"Aiuto"

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Dall'interno dello stanzino provengono delle fievoli urla di dolore e dei rumori che fanno accapponare la pelle, non posso non intervenire.
Spalanco la porta furente, i due ragazzi di corporatura massiccia rimangono a fissarmi.
Mi dirigo verso il primo e lo prendo per il colletto della giacca, "Sarà meglio che voi due ve ne andiate se non volete che chiami un'autorità superiore o che vi denunci io stessa!" a queste parole i due scappano spaventati ed io vado incontro al ragazzino magrolino steso a terra con un occhio viola e diversi lividi sulle braccia.
"Stai bene? Riesci a camminare?" Chiedo preoccupata, lui apre la bocca ma riesce a dire solo una parola:-"Aiuto".
Lo prendo in braccio, non pesa molto, riesco a trasportarlo con facilità fino all'infermeria, qui lo lascio nelle mani degli esperti e rimango ad aspettare fuori che gli siano prestate tutte le cure di cui ha bisogno.
Quando l'infermiera esce dalla stanza, io mi fiondo all'interno, il ragazzo è seduto sul lettino, l'occhio si è sgonfiato ed ha acquistato un colore naturale, sembra stare meglio.
Mi siedo accanto a lui e comincio a fargli qualche domanda:-"Come ti chiami?" Lui sussurra il suo nome guardando il pavimento"Mi chiamo Noah",
"Come mai quei ragazzi ti hanno preso di mira?Hai fatto qualcosa per farli arrabbiare?"
Lui continua a fissare a terra, non mi risponde, sembra imbarazzato ma non riesco a capirne il motivo,
"Da quanto va aventi questa storia?"
"Da quando ho cominciato a frequentare questa scuola..." Questa volta almeno ottengo una risposta.
Dal corridoio sento dei passi, qualcuno sta arrivando, forse è Daniel che vuole ricordarmi della lezione che dovrei tenere a quest'ora.
La porta si apre, è un ragazzo di diciotto anni, la stessa età di Noah, dal suo sguardo deduco che non si aspettava di trovarmi lì, "Mi scusi, mi chiamo James, non intendevo disturbare, solo che mi hanno avvisato che Noah si trovava qui e mi sono allarmato".
Volge lo sguardo verso di lui,"Sono stati quelli dell'altra volta, vero?"
Noah annuisce.
James si avvicina al ragazzo e gli da un tenero bacio sulla guancia, Noah diventa subito rosso come un peperoncino, poi mi guarda timidamente.
James prende la situazione in mano e mi spiega che il motivo per cui i ragazzi della loro età se la prendono tanto con Noah è a causa della loro relazione, non capisco come ancora oggi ci siano queste differenziazioni.
Io li abbraccio entrambi, ora che abbiamo instaurato un bel rapporto si sentono più liberi di confidarsi, "Ho sentito che sta facendo domande sul conto di Henry Smith..." Mi sorprende Noah,
"Non lo conoscevo molto bene ma era l'unica persona che non mi prendeva di mira per quello che sono, un bravo ragazzo, se può esserle utile so che qualche giorno prima della sua morte aveva litigato con un ragazzo della squadra di baseball, un certo Tim, forse lui può darle delle spiegazioni"
"Grazie, abbiate cura di voi, ragazzi, ora devo proprio andare" rispondo con gratitudine.
Prima che esca dalla stanza mi ringraziano tutti e due per averli compresi ed aver protetto Noah, dopodichè cammino verso il corridoio, devo seguire la mia prossima pista.
Vado nella sala professori, qui posso accedere al registro degli alunni della scuola, trovo il ragazzo della squadra di football e chiedo subito il suo orario mattutino.
Scopro che in questo preciso istante si trova nella palestra intento ad esercitarsi per il prossimo campionato studentesco.
Faccio due rampe di scale e arrivo nel campo dove si tengono gli allenamenti, da lontano scorgo il coach della squadra e lo raggiungo, chiedendogli di darmi l'opportunità di parlare con Tim.
Lui si gira verso i componenti della squadra impegnati con i passaggi e fa cenno ad un ragazzo biondo di avvicinarsi, poi me lo affida per i prossimi 15 minuti.
"Sei tu Tim?" Voglio assicurarmi di parlare con la persona giusta,
"Si, proprio io, lei cosa vuole?" Risponde un pò seccato,
"So che non andavi molto d'accordo con Smith...Si dice in giro che abbiate litigato pesantemente qualche giorno fa, prima dello spiacevole evento" voglio essere diretta.
"Senta, qualunque cosa stia insinuando, la lite con Smith non la riguarda, le basta sapere che non posso aver ucciso io quel ragazzo, ho un alibi di ferro!" Dice convinto della sua innocenza,
"Allora non ti dispiacerà dirmi di cosa avete discusso, ti chiedo solo di dirmi per quale motivo avete litigato, non dirò niente a nessuno, voglio solo rendere giustizia"
Dopo qualche minuto di silenzio, il ragazzo si convince a parlare:-"Abbiamo litigato per via di una stupida festa per la celebrazione della squadra, lui non era venuto e la festa è stata annullata, tutto per colpa sua, dopo la lite però mi aveva spiegato il motivo della sua assenza...sua madre, era stata lei a costringerlo a non venire, non conosco il motivo e non ho mai conosciuto sua madre, non so dirle altro, ora mi scusi ma questo è un allenamento importante, devo andare"
Lo lascio andare, mi ha dato abbastanza informazioni, ormai la giornata è finita, è ora di tornare da Daniel e fare qualche ragionamento...

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