Capitolo 18

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Ci allontaniamo da casa mia e nel frattempo invio un messaggio a Dakota per dirle che la aspetto al parco in cui ho incontrato Mason qualche momento prima, per tornare al campus. So che potrei andarmene subito con lui, ma non voglio lasciare la mia amica da sola, quindi tornerò con lei a Chicago.

<<Scusa se mi sono intromesso prima, ma ho temuto che ti facesse del male.>> dice Mason quando ci fermiamo davanti al parco. Nessuno dei due aveva detto una parola da quando ci siamo allontanati dal vialetto di casa mia, di nuovo. Forse ci piace viaggiare in silenzio, non che il tragitto sia stato molto lungo.

<<Ti ringrazio per esserti preoccupato, ma mio padre non ha mai alzato un dito su di me o mia sorella.>> spiego giocherellando con i pollici. <<Credo che abbia reagito così per tutta la situazione e mi dispiace aver fatto la stronza, ma se l'è meritato.>>

<<Hai ragione.>> mormora inumidendosi le labbra con la lingua. <<Ma spero che riuscirai a perdonarlo prima o poi.>>
<<Lo spero anch'io.>> affermo un po' abbattuta. Litigare con mio padre è stata davvero dura e non so se riuscirò a perdonare lui e mia sorella tanto facilmente anche se loro sono le persone più importanti della mia vita.

Già stufa di parlare di questa storia, accendo la radio sperando di non essere costretta a parlare nuovamente di questa faccenda. Non voglio più parlarne con nessuno, neanche con Dakota. So che lei appena mi vedrà comincerà a farmi pressioni per sapere tutto, ma parlarne mi fa solo stare uno schifo. Solo adesso capisco a cosa si riferisse la mia coinquilina quando non voleva parlare dei suoi problemi familiari.

Quando mi torna in mente Dakota, la chiamo per vedere dove sia finita. Sono già passati quindici minuti da quando le ho mandato il messaggio e casa mia è distante cinque minuti di auto dal parco. Non capisco per quale motivo non sia ancora arrivata.

<<Pronto??>>

<<Ma dove sei? Ti stiamo aspettando.>>
<<Cosa?>> domanda  lei sorpresa. <<Io sono già per strada, pensavo che te ne andassi con Mason.>>

<<Stronza.>> dico maledicendola mentalmente. So perfettamente cosa ha fatto: è andata via da sola per lasciarmi fare il viaggio con Mason. <<Te l'ho scritto che ti aspettavamo al parco.>>
<<Ops.>> fa lei chiudendo subito dopo la chiamata.

Ho la sensazione che per l'ennesima volta, abbia escogitato tutto per far in modo che passi del tempo con Mason da sola. Sapeva che se me l'avesse detto mi sarei rifiutata, più che altro perché non avrei voluta lasciarla da sola. In fin dei conti io e lui siamo amici, ma Dakota non riesce a smettere di pensare che fra noi ci possa essere qualcosa.

<<Andiamo.>> sbuffo infilando il cellulare dentro la tasca posteriore dei jeans.
<<Non dobbiamo aspettare Dakota?>> domanda Mason confuso.
<<Non più.>> rispondo alzando gli occhi al cielo. <<C'è stato un fraintendimento.>>

<<Bene.>> mormora lui mettendo in moto l'auto. Abbassa il freno a mano e ci allontaniamo dal parco. Guida ad una velocità abbastanza moderata e quando ci troviamo all'uscita di Princeton guardo il cartello di arrivederci con angoscia.

Pensavo che la mia famiglia non mi avrebbe mai delusa tanto, invece mi sbagliavo. Sono corsa nella mia città natale perché mio padre è stato sparato e quando ho visto arrivare mia sorella con la mia nipotina non potevo essere più felice di così.

Il mio piano era quello di rimanere un paio di giorni, per stare vicino a mio padre ma anche alla mia famiglia, però quando ho scoperto di essere stata imbottita di bugie dal primo in cui sono nata, non avrei potuto mai restare un minuto di più in quella casa.

I'm scared to love againDove le storie prendono vita. Scoprilo ora