"Come farai?"

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Quelle parole pronunicate dalla sua bocca fanno un certo effetto sul mio corpo che, oramai divenuto incontrollabile, si avvicina a lui senza liberarsi dalla presa sui polsi.
I miei occhi si chiudono ed il mio viso si accosta al suo, che fa scivolare le sue mani sul mio corpo fino a posarle sui fianchi, le nostre labbra si incontrano per la seconda volta e il risultato è un esplosione di emozioni, ognuna diversa dall'altra.
Lui porta le sue mani dietro la mia schiena e mi stringe a sé, mentre la mia mano si alza e afferra il suo viso delicatamente.
Comincio a camminare al contrario, spinta dai suoi passi verso di me, i baci si susseguono come una catena indissolubile, così mi ritrovo con la schiena appoggiata alla parete del soggiorno e con la mano sinistra afferro la sua giacca per poterla sbottonare e toglierla.
Lui, di riflesso, si stacca dalla mia faccia e muove le sue mani fino al mio viso, mi guarda e poi sposta l'attenzione sul mio collo, che sfiora con le sue labbra, mentre con la mano destra riesce a togliermi il vestito di dosso.
Con un movimento repentino riesco a riprendere l'andazzo della sequenza dei baci, che si fanno sempre più intensi, oramai è troppo tardi per fermarli.
Ci stacchiamo dalla parete e ci avviamo nella camera da letto per passare la notte insieme.
Arriva mattina, non riesco ancora ad aprire gli occhi, così muovo la mano per verificare la presenza di qualcuno tra le lenzuola del mio letto, ma quello che sfioro è solo la stoffa morbida.
Così mi siedo, aprendo gli occhi, non penso di aver sognato tutto, sarebbe veramente impossibile, resto per qualche secondo in questa posizione cercando di svegliarmi il prima possibile.
Appena mi sento in grado di reggermi in piedi scendo e mi infilo le pantofole, poi indosso una sottana presa dall'armadio ed esco dalla stanza, avviandomi verso la macchinetta del caffè, ma mentre sono intenta a prepararlo delle mani mi coprono gli occhi negandomi la vista.
"Oh, ma chi sarà mai? Un ladro?" Dico sorridendo,
"Forse..." risponde lui, togliendo finalmente le mani dai miei occhi, permettendomi di girarmi e poterlo guardare in faccia.
"Buongiorno" sussurra.
Per tutta risposta afferro la sua testa nella parte posteriore e lo costringo a baciarmi, un obbligo che sembra non dargli fastidio.
"Allora...vogliamo riprovarci? Dopo quanto? 12 anni?" Chiede, mentre le mie mani insistono a rimanere sulle sue spalle,
"A quanto pare..." Non riesco a dare una risposta decisa, ma sembra che per ora sia contento anche così.
Ci stacchiamo e cominciamo a fare colazione parlando del più e del meno,
"Come farai?" Domanda lui,
"Come farò cosa?" Chiedo confusa,
"Con Daniel...guarda che si vede lontano un miglio che ha una cotta per te e tu gliene hai date di opportunità per credere che tra voi possa esserci di più di un rapporto di lavoro...quindi come hai intenzione di dirgli di noi?" Spiega,
"Guarda che io non gli ho fatto credere un bel niente, sì, è vero, siamo più che colleghi, siamo amici e lui lo sa" rispondo sicura,
"Spero tu abbia ragione" replica lui con tono quasi preoccupato.
Finiamo di mangiare e ci vestiamo, entrambi pronti per affrontare la giornata. Durante la chiacchierata di questa mattina abbiamo deciso di informare il nostro collega dell'incontro serale con l'ambiguo personaggio.
Entriamo in macchina e, ascoltando qualche brano dei Muse, arriviamo alla centrale, dove però, oltre Daniel si rivela esserci una seconda presenza all'interno del suo ufficio.
Daniel intrattiene una lunga conversazione con quell' uomo, mentre noi aspettiamo l'arrivo del nostro turno sorseggiando qualche goccia di caffè ed ingurgitando ciambelle glassate.
"Arrivederci agente Smith, faccia del suo meglio" pronuncia la voce di quell'uomo uscendo dalla stanza, faccio in tempo ad individuare il suo viso, i suoi occhi sono verdi tendenti al grigio, mentre i suoi capelli sono tinti di sprazzi di grigio e rosso, anche lui mi guarda per qualche secondo sorridendo e poi se ne va, salutandomi con una stretta di mano.
È strana la sensazione che mi provoca, sembra quasi avere un volto familiare ma non saprei...
"Chi era quel tipo?" domando a Daniel,
"Quello...Quello era mio padre"...

Incidente a Cape MayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora