15. Vendetta

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Stare fra le braccia di Anthony e volteggiare con lui sulla pista da ballo, sotto gli occhi di tutti, fu per Harry un momento fantastico e in cuor suo sperò che quel ballo durasse per l'eternità.

"Allora non eri tu quel giorno sulla collina?" chiese ad un certo punto il riccio."Non eri tu che mi hai consolato suonando la tua cornamusa?"

Anthony sorrise e scosse la testa.

"No" mormorò "io ti ho visto unicamente davanti al cancello delle rose...sappi però che ti avrei consolato volentieri se ti avessi visto piangere. I tuoi occhi sono troppo belli per essere offuscati dalle lacrime..."

Harry arrossì furiosamente sulle guance e non osò più dire nulla.

Anthony lo fece ballare molte volte quella sera e così fecero anche Stear e Zayn, suscitando il malumore e la rabbia di Paul e di Mark.

Il giorno dopo la signora Legan,venuta a sapere dai figli della straordinaria serata vissuta da Harry, decise di vendicarsi e, approfittando dell'assenza del marito, spedì il riccio a dormire nella stalla, insieme ai cavalli.

Harry non la prese male e preferì di gran lunga trascorrere il tempo in compagnia degli animali piuttosto che con Paul e Mark.

Un pomeriggio lo andò a trovare suor Maria e la poveretta, quando si rese conto dello stato in cui si trovava, volle a tutti i costi riportarlo all'orfanotrofio.

Harry, però, si ribellò subito e convinse la donna a lasciarlo dove si trovava.

Non le disse che era per Anthony e per il sentimento che provava per lui, ma suor Maria capì ugualmente  che il cuore c'entrava in qualche modo.

Allora fece finta di nulla, raccomandò a Harry di stare attento e poi tornò all'orfanotrofio, sperando che le cose, per il suo bimbo ormai cresciuto, si mettessero presto per il meglio.

Giorno dopo giorno, però, il morale di Harry sprofondava sempre di più verso la disperazione perché Anthony non si faceva nè vedere nè sentire.

Temeva che il ragazzo fosse venuto a sapere che viveva ormai nella stalla con i cavalli e aveva paura che non lo considerasse alla sua altezza.

Un pomeriggio, però, se lo trovò davanti, bello più che mai, con una rosa bianca in mano.

"È per te" disse con un dolce sorriso. "È una delle rose che io coltivo, una delle rose di maggio. Da adesso, quindi, il tuo compleanno sarà in questo mese, perché tu sei una rosa, proprio come loro!"

Harry si commosse e non potè fare altro che abbracciarlo e stringerlo a sè.

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