"Ryan"

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Rimango immobile, non riesco più a parlare.
"Lo conosci?" Daniel vuole delle spiegazioni,
"Si..." Riesco a dire qualcosa, "Si chiama Ryan, lo conosco ma non lo vedo da anni ormai...Non credevo fosse l'uomo che stavamo cercando" non riesco a dire di più, non posso dire altro.
Ryan mi guarda con la bocca aperta e gli occhi sbarrati, poi torna a parlare "April, ti prego, digli di lasciarmi andare, io non ho fatto niente" Non riesco a rispondergli, i miei ricordi di lui cominciano a intasarmi la mente, non pensavo potesse essere capace di un gesto così avventato ma dopo tutto quello che è successo non posso non pensare alla sua possibile colpevolezza.
"Non posso farlo!" Rispondo furiosa, "Sai che non posso, come faccio a sapere se stai dicendo la verità? Come faccio a non pensare che non sia stato tu a prendere quell' arma? Entrambi sappiamo che puoi averlo fatto".
Daniel rimane a guardare la scena, nel suo sguardo riesco a percepire la confusione più totale, "Adesso andiamo in centrale, poi entrambi dovrete darmi delle spiegazioni".
Sono terrorizzata all'idea di dover raccontare gli avvenimenti del mio passato, so che non avrò altra scelta ma le emozioni degli ultimi minuti mi hanno scombussolato e hanno aperto una vecchia ferita.
Saliamo in macchina, questa volta Daniel mi lascia sul sedile posteriore accanto a Ryan, è come se non mi conoscesse più.
Ryan continua a fissarmi incredulo di vedermi, "Ne è passato di tempo..." sussurra,
"Stai zitto!" Rispondo infastidita.
"Perchè sei così scontrosa con me? Non ho mai fatto niente di male nei tuoi confronti" ribatte,
"Nei miei confronti...che ne dici di altre persone? A quante persone hai fatto del male in questi anni? Dove sei stato?" Cerco di scoprire qualcosa,
"Dove credi che sia stato? Sono sempre stato qui, forse i cittadini per bene non si accorgono nemmeno della presenza di persone come me...dopotutto sono solo un reietto della società, dillo pure, è questo quello che pensi di me" dice sconfortato.
Abbasso lo sguardo, "Non lo dirò perchè non penso questo di te, lo sai, ma hai fatto delle scelte sbagliate in passato e niente può impedirti di ripetere quegli errori".
A queste mie parole segue un silenzio glaciale, Ryan, per tutto il viaggio verso la centrale, tiene la testa bassa...Non capisco cosa sta pensando, forse quello che ho detto l'ha ferito in qualche modo.
Arrivati alla centrale, Daniel scende e prende di forza il sospettato, per poi farmi un cenno invitandomi a scendere.
Eccoci qui, mi sembra di star andando al patibolo mentre mi avvio verso l'entrata dell'edificio, anche se non sono io quella in manette mi sento come se le avessi.
Daniel porta prima Ryan in una stanza e mi lascia ad aspettare in un' altra, sono preoccupata per lui...anche se può aver fatto quello che ha fatto non riesco a vederlo come un colpevole.
Rimango sola, ho mille pensieri in testa, sono preoccupata e agitata...e se Daniel avesse chiesto a Ryan di come ci siamo conosciuti? Non sopporto l'idea che debba raccontarglielo lui, devo poter dire come la penso il prima possibile!
Sta passando troppo tempo...anche se dovrei rimanere lì non posso resistere un secondo di più, devo capire cosa sta succedendo.
Esco dalla stanza, passo per il corridoio e mi ritrovo dietro al vetro, sono sicura che da lì non mi possano vedere.
Riesco a sentire Daniel urlare contro Ryan...cosa starà succedendo? Cosa avrà detto? Avrà confessato il suo acquisto di armi?
Daniel è sempre più furioso, sbatte le mani sul tavolo e fa volare in aria il blocco di appunti e la penna che vi erano posati sopra, al contrario Ryan sembra mantenere la calma, lo guarda fisso negli occhi senza temere il confronto, sicuro di sè.
Il mio collega non riesce più a trattenersi e sferra un pugno al sospettato, a questo punto non posso più stare con le mani in mano, devo intervenire!
Decido di aprire la porta e mettermi tra loro due per cercare di evitare un brutto litigio, anche se ancora non capisco cosa abbia fatto scattare Daniel in quel modo.
Riesco a farlo calmare quanto basta per portarlo fuori dalla sala interrogatori, mentre Ryan rimane a fissare la scena seduto, con un occhio gonfio e un taglio sullo zigomo, senza possibilità di difendersi.
Scaglio Daniel sul muro di fronte a me, "Anche se è un sospettato questo non ti dà il diritto di fare a pugni con lui, soprattutto se non ha la possibilità di difendersi!"
Il suo sguardo si fa ancora più cupo e nervoso, "Adesso tocca a te dirmi cosa sai!"
Non lo riconosco più, non mi va a genio ľ idea di dover affrontare il secondo interrogatorio della settimana, però non ho altra scelta.
Mi siedo nella stanza accanto e lui mi segue, stiamo per cominciare...

Incidente a Cape MayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora