45. A volte i miracoli accadono

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La signora Malik dovette essere messa a letto e Harry si trasferì da lei per poterla assistere quando non era al lavoro.

Era giunto anche Niall, ma il povero ragazzo era talmente disperato per la sorte di Zayn che non faceva altro che piangere e singhiozzare.

Harry reggeva tutto sulle sue spalle ed era talmente preso dalle mille incombenze che aveva da svolgere che non aveva più nemmeno il tempo di seguire la carriera e la vita di Louis sui giornali.

I giorni e le settimane passarono lente e la signora Malik, poco per volta, ritornò padrona di sè e riprese in mano la sua vita.

Si era ormai convinta che anche Zayn fosse morto e nessuno era in grado di farle cambiare opinione o di infonderle una minima speranza.

Alla fine dell'estate si diffusero le notizie della fine della guerra e poco dopo Harry cominciò a vedere i primi soldati tornare a casa.

Molti feriti vennero ricoverati nella clinica e a tutti quelli in grado di parlare chiese notizie di Zayn, ma nessuno lo conosceva o aveva notizie di lui.

Un pomeriggio, sul tardi, una malandata ambulanza scaricò parecchi soldati con ferite più o meno gravi agli arti inferiori e Harry si prodigò subito per aiutarli.

Stava medicando una bruciatura ad un soldato, quando una voce chiara lo chiamò:

"Ehi, fratellino..."

Harry si voltò al rallentatore e si trovò davanti, su una sedia a rotelle, Stear, che tutti credevano morto.

Harry gli volò letteralmente fra le braccia e lo strinse a sè piangendo.

Solo dopo notò che al ragazzo erano state amputate le gambe, ma anche quella terribile ferita gli sembrò nulla di fronte alla gioia di saperlo ancora vivo.

"E Zayn?" balbettò fra le lacrime.

"Zayn è il solito ragazzo bellissimo" esclamò una voce alle sue spalle.

Harry si girò di scatto e abbracciò il ragazzo moro, ricominciando a piangere per l'ennesima sorpresa.

Avrebbe voluto chiedere loro mille cose, ma non poteva trascurare tutti i soldati che necessitavano di cure urgenti.

Diede appuntamento ai fratelli per la sera e promise loro che sarebbe andato a casa Malik il prima possibile.

Prima di rimettersi al lavoro, li osservò entrambi con il sorriso e ringraziò il suo angelo personale, il suo Anthony, per averli protetti e per averli fatti tornare a casa sani e salvi.

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