34|| Cuore spezzato

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"Ben tornata!" esclama mamma, non appena varco la soglia di casa.

Devo fingermi felice.
Almeno per lei e papà.

"Come è andato il viaggio? E Jarade come sta?" mi chiede.

"Sono un po' stanca per via del jet-lag, ma il viaggio è andato bene. Jay sta benissimo, è sempre il solito."

"Sono contenta! Sai, mi mancavi molto!"

"Anche tu, mamma." dico abbracciandola.

"Papà dov'è?" chiedo.

"Tuo padre è andato a prendere le pizze. Sarà qui a momenti."

"Non credo che sarà buona come quella italiana." sghignazzo.

"Già." ride lei.

"Vado in camera, sistemo la valigia e sono tutta tua." dico schioccandole un bacio sulla guancia.

"Ah Daphne, aspetta! Quel ragazzo, come si chiama? Ah sì, Luke è passato di qui ieri sera e mi ha detto di darti questa." dice porgendomi una lettera.

"Oh..va bene."

"È tutto apposto fra voi?"

"Certo." dico salendo le scale e rinchiudendomi in camera mia.

Che fare ora? La apro o non la apro? Tanto ormai che ho da perdere? Decido di aprirla e leggo:

'Ciao Daphne, non so perché ti stia scrivendo questa lettera quando potrei chiamarti o raggiungerti, ma mi sento di darti spiegazioni in questo modo. Tu sei una persona importante per me, così come lo sono i miei affari di lavoro. Purtroppo, prima di conoscerti, ho dovuto vendere me stesso per ottenere certi risultati lavorativi e tuttora devo continuare in questo modo. Non sai quanto soffra per questo, ma non vedo altre soluzioni. Spero tu riesca a capire cosa intendo. Ti prego di perdonarmi.
Ricorda solo una cosa: sei sempre la mia bambolina.
Spero a presto,
Luke.'

Che significa tutto ciò? Che significa 'ho dovuto vendere me stesso per ottenere certi risultati lavorativi'?

Ho bisogno di risposte e al più presto.

Scendo quindi al piano di sotto correndo come una furia.

"Tesoro, che succede?" mi chiede mamma allarmata.

"Giuro che ti spiegherò tutto. Torno più tardi." dico uscendo dalla porta e salendo in macchina velocemente.

Nel frattempo provo a chiamare Luke, ma non risponde.
Non importa, credo di sapere dove si trova.

Mezz'ora più tardi raggiungo la famosa villa di vetro dei genitori di Luke.

Scendo dall'auto e busso alla porta.

Qualche secondo dopo una donna che riconosco bene mi appare davanti.

"Ancora tu?" dice stizzita Paula.

"Dov'è lui?" chiedo ignorandola.

"Non sono affari tuoi."

"Dimmi dov'è."

"Paula, chi è?" chiede la sua voce in lontananza. È così bella anche se distante.

"Nessuno!" grida lei e fa per sbattermi la porta in faccia, ma la blocco con le mani.

"Fammi entrare." ringhio.

"Vattene e subito!"

"Daphne?!" grida Luke apparendo dietro Paula.

È così dannatamente bello. Lo odio.

"Dille di andarsene!" grida lei, esasperata.

"Spostati Paula." dice Luke facendosi spazio tra lei e me.

"Vai al diavolo Luke!" urla spostandosi e andandosene in chissà quale parte della villa.

"Daphne, che ci fai qui?" mi chiede lui facendomi entrare.

"La lettera. Dimmi cosa significa quello che mi hai scritto." dico.

"Non posso. Non adesso."

"Allora dimmi perché ti stavi baciando lei ieri."

"Non posso dirtelo ora."

"Allora continua così Luke, ma senza di me."

"Daphne, per favore.."

"No. Pensavo che venire qui potesse in qualche modo risolvere i miei dubbi, invece non ha fatto altro che moltiplicarli."

"Daphne..."

"Mi fai schifo e mi fa schifo quello che hai detto ieri al telefono a Jarade."

"Avevo bevuto, non sapevo.."

"No, Luke. Non puoi prenderti gioco delle persone sai?"

"Dannazione! Vuoi veramente sapere come stanno le cose?! Be', Paula è una risorsa fondamentale per il mio lavoro, ma non avendo i soldi sufficienti per pagare i suoi progetti, devo ripagarla in altro modo! Ecco Daphne, ora sai tutto!" grida fuori controllo.

All'improvviso un senso di nausea mi invade la gola.

"Fai sesso con lei in cambio di lavoro?" chiedo incredula.

"Sì. Lo so, faccio schifo, ma non so come altro fare."

"Luke.. tu...tu.." non riesco a terminare la frase che le lacrime cominciano a ricadere nuovamente.

"Ehi, non piangere.." dice avvicinandosi a me.

"Non mi toccare!" grido tra i singhiozzi.

"Tu sei l'unica per me, l'unica. Non lascerò che questo ci rovini."

"Allora fa qualcosa!" dico e me ne vado via, correndo, proprio come sono arrivata.

"Daphne aspetta!" continua lui rincorrendomi e bloccandomi un braccio.

"Lasciami stare! Sei un porco! Mi fai schifo!"

"Ti prego, questa cosa mi uccide, non posso perderti dannazione!"

"Mi hai già perso!"

Di colpo Luke mi lascia il braccio e si accascia a terra con il viso tra le mani.

"Se vuoi andartene vai, non sono nessuno per farti restare." dice con voce strozzata e lo sguardo basso.

Ho bisogno d'aria e decido di andarmene immediatamente, prima di creare altri dolori in me.

Sfreccio verso casa e, quando arrivo, cerco di respingere le lacrime in modo da non far preoccupare mamma e papà, poi finalmente entro.

Davanti ad una buona pizza riesco quasi a dimenticare Luke e comincio a parlare di Jarade e del viaggio a Roma, poi, dopo cena, vado immediatamente a dormire.
Voglio dimenticare questa giornata.
Voglio dimenticare lui.

Mentre mi addormento due occhi blu si fanno largo tra la mia mente, sarà una lunga notte.

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Hey!
Vi chiedo scusa se il capitolo è un po' più corto degli altri, ma è un periodaccio.
Lunedì ho l'ultimo esame e, se andrà tutto bene, cercherò di aggiornare più volte alla settimana!
A presto amici!

😊

ATTI IMPURIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora