"So che sta bene"

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Sola nel mio appartamento, in attesa di nuove notizie, mi lascio sopraffare dei pensieri, decido di accendere il portatile e aprire una pagina vuota. Premendo un tasto dopo l'altro, mi metto a scrivere e a catalogare le varie scoperte degli ultimi giorni.
Cerco foto di quotidiani e le interviste dei giornalisti per gli scoop in prima pagina. Non posso fare a meno di notare la parola "incidente" ovunque, cerco di trattenermi dando un pugno al cuscino accanto a me, non è un incidente, la gente dovrebbe aprire gli occhi e capire che un ragazzo non può finire in quelle condizioni per un incidente.
Come una saetta, un'idea si scaglia nella mia mente, la gente sa...ma fa finta di niente, ecco la condanna dell'uomo, sapere ma non poter fare niente senza essere ammazzato.
Le impronte di stivali su misura all'armeria, i misteriosi messaggi dell'anonimo, alias mister "x" e adesso il messaggio di Mandy...Chi è quest'uomo? È davvero così importante da far tenere le bocche cucite a metà della città?
È dimostrato che una persona su due riesce a farsi coraggio e ad essere testimone di un delitto, allora perchè qui nessuno parla? Forse perchè...adesso non può più.
Le domande si affollano nel mio cervello, tutte le prove e la testimonianza di Ryan portano alla colpevolezza di un uomo, allora perchè il mio sogno mi collega ad una figura femminile?
Mentre faccio girare le rotelle per darmi delle risposte ricevo la richiesta di una videochiamata sul dispositivo nelle mie mani, si tratta di una chiamata proveniente da un computer della polizia, accetto subito.
All'interno del monitor compaiono due facce, Ryan e Daniel sono insieme, anche se riesco a percepire la tensione tra di loro dall'altra parte dello schermo.
"Eccola, te l'ho detto che stava bene" dice Ryan indicandomi,
"Non stavo insinuando che non stesse bene, ma aiutarci nelle sue condizioni? Siamo sicuri che riesca a ragionare con tutti gli antidolorifici che sta prendendo?" Chiede Daniel titubante,
"Non so, potremmo farle dei test..."
Risponde Ryan.
"RAGAZZI, IL MIO CERVELLO FUNZIONA ALLA PERFEZIONE, NON FATEMI PERDERE LA PAZIENZA O GIURO CHE VENGO DI PERSONA FINO A LÌ, A COSTO DI TRASCINARMI CON LE BRACCIA" urlo indignata.
"Ehi, calma pulce, stavamo solo scherzando qui" cerca di tranquillizarmi Ryan.
"Pulce? Cosa vorrebbe dire pulce?" Chiede Daniel confuso, sembra che a Ryan piaccia stuzzicarlo, anche se sospetta di lui non può trattarlo in questo modo.
"Niente..." rispondo cercando di cambiare discorso "...allora, novità?"
"In realtà sì, più di una" risponde Daniel, "a quanto pare abbiamo rintracciato una chiamata proveniente da un edificio a mezz'ora di macchina da qui, si tratta di una conversazione in codice ed è stata nominata una bambina" sentendo queste parole il mio cuore si riempie di speranza, "pensate che Jennifer sia lì?" Domando entusiasta,
"Lo spero, ci mettiamo subito in marcia, ci sentiamo appena sapremo la verità" risponde Daniel.
Ryan sembra aver cambiato atteggiamento dopo aver pronunciato il nome di sua figlia, adesso se ne sta lì, con le braccia conserte e nel silenzio più profondo.
"Va bene, grazie delle informazioni, se vi serve una mano sono qui, ah, e Ryan vedrai che andrà tutto bene, lei starà bene" cerco di consolarlo.
"Si, lo so, so che sta bene" risponde pensieroso lui.
La chiamata viene conclusa da Daniel.
Per qualche minuto rimango a fissare lo schermo nero, spero vivamente che Jennifer stia bene.
Guardo la finestra riparata momentaneamente con del cartone ieri sera da Ryan ed in qualche modo recupero le energie, così decido di aggiustarla, forse per impegnare la mente in qualcos' altro aspettando il responso dell' indagine o forse perchè il freddo mi stava uccidendo.
Passano le ore, penso di aver fatto un buon lavoro con quell' Infisso, così decido di andare in cucina e prepararmi uno spuntino come ricompensa, prendo del pane, del prosciutto e alcuni formaggi, metto tutto insieme in un piatto e torno sul mio comodo divano.
Ancora nessuna chiamata in vista, così i pensieri tornano ad avere la meglio, la donna dei miei sogni...chi è quella donna?
Prima di addentare il panino ho come un flashback della mia conversazione con Tim, il ragazzo che aveva litigato con Henry prima della sua morte...sua madre... sua madre non lo aveva lasciato andare alla festa, mi era sembrata una cosa del tutto normale, un genitore che decide di non fare uscire il figlio per una sera...allora perchè ci stavo pensando? Cosa mi stava sfuggendo? Forse quando potrò farò alcune domande a Daniel per quanto riguarda la sua famiglia, anche se adesso non è proprio un momento propizio.
All'improvviso lo schermo del computer lampeggia, la chiamata che aspettavo...

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