"Ti amo"

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Sono le "19:47" tra pochi minuti dovrò andare a quell'incontro, il conto alla rovescia è partito, "Sei ancora in questo mondo?" Ryan interrompe la mia nuvola di pensieri,
"Sì, mi dispiace constatare lo stesso di te" sdrammatizzo.
"Senti...Devo andare in un posto stasera, si tratta di un'intervista per il giornale, tu non incasinare la casa, ok?" Sono dispiaciuta dal fatto che queste potrebbero essere le ultime parole dirette a lui che pronuncerò, ma non posso fare altrimenti o si insospettirà,
"Va bene, non devi preoccuparti di questo, prometto di non organizzare nessun toga party durante la tua assenza" scherza.
Prendo la mia borsa e cammino verso la porta, mi giro un'ultima volta dietro di me per dare una specie di addio alla mia casa e all'uomo che rimane al suo interno, poi apro ed esco fuori, consapevole di non poter più tornare indietro.
Arrivo nel luogo dell'appuntamento con 5 minuti di anticipo, l'attesa si fa più insopportabile, mi guardo attorno sperando che prima o poi si presenti qualcuno.
Senza pensarci scoccano le 20:00, i fari di un auto mi illuminano e da quello stesso veicolo scende un uomo dotato di cappello nero e giacca grigia, sembra dirigersi verso la mia posizione.
Si ferma proprio di fronte a me, sarà lui il vero assassino?
Mi schiarisco la voce in attesa che inizi a parlare,
"Sono felice che si sia presentata, signorina Cooper" afferma costui con fare sicuro,
"Aveva forse qualche dubbio?" Cerco di fare la forte,
"No, in effetti no" risponde.
"Deduco che sia pronta a scoprire tutta la verità su questo caso e ad ottenere la mia confessione, ora...la proposta che le faccio è una sola, le dirò tutto quello che vuole sapere, sazierò la sua fame di informazioni, ma alla fine lei avrà due possibilità di scelta: tornare a casa sapendo di condannare a morte certa la sua intera squadra, oppure rimanere qui e morire sapendo di non poter comunicare le sue scoperte" spiega con freddezza.
So già cosa sceglierò...però adesso voglio avere la sua confessione e la sua reale identità, mentre rimango in silenzio aspettando che ricominci a parlare sento dei rumori alle mie spalle.
"C'è una terza opzione!" Grida una voce,
"Potrebbe tornare a casa senza ascoltare la sua confessione e senza scoprire la sua identità, non è forse possibile?" È Ryan, sta cercando una scappatoia per tirarmi fuori da questa situazione, ma come è arrivato fin qui?
"Sì, è possibile, anzi, è l'opzione che ha appena scelto facendosi seguire da te" dice l'uomo, poi si volta e torna al suo veicolo per poi scomparire nel nulla.
Non posso crederci, la mia occasione...la mia occasione è andata in fumo, mi giro verso Ryan e gli urlo addosso "SI PUÒ SAPERE COSA TI È SALTATO IN MENTE?" Lui decide di non replicare, mi afferra per l'avambraccio e mi riporta nella mia macchina, mette in moto e come se nulla fosse comincia a guidare verso casa.
Urlo durante tutto il tragitto ma lui non reagisce in nessun modo. Una volta varcata la soglia della porta di casa l'antifona cambia, le chiavi della macchina vengono lanciate fino a raggiungere la parete della cucina.
"SMETTILA DI URLARE E PENSA AL GESTO FOLLE CHE HAI TENTATO DI FARE! QUELL'UOMO TI AVREBBE UCCISA...TUTTO QUESTO PER DELLE RISPOSTE CHE NON AVRESTI POTUTO COMUNICARE A NESSUNO!" il suo sguardo non è mai stato così duro,
"AVEVO PRESO IN CONSIDERAZIONE LA POSSIBILITÀ, SAPEVO A COSA ANDAVO INCONTRO, SAREI MORTA, SI, MA AVEVO ADDOSSO UN REGISTRATORE, AVREI POTUTO TROVARE UNA PROVA SCHIACCIANTE! TU INVECE DECIDI DI INTERVENIRE SOLO PER NON PERDERE LA TUA COINQUILINA? E POI SI PUÒ SAPERE COME HAI FATTO AD OTTENERE IL LUOGO DELL' INCONTRO?" Non riesco a smettere di urlare, nessuno dei due ci riesce.
"DURANTE LA NOSTRA VISITA A QUEL NEGOZIO DOVE HAI PRESO QUELL' ABITO, MENTRE ERI NEL CAMERINO HO NOTATO QUELL' ULTIMO MESSAGGIO, NON VOGLIO PENSARE ALLA POSSIBILITÀ CHE NON L'AVESSI FATTO...SEI STATA IRRESPONSABILE! HAI MESSO IN PERICOLO TE STESSA!"
Mi afferra il polso,
"TI RIPETO CHE SAPEVO A COSA ANDAVO INCONTRO, TU INVECE NO, SEI STATO PIÙ IRRESPONSABILE DI ME, AVRESTI POTUTO INCASINARE TUTTO E MORIRE ACCANTO A ME!"
Tento di liberarmi dalla sua stretta, ma invano,
"ALMENO IO HO CERCATO DI PROTEGGERTI, COSA CHE TU STESSA NON AVRESTI FATTO!"
Mi sento afferrare anche l'altro polso, la stretta è forte ma non fa male.
"E PERCHÈ L'HAI FATTO? NON TE L'HO CHIESTO IO!" ormai la conversazione sembra essere diventata una gara a chi urla di più.
"PERCHÈ TI AMO, DANNAZZIONE, SI PUÒ SAPERE COSA C'È CHE NON VA IN TE?
Dopo tutto questo tempo, dopo tutto quello che abbiamo passato, continuo a provare le stesse emozioni di una volta".
Mi blocco, mentre il tempo scorre...

Incidente a Cape MayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora