"Forse è giusto così..."

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Come ogni altra volta in cui chiudo gli occhi, delle immagini appaiono nel mio sogno, alcune confuse ed altre fin troppo chiare.
Questo sogno sembra diverso da quelli precedenti, forse la ferita alla gamba influisce anche sul mio subconscio.
La prima immagine raffigura la scuola di fronte alla quale ho visto quella pozza rossa ed il ragazzo privo di vita, anche se il mio passato è quello che è non ho mai assistito a così tanto orrore.
La seconda immagine è più sfocata, ma riesco a capire che si tratta di una donna, nelle immagini seguenti la sua figura compare sempre ma con il volto offuscato. Perchè sto sognando queste cose? Cosa cerco di dire a me stessa?
Mentre cerco di fare chiarezza i miei occhi decidono di aprirsi e vengo abbagliata dalla luce del sole, la gamba continua a fare malissimo ma so che oggi non posso stare ferma, ci sono molte cose che ancora non quadrano.
Alzo il braccio sinistro e faccio leva per riuscire a sedermi, poggiandomi allo schienale del divano.
Mi accorgo dell'assenza nella stanza di Ryan, dove può essere andato nelle condizioni in cui si ritrova? Deve avere mille pensieri per la testa, nessun padre che si possa definire tale non penserebbe alle condizioni di sua figlia, soprattutto se risulta rapita.
Poso la mano sul tavolino per cercare di mettermi in piedi, il dolore però è troppo forte, non riesco a fare più di un passo al minuto.
Arrivo in cucina e con un ultimo sforzo tento di sedermi ma la stanchezza delle prime luci del mattino si fa sentire, insieme all' assenza del caffè, così precipito sul pavimento, non riuscendo più ad alzarmi.
Gli occhi rimangono socchiusi mentre le mie orecchie odono dei passi, mi sento sollevare come se fossi una piuma e mi ritrovo sul divano, come pochi minuti fa.
Ryan mi guarda preoccupato "Non dovresti muoverti da sola, perchè non mi hai chiamato appena sveglia?"
Lo guardo e con le poche forze rimaste rispondo "Pensavo non fossi qui", lui si abbassa cercando di arrivare alla mia altezza "Dove dovrei andare con te bucata come uno scolapasta?" Sorrido anche se un pò innervosita, "Non posso rimanere qui oggi, voglio partecipare alle indagini" a questo punto si fa serio "Non riesci nemmeno a camminare, come potresti essere d'aiuto così?" La sua risposta è molto fredda e mi da fastidio "Potrò anche non riuscire a camminare ma ho una testa con la quale ragionare, potrei aiutare anche da casa, tramite il computer potrei comunicare con voi, ma rimanere qui con le mani in tasca finirà per uccidermi!" Lui mi guarda titubante ma alla fine decide di accontentarmi, porgendomi il computer ed il telefono con i numeri memorizzati.
Poi senza cambiare faccia torna a parlarmi "va bene, ma a una condizione, devi cercare di riposare più che puoi e...il primo numero da comporre in caso di bisogno dovrà essere il mio, dopo quello che è successo non mi fido del tutto di quel Daniel...dopotutto rimane un poliziotto" le sue parole mi fanno sussultare ma decido di non oppormi a questi termini, voglio solo rendermi utile per poter giungere alla cattura del colpevole di tutto.
"D'accordo, te lo prometto" affermo, anche se non sembra non mi sento sicura nemmeno con lui, conosco il suo passato e ne ho fatto parte, quindi cerco di tenermi più che posso a distanza, dopo la telefonata di Mandy non sono nemmeno sicura se fidarmi di Daniel.
"Prima di andare però devo vedere la ferita e assicurarmi che possa guarire da sè e che non ci sia nessuna infezione, potresti essere collaborativa almeno riguardo a questo?" Dice seccato, si comporta in modo strano...mostro la ferita e la sua faccia sembra fare un'espressione sollevata, "Ok, sembra essere tutto apposto, ha già un aspetto migliore dall'ultima volta che l'ho vista, ti chiedo solo di fare attenzione e muoverti il meno possibile" si alza e va verso una sedia lì vicino con sopra la sua giacca, la prende e la indossa, poi torna da me e mi mette una mano sulla testa, "Fai la brava, ok pulce?" Queste parole mi fanno ricordare il nomignolo che mi aveva affibbiato quando stavamo insieme, mi chiamava sempre pulce..."E tu fai attenzione, ok scimmione?" Dico ridendo, questo non era il soprannome che gli davo in passato ma adoro prenderlo in giro.
Lui si gira e va verso la porta, un attimo prima di uscire, senza neanche guardarmi negli occhi, dice "So che non ti fidi di me, non pensavo che ponessi più fiducia in un uomo che conosci da così poco tempo, ma forse è giusto così...spero che Daniel sia la persona che dice di essere, altrimenti non prometto di trattenermi, ha già incasinato troppe cose" appena finito di parlare esce e chiude la porta.
Quei due dovrebbero essere una squadra, ma non sembra essere così, spero che questo non influisca sulle indagini...

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