"Rosso"

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Le gocce di pioggia cominciavano ad aumentare, il vento soffiava impetuoso mentre le foglie ricoprivano ogni angolo di marciapiede. "Rosso" questa fu la mia prima risposta alla polizia quando mi interrogò per sapere cosa avessi visto.
Una pozza di sangue e un corpo riverso su di essa, questo era quello che avevo visto prima delľ arrivo dei soccorsi, tutto quello a cui riuscivo a pensare per ora era ľ intensità di quel colore rosso sangue.
La mia mente divenne annebbiata mentre i miei occhi non riuscivano a chiudersi, avevo la gola secca e non smettevo di tremare, una scena troppo raccapricciante per una semplice giornalista di cui nessuno conosce ľ esistenza.
Adesso mi trovo qui, nella sala interrogatori di un ufficio di polizia, non ricordo nemmeno come ci sono finita, è stato tutto così veloce, nelle mie orecchie risuona ancora il rumore assordante delle sirene e le urla della gente che cercava di aiutare quel povero ragazzo, non riesco ancora a realizzare completamente ľ accaduto, tengo lo sguardo fisso sul tavolo che si trova davanti a me.
Il poliziotto che mi ha tenuto chiusa dentro questa stanza per mezz' ora rientra dopo essersi confrontato con i suoi colleghi e finalmente decide di lasciarmi andare, la versione degli altri testimoni coincide con la mia,
"Adesso può andare signora, ľ abbiamo trattenuta anche per troppo tempo" dice, guardandomi con aria compassionevole.
Dalla mia bocca esce solo un flebile "grazie..." mi alzo e mi dirigo verso ľ uscita della stanza, non sono una donna che si impressiona facilmente ma la scena a cui ho assistito poco fa era davvero cruenta, infatti prima di andarmene dalla caserma chiedo di poter avere un bicchiere ď acqua.
L'appuntamento a cui avrei dovuto presentarmi oggi è ormai saltato ma decido comunque di presentarmi alla riunione che si sarebbe tenuta tra un ora in ufficio.
Prima, però, decido di passare dal mio appartamento per darmi una sistemata e riposare la mente, per quanto possibile.
Chiamo un taxi e mi avvio verso casa, la città è ormai assediata dai giornalisti di riviste di tutto il mondo, la notizia è già trapelata, scommetto che ľ indomani ogni quotidiano riporterà in prima pagina ľ accaduto.
Guardo la pioggia scorrere al di fuori del vetro del finestrino, riesco a sentire il ticchettio delle gocce d'acqua sul tetto del veicolo.
Dopo un paio di minuti arrivo davanti alľ appartamento, è piuttosto semplice e accogliente, il posto perfetto per un tipo come me.
Pago il guidatore, dopodiché scendo dalľ auto, in pochi secondi vengo ricoperta d'acqua, corro fino al portone, trovo temporaneo rifugio sotto le fronde di un grande albero che si trova proprio affianco alla palazzina e frugo nelle tasche del cappotto per trovare le chiavi mentre il tempo continua a peggiorare.
Una volta entrata faccio le solite 2 rampe di scale e vado nel mio appartamento, accendo la luce per riuscire a vedere qualcosa, mi tolgo i vestiti ormai fradici e li stendo davanti al caminetto, dopodichè lo accendo.
Il calore si propaga per la stanza rendendo meno frequenti i miei tremori, mi avvolgo in una coperta e rimango ferma così per qualche minuto.
Sento il telefono squillare, rispondo, è Ronda che è venuta a conoscenza della morte di quel ragazzo, "O MIO DIO! Hai saputo?" Mi domanda sconvolta.
"Si, ho visto..." mi limito a rispondere così, non ho voglia di parlarne.
"Pensi si tratti di un suicidio? Oppure, ancora peggio, un omicidio? E se ci fosse un assassino a piede libero? Saremmo tutti in pericolo!" Blatera preoccupata lei. "Sei diventata un investigatore privato tutto ď un tratto?" Cerco di sdrammatizzare, anche se in fondo sono ancora visibilmente scossa.
"Ho sempre avuto fiuto per certe cose, sai? Quando ero più giovane azzeccavo sempre ľ assassino nei film!" Dice lei, quasi vantandosi, parla come se avesse sessant'anni ma in realtà ne ha la metà, come me.
"Spero tu non abbia ragione questa volta, comunque ci vediamo tra mezz'ora in ufficio, a dopo" tronco così il discorso e riattacco.
Poso il cellulare sul tavolino che si trova davanti al camino e mi risiedo sul divano lì vicino.
Per quanto mi sforzi di calmarmi non ci riesco completamente, chiudo gli occhi per un secondo e, senza accorgermene, mi addormento.
Nella mia mente riaffiorano le immagini della scena vissuta oggi, il volto di quel ragazzo mi tormenta, il sangue ricopre ogni cosa, successivamente il buio...il buio più totale, ed in quel buio sento dei passi venire verso di me, mi guardo attorno ma non vedo nessuno...i passi si fermano per poi divenire più veloci, una brezza fredda mi sposta i capelli e alľ improvviso un tuono rimbomba nell' oscurità.
Mi sveglio, sono ancora più agitata di prima, mi accorgo di essere anche in ritardo per la riunione, mi metto degli abiti comodi ed esco dalľ edificio...

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