"Se solo tu..."

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La mia prima paura è che la ragazza abbia aperto il fuoco contro Ryan, ma quando mi giro capisco che fortunatamente non si tratta di questo.
Vedo che il proiettile sparato dalla pistola di un terzo uomo ha scalfito la parete vicino alla ragazza, facendola distrarre quel poco che basta per permettere a Ryan di disarmarla e gettarla a terra tenendola ferma, mentre si sentono le sirene della polizia.
Capisco che la pistola fumante era quella di Daniel solo quando lo vedo correre ad ammanettare la donna. Subito dopo essersi assicurato che non possa nuocere a nessuno, incarica i suoi colleghi di portarla alla centrale.
Poi, come se mi avesse notato solo in quel momento, si dirige verso di me,
"Tutto bene? Credo di essere arrivato giusto in tempo, devo smettere di farti correre certi pericoli" si rimprovera,
"Si, ora va meglio, non posso negarti di aver avuto paura ed essermi bloccata pensando solo ad un finale per questa situazione...la morte" confesso, Daniel si gira per guardare la posizione di Ryan, dopodichè mi abbraccia rincuorandomi.
Io mi abbandono tra le sue braccia, avevo proprio bisogno di un abbraccio in questo momento.
Lui posa il suo mento sulla mia testa mentre io mi rannicchio per i brividi di freddo.
Quando mi libero dalle sue braccia chiedo di poter andare alla centrale insieme a lui, non sentendomi più libera di poter girare per strada senza essere rapita, acconsente e mi accompagna fino alla macchina.
Si gira in direzione di Ryan che rimane lì, fermo immobile a fissare il terreno.
"Noi andiamo alla centrale, ci degni della tua presenza?" Chiede Daniel, se solo sapesse come Ryan è riuscito a coprirgli le spalle...
"Ho forse qualche possibilità di scelta?" Domanda Ryan rassegnato.
"Certo che no" risponde Daniel con un sorriso beffardo.
Anche se si parlano così penso che quei due stiano imparando a sopportarsi l'un l'altro, forse un giorno riusciranno ad andare d'accordo.
Daniel entra in macchina, mettendola in moto, aspettiamo qualche istante affinchè Ryan possa salire sul sedile posteriore e poi partiamo.
La posizione mantenuta da Ryan è sempre la stessa, braccia conserte e sguardo assente, Daniel invece tiene gli occhi fissi sull'asfalto davanti a sé.
Una volta entrati nella centrale, Daniel va in una stanza per interrogare la nostra sequestratrice, io preferisco rimanere in disparte, sedendomi sul divano posizionato all'ingresso.
"Tutto ok?" Chiede Ryan con tono pacato,
"Se consideri il fatto che abbiamo rischiato di morire...Si, sto bene adesso" dico scontatamente.
"Non saresti mai potuta morire, avevo la situazione sotto controllo" dice sicuro delle parole utilizzate,
"Tutto sotto controllo? Ma se ti ha puntato la pistola addosso almeno quattro volte!" Dico smantellando le sue gesta eroiche.
"Sempre meglio del tuo silenzio" mi fa notare con tono saccente,
gli lancio un'occhiataccia e poi decido di lasciarlo perdere.
"Scusa, mi rendo conto di parlare a sproposito a volte, se solo tu..." si interrompe,
"Se solo io cosa?" Domando incuriosita,
"Se solo tu non fossi così prevenuta nei miei confronti, penso che mi comporterei in modo diverso".
Gli rivolgo la parola, rossa dalla rabbia "Quindi adesso sarebbe colpa mia se hai un atteggiamento a dir poco bambinesco? Guarda che non sono prevenuta, sei tu che mi fai saltare i nervi".
Lui abbassa lo sguardo rassegnato, poi si siede sul divano accanto a me e, sfinito, appoggia i piedi sul tavolino davanti ad esso.
Io mi appoggio allo schienale e chiudo gli occhi cercando di riposare, ma mi sento osservata dai suoi occhi indagatori, lo guardo con la coda dell'occhio e gli chiedo, stufa " Ma si può sapere cosa vuoi da me?"
Sorride soddisfatto della domanda,
"Voglio solo che tu ammetta di essere felice di avermi incontrato dopo tutto questo tempo" afferma,
"Cosa? Non lo ammetterò mai perchè non è affatto vero, senza di te stavo molto meglio..." dico infuriata.
"Continua a dire quello che vuoi ma io rimango della mia idea" si comporta proprio come un bambino, mi domando perchè ancora non l' abbia sbattuto fuori casa.
"Com'è stato?" Domanda,
"Com'è stato cosa?" Chiedo confusa, non riesco mai a decifrare le sue parole,
"Abbracciare il ragazzo che ti piace!" Dice lui riferendosi a Daniel.
Io divento rossa e gli tiro un piccolo pugno in testa, "Smettila, o giuro che..." Lui afferra la mia mano e chiede " Che cosa? Cosa farai se non la smetto?" Io rimango impietrita, poi riesco a liberare la mano dalla sua presa e decido di recarmi nel luogo dell'interrogatorio, lasciandolo solo a chiarire i suoi pensieri...

Incidente a Cape MayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora