"Joey"

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Riconosco immediatamente il suo volto, lui anche, rimaniamo a guardarci senza dire nulla mentre Ryan cerca di capire cosa stia succedendo.
"April...ciao" Si decide a rivolgermi la parola, io non dico niente, non lo vedo da quasi dieci anni.
"Vi conoscete?" Domanda Ryan confuso, "Si, piacere di conoscerti, io sono..." lo interrompo:"Joey".
"Aspetta, cosa?! Quel Joey?" Chiede spalancando gli occhi Ryan.
"Si, in persona" si vanta lui.
"Cosa ci fai qui? Non ti eri trasferito?" Dico innervosita.
"Già, adesso vivo in Italia, sono qui solo per una visita alla città" momento meno adatto non poteva esserci.
"Bene, buon per te, ora possiamo andare" cerco di proseguire a camminare il prima possibile ma lui mi interrompe e si rivolge a Ryan:"Non avere tanta fretta April, non mi presenti il tuo amico? Sembra che tu gli abbia parlato di me ma vorrei capirne di più, come ti chiami?"
Ryan non si fa problemi a rispondere:"Mi chiamo Ryan...Ryan Morgan e se vuoi scusarmi penso che non valga la pena conoscere un tipo come te" fa per andarsene, prendendomi per mano.
Joey lo ferma ancora una volta:"Così tu sei Ryan...Ahahah, questa sì che è una curiosa coincidenza" speravo non si ricordasse il suo nome, "Alla fine glielo hai detto?"
Ryan mi guarda:"Detto cosa?"Risponde Ryan.
"Ahahhahaha, lo sapevo, non ne hai avuto il coraggio, non voglio essere io a dirti che tipo di donna è quella che tieni per mano, ma non è di certo una persona limpida".
Ryan, pur non capendo nulla, decide di difendermi:"Senti, non so di cosa tu stia parlando ma non hai il diritto di parlare di lei in questo modo" dice spintonandolo, allora Joey lascia perdere:"ehi, io non c'entro nulla, volevo solo avvertirti prima di ripercorrere i vecchi amori adolescenziali...non è più la donna che hai conosciuto, fatti dare delle spiegazioni. Adesso vado, arrivederci madama" mi saluta come se fossimo in buoni rapporti, mi fa letteralmente schifo.
Ryan vorrà sicuramente delle spiegazioni valide ed io non saprei da dove cominciare, come potrebbe reagire dopo tutti questi anni?
Continuiamo a passeggiare in silenzio, io rimango a testa bassa mentre lui comincia a farmi delle domande:"Non capisco...Perchè ha detto in quel modo? Era solo un modo per provocarmi? Però sembrava che mi conoscesse...gli hai raccontato della nostra vecchia relazione?".
Io faccio un gran respiro e poi gli chiedo di sederci, mi giro i pollici mentre cerco le parole giuste per dirgli la verità, ma ho paura:"Lui ti conosceva perchè gli ho parlato io di noi due, all'inizio cercavo in ogni modo di evitare l'argomento però poi è stato inevitabile..."
Lui è sempre più confuso:"Perchè? Cosa è successo? Non capisco"
Si avvicina, io continuo con fatica:"Dopo appena 3 mesi di relazione lui mi chiese di diventare sua moglie, sapevo che era una cosa prematura ma dissi di sì lo stesso, cercando di impormi come un comando di amarlo. Ci sposammo, tutto andava piuttosto bene, finchè un giorno, mentre lui stava lavorando, corsi in bagno per vomitare.
All'inizio pensai di essermi ammalata, di avere l'influenza, quindi feci finta di niente, però gli attacchi divennero sempre più frequenti, così decisi di andare dal dottore.
Egli mi disse di provare con un test di gravidanza, ma non poteva essere, io e Joey avevamo preso sempre tutte le precauzioni, lui mi disse di farlo lo stesso, così lo comprai e andai a casa.
Dopo averlo fatto aspettai per sapere il risultato, un'attesa interminabile, quando andai a vedere capì che era positivo e questo significava che non tenevo in grembo il figlio di mio marito".
Vedo che comincia ad avere gli occhi lucidi, forse ha capito dove voglio andare a parare.
Ritorno a parlare:"Confessai tutto a Joey che, volendo delle spiegazioni, mi chiese se sapessi chi fosse il padre e dalla mia bocca venne fuori il tuo nome..."
Le sue mani cominciano a tremare,
Io rispondo alla sua perplessità:"Erano passati pochi mesi dal nostro ultimo incontro...eravamo ingenui e.."
Mi interrompe e sorprendentemente mi chiede:"Che cosa gli è successo?"
Io rispondo con la gola secca, ormai prosciugata dal rimorso:"Joey non voleva che lo tenessi e mi disse di farlo sparire in qualunque modo, io pensavo fosse la decisione migliore, non volevo rovinare il nostro matrimonio, non avevo un impiego fisso, abitavo lontano dai miei parenti ormai e l'unica figura fissa a cui potevo aggrapparmi era Joey.
Ma allo stesso tempo non volevo porre fine alla sua vita, quindi optai per l'adozione.
Con il passare del tempo però i rimorsi delle mie azioni si fecero sentire e realizzai che non potevo più stare con l'uomo che mi aveva consigliato di abbandonare mio figlio e divorziai da lui..."
Ryan abbassa lo sguardo, triste.
"Non avrei dovuto abbandonarlo, era nostro figlio..." mi ammutolisco, non ho più parole, sono terrorizzata all'idea che possa reagire male...

Incidente a Cape MayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora