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Questa mattina mi sono svegliata un po' in anticipo, così ho deciso di fare le cose con calma.

Dopo una colazione abbondante con succo e fette biscottate, ho deciso di farmi una doccia, ma non prima di controllare il cellulare per vedere se avevo chiamate o messaggi importanti.

Ho ricevuto solamente due messaggi in segreteria telefonica, pensavo peggio:

"Buongiorno signorina Reed, sono la segretaria del dottor Smith, le ho fissato l'appuntamento che ha richiesto per questo venerdì alle ore 15.00. Arrivederci."

Wow, che velocità! Non vedo l'ora che Lara si sottoponga al test, ho come l'impressione che sia solo una bugiarda.
Soddisfatta, ascolto poi il secondo messaggio:

"Hey sono io, Luke. Ho bisogno di vederti bambolina. Non so come uscire da qui, ho la testa che mi scoppia a forza di interrogatori, avvocati e accuse infondate. Mi manchi. Spero di vederti presto."

Dio..
Luke.
Quanto manca anche a me.
Darei l'anima per vedere i suoi occhi blu posarsi su di me.

Devo fare qualcosa per vederlo, prima però mi faccio il bagno nella vasca così mi schiarisco al meglio i pensieri.

Entro quindi nella vasca e l'acqua calda mi rilassa immediatamente i muscoli.
Chiudo poi gli occhi cercando di non pensare a niente, quando sento un rumore provenire da dietro la porta.
Mamma e papà sono già al lavoro, quindi avrò soltanto immaginato.

Invece, qualche secondo dopo, un tonfo rimbomba da chissà dove.

"Mamma? Papà?" grido.

Nessuna risposta.

"Siete voi?" riprovo.

Ancora nulla.

Mentre decido cosa fare, la maniglia della porta del bagno comincia a muoversi.

Non so per quale ragione, ma il mio corpo si paralizza,non riesco più a muovermi, mentre una paura imminente mi riempie le ossa.

È questione di un attimo: la porta si spalanca improvvisamente, e un ragazzo che sembra Luke entra di colpo.

"Daphne!" grida lui felice, vendendomi incontro.
Nel frattempo io sono ancora immobile come una pietra.

"L-Luke! Mi hai fatto prendere uno spavento!" grido arrabbiata focalizzandomi sul fatto che sia davvero lui.

"Hai ragione, scusami, è che sono scappato dal tribunale per vederti e ho sperato che fossi in casa perché non sai quanto volessi vedere i tuoi occhi."

"M-ma come diavolo sei entrato?!" continuo imperterrita.

"Dalla finestra di camera tua. Era semi aperta e l'ho forzata. Ti prego non ti arrabbiare, ma avevo bisogno di vederti."

Respira Daphne, e conta fino a dieci: 1,2,3,4,5,6,7,8,9,10.

"E comunque sono nuda nella vasca, che tempismo." ironizzo, cambiando discorso.

"Ci speravo." dice lui, togliendosi la maglietta e rimanendo a torso nudo.

Dio, svengo, ora.

ATTI IMPURIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora