Cap. 8 - I tre viandanti

523 29 0
                                    

"Insomma, che vuoi da me?" sbottò Goneril, dopo che i suoi soldati si furono allontanati.

Gandalf l'aveva obbligata a rimanere lì con lui, nel mezzo di un bosco oscuro. La donna camminava avanti e indietro, come una tigre in gabbia. Sapeva di non potersi allontanare, o lo stregone l'avrebbe inchiodata di nuovo al tronco di un albero con la sua magia.

"Aspetteremo insieme i tre di cui ti ho parlato. E intanto..." rispose Gandalf, osservandola. "... voglio chiacchierare un po' con te."

"Chiacchiere?! Ti ho già detto che non ho tempo da perdere. Lasciami andare a Isengard, a risolvere la questione con Saruman." disse lei. "Non sto scherzando."

"Eh già, e questo è proprio un gran peccato." disse bonariamente lo stregone. "Dovresti scherzare ogni tanto, ridere, vivere la vita con più leggerezza. Invece, temo che sul tuo volto non sia passata nemmeno l'ombra di un vero sorriso da molto, molto tempo."

Goneril aggrottó le sopracciglia. "Non staró qui ad ascoltare queste sciocchezze." gli disse. "Hai interrotto la mia stramaledetta missione, e mi stai facendo perdere una montagna di quattrini."

"Éomer non ti avrebbe mai pagata, lo sai, nemmeno se tu gli avessi portato Saruman fatto a pezzi. E poi, tu non vuoi soldi dal regno di Rohan." rispose Gandalf, accendendosi la sua lunga pipa, che portava appesa alla cintura della veste.

"Ma che stai dicendo?" ribatté la donna.

Gandalf si sedette su un grosso masso e inaló una boccata di fumo, e poi la guardó pensieroso. Goneril sentì la sua coscienza aprirsi di fronte allo sguardo del vecchio, come se egli stesse cercando di entrare dentro di lei attraverso le porte della mente. Tentó di resistere, ma lo stregone riuscì a far breccia nei suoi pensieri. Lo sentì spiare nei suoi ricordi come un bambino che spia da dietro una porta socchiusa.

"Da dove vieni?" le chiese all'improvviso.

"Da Nord." rispose lei, girandosi e dandogli le spalle. Non era molto educato, ma Goneril non era mai stata particolarmente attenta alle buone maniere.

"Da un paesino ai piedi dei Monti Azzurri, vero?" incalzó Gandalf.

"Spii nella mia mente, stregone? Allora non farmi domande, se conosci le risposte." disse la donna.

"Conosco quasi tutte le risposte, in effetti. Ma c'é un piccolo angolo della tua anima che ti ostini a tenere chiuso, sbarrato, perfino a te stessa." confermó Gandalf. "Tu hai bisogno di aiuto, e posso dartelo. Devi peró aprirti a me."

"Davvero generoso da parte tua." sorrise lei, girandosi verso il vecchio. "E in cambio cosa desideri? Cosa posso offrirti, perché tu possa salvare la mia anima perduta?"

"Nulla." rispose semplicemente Gandalf. "Hai mai pensato che, a volte, il nostro aiuto puó essere dato agli altri senza pretendere niente in ritorno?" le chiese. Poi sospiró. "No, non concepisci nemmeno una cosa simile, giusto? Il tuo spirito mercenario non puó elevarsi così in alto da comprendere. Tu sei pronta a sacrificare la vita dei tuoi uomini, perfino dei giovanissimi come quel Lassalle, in cambio di forzieri pieni d'oro. Come potresti capire..."

Goneril si scostó una ciocca di capelli neri dal viso. "Precisamente. Non puoi biasimarmi perché ho scelto questa via. In questo mondo, vivere con cinismo è l'unica strada per andare avanti."

"Ti sbagli. Oh, come ti sbagli."commentó Gandalf. "È l'arma dei mediocri, invece. Come il sarcasmo." Poi si mise a braccia conserte, reggendo la pipa nella mano destra. Un lungo filo di fumo salì attraverso l'aria rarefatta. "Voglio farti altre domande. Puoi anche non rispondermi." le disse.

La donna dell'EstDove le storie prendono vita. Scoprilo ora