41|| Problemi

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È passato un giorno da quando Luke mi ha chiamata e ancora non ho sue notizie, ma oggi non posso permettermi di stare a casa dal lavoro, devo assolutamente andare, anche perché devo incontrare Justin Hummer.

Una volta dentro l'edificio, mi dirigo verso l'ufficio del signor Hummer e sto per bussare alla porta, quando un tacchettio di passi rumoreggia pesantemente nel corridoio.
Mi volto e la vedo: Lara.

"Che ci fai qui?" mi domanda sgarbata.

"Nulla che ti debba interessare." rispondo con tono neutro, bussando alla porta.

"Avanti." dice il signor Hummer dal suo ufficio.

"Ha bisogno più di me che di te." conclude lei, passandomi davanti come una saetta ed entrando nell'ufficio del capo.

Respira Daphne.
Non la vuoi uccidere.
Non la vuoi strozzare.
Non le vuoi strappare i capelli.

Ma sicuramente non rimango qui fuori ad aspettare che lei faccia i suoi comodi, quindi decido di entrare lo stesso.

"Quanta gente." dice Justin vedendoci entrare.

"Signore, le ho portato il suo caffè e i documenti da firmare entro oggi pomeriggio." dice Lara, leccandogli per bene il sedere.

Ridicola.
Odiosa.

"Grazie mille. Signorina Reed, ha bisogno?" dice poi, rivolgendosi a me.

"Ehm, sì. Avrei bisogno di parlarle." dico.

"Lara, puoi lasciarci?" le dice lui.

"Sì signore." risponde lei, guardandomi in cagnesco. Subito dopo se ne va sbattendo un po' troppo la porta.

"Allora, che deve dirmi?" mi chiede Justin infilandosi gli occhiali da vista.
Che uomo affascinante. Ha gli stessi occhi blu di suo figlio. Solo meno luminosi.

"Ehm, si tratta di Luke." ammetto.

"Immaginavo." sospira.

"Ha bisogno del suo aiuto; Potrebbe essere condannato ad almeno 2 anni di carcere."

"Lo so, so già tutto." sbuffa.
Sembra scocciato. E deluso.

"Vede signorina, mio figlio è sempre stato un po' ribelle, finché è riuscito a trovare il suo posto nel mondo grazie a questo lavoro. Lui è il futuro dell'azienda, quindi non posso permettermi di mettere in rovina il frutto del mio lavoro solo per una stupidaggine che ha fatto, ma allo stesso tempo lui deve capire cosa sbaglia o cosa fa bene. Quindi penso che qualche mese in carcere non gli farebbe male."

Decisione dolorosa.
Come può lasciare suo figlio in uno schifoso carcere?

"Ne è sicuro? È sempre suo figlio, signor Hummer." dico.

"No, non ne sono sicuro, ma ha fatto uno sbaglio che mi ha deluso molto e ha bisogno di una punizione."

"Se mi permette, non so se sia la cosa giusta."

"E cosa farebbe lei?" mi domanda.
Ha gli occhi che chiedono pietà.
Si vergogna molto di ciò che ha fatto il figlio.

"Io lo salverei dal tribunale e dalle accuse, poi lo metterei in riga. In fondo non è più un ragazzo, ormai è un uomo e credo sappia quando commetta errori."

"Mh, prenderò in considerazione la sua idea." dice osservandomi attentamente.

"Grazie signor Hummer."

ATTI IMPURIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora