Capitolo 15

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Mason si alza dalle scale del portico di casa mia e cammina verso di me con aria preoccupata. Inizialmente non ho idea di cosa ci faccia qui ma subito capisco che forse quando Wes mi ha mandato quel messaggio si riferiva proprio a questo. Lui è l'unico a sapere che io e Dakota siamo qui, ma non capisco cosa sia venuto a fare a Princeton Mason e sopratutto non ho idea di come abbia il mio indirizzo.

<<Ho saputo di tuo padre e non potevo non venire per vedere come stai.>> dice lui come se mi avesse letto nel pensiero. <<Wes si è lasciato sfuggire tutto.>>
<<E sei venuto fin qui solo per chiedermi come sto?>> domando aggrottando le sopracciglia. Dal campus a Princeton sono due ore di strada, quindi non credo che abbia fatto tutta questa strada solo per questo.

<<Sì.>>
<<Come fai a sapere il mio indirizzo?>> Questo di sicuro non gliel'ha detto Wes, visto che non lo sa neanche lui.

Rimane in silenzio per un qualche secondo e guardandomi con aria divertita afferma: <<Ho corrotto la segretaria del rettore per farmi dare il tuo indirizzo.>>

<<Stai scherzando?>> domando perplessa. Fino a qualche giorno fa l'ho praticamente supplicato di essermi amico e ora invece si è fatto dare il mio indirizzo per correre qui, facendosi due ore di strada.

<<Come sei venuto?>>
<<Volevo venire in moto ma credo che nevicherà, quindi ho fregato la macchina a Connor.>> dice stringendosi nelle spalle.

<<Charlotte?>> la voce di mia sorella che esce dalla porta di ingresso attira la mia attenzione. Notando la sua espressione incuriosita mi affretto a chiarire le cose prima che possa fraintendere. La conosco benissimo e so che vedendomi con un ragazzo penserebbe che sia qualcosa, nonostante io abbia perso Trevor da poco tempo.

<<È un mio amico.>>
<<E chi ha detto niente?>> chiede rientrando in casa con aria divertita. Fisso la porta per qualche secondo, furiosa all'idea che mia sorella pensi che io stia con Mason e lo guardo in cagnesco per avermi incasinata. Non voglio che la mia famiglia pensi che ho già dimenticato Trevor, perché non è per niente vero.

<<Non saresti dovuto venire qui. Io sto bene e adesso che lo sai puoi tornare al campus.>> il tono in cui lo dico sorprende anche a me e nonostante mi senta subito in colpa per aver sbraitato contro di lui, fingo che non sia successo nulla.

<<Sei sempre la solita. Voglio essere solo un buono amico e tu ti comporti sempre come una stronza.>> sfila dalla tasca dei jeans le chiavi dell'auto e mi supera venendomi addosso. Le nostre spalle si scontrano, ma non accenna a voltarsi e sale in macchina.

Indecisa se fermarlo o meno, lo guardo mettere in moto l'auto. Per un momento si volta a guardarmi, ma quando non accenno a muovere un dito, sfreccia via lasciandomi immobile nel vialetto.

Quando mi volto per tornare all'interno di casa mia, capto un piccolo spostamento della tenda della finestra che ho davanti, come se qualcuno ci stesse spiando.

<<Qualcuno mi spieghi>> mi blocco entrando in salotto quando noto che mia sorella, Luis e Dakota hanno un'aria troppo strana.

<<Sì?>> fa la mia amica voltandosi verso di me.
<<Mi stavate spiando?>> sbotto sbigottita. Pensavo che potesse essere mia sorella, ma sapere che lo stavano facendo tutti e tre mi infastidisce ancora di più. Sono più che sicura che appena Izzy mi ha visto con Mason l'ha urlato a tutti.

<<Non ti stavamo spiando. Siamo rimasti seduti su questo divano tutto il tempo.>> tenta di mentire Luis. Peccato per lui che sia un pessimo bugiardo e dal piccolo tic all'occhio è palese che sta solo dicendo stronzate.

I'm scared to love againDove le storie prendono vita. Scoprilo ora