ieri sono entrato nelle tue stanze. Ho visto che i volumi che dovresti leggere sono ancora chiusi. Stai trascurando i tuoi doveri. In quelle pagine c'é tutto quello che devi sapere per prepararti al tuo futuro."

Haldir incrociò le braccia sul petto. "No. Mi sto impegnando come mi hai chiesto. Ma la mia mente non é libera. Sono preoccupato per mio fratello." rispose Haldir. "Avresti dovuto lasciare andare me al concilio di Elrond. Perché non l'hai fatto?"

"Perché tu sei troppo importante. Non puoi lasciare questi confini protetti. É una cosa che ti ho ripetuto infinite volte." spiegò Thranduil, con tutta la pazienza di cui fu capace. Suo figlio aveva ereditato dalla madre umana anche l'insopportabile testardaggine, e la totale incuranza verso i suoi ordini.

Haldir somigliava cosí tanto a Roswehn. Tanto da fargli male, ogni volta che lo guardava. Il viso di Haldir era quello della donna: gli stessi occhi, le stesse labbra piene, la stessa deliziosa smorfia perennemente imbronciata. Era più bello di Legolas, e probabilmente anche di Thranduil stesso.

"Sei andato a Dale due notti fa." continuò Thranduil. "Non capisco perché insisti nel disobbedirmi."

Haldir guardò il padre. "Come lo sai?"
Era sorpreso.

"Me l'ha detto Morath. Lei e sua figlia dicono che ogni mese vai dai mortali, e parecchie volte. Perché? Ti ho detto di non farlo." disse  Thranduil.

"Perché lí vive mia madre. Non puoi chiedermi di dimenticarmi di lei..."
il principe girò lo sguardo altrove. "...come hai fatto tu." aggiunse in un sussurro.

Thranduil gli lanciò una delle sue occhiate taglienti come lame. "Non dire mai più una cosa simile."

Haldir sostenne lo sguardo. Era arrabbiato. "Perché non vai mai a trovarla, padre? É anziana, é vero, ma é ancora viva. Non le restano molti anni. Io...non capisco perché non vai mai a sincerarti sulle sue condizioni."

"Perché abbiamo giurato entrambi che le cose sarebbero andate cosí. Ho promesso di non andare mai a cercarla, dopo la sua scelta di tornare fra la sua gente. Lo ha voluto lei, Haldir. E io, mi attengo a quel giuramento." spiegò Thranduil.

"Ma non ti manca? Vi siete amati tanto..." chiese il figlio.

"La Roswehn che ho amato non c'é più. Lo hai detto tu stesso, é cambiata." rispose Thranduil.

La donna dell'EstDove le storie prendono vita. Scoprilo ora