Capitolo 19

1.3K 97 110
                                    

Rifiuto l'ennesima chiamata da parte di mio padre e ripongo il cellulare dentro la tasca. Lui ed Izzy mi hanno tempestata di messaggi e telefonate, ma non ho mai risposto. Devono capire che non voglio parlare con loro per nessun motivo in questo momento. Non sono pronta a discutere di ciò che è successo.

Ma come diavolo ha fatto mia sorella a fingere che non fosse successo niente quando ha scoperto la verità su mia madre? Io non ho resisto neanche mezza giornata invece lei è stata brava a nascondere tutto per anni.

<<Quindi stasera ci dai buca di nuovo?>> domanda Wes scocciato.
<<Lo sapete che lavoro ragazzi, ma se non sarò stanca morta passerò alla confraternita.>> rispondo bevendo un sorso d'acqua.

Finalmente ho smesso di sentirmi in colpa quando si parla della possibilità di andare a qualche festa. Ho capito che non posso vincolarmi ancora a lungo per ciò che ho passato, ma nonostante questo non ho ancora nessuna intenzione di flirtare con qualcuno o peggio di intraprendere una relazione amorosa con un ragazzo.

<<Non hai parlato con Liam?>> chiede Nathan indicando l'amico con un cenno della testa. Da quando ho seguito Mason fuori dalla mensa non mi ha più rivolto la parola. Come se non bastasse ha smesso di pranzare con noi, perlomeno quando ci sono io. Mi dispiace così tanto di aver rovinato tutto... ed io che pensavo che sarebbe stata Dakota se un giorno fosse nato qualcosa con Connor.

<<Credo che non voglia vedermi. Anzi, ne sono più che sicura.>> mormoro afflitta. Vederlo seduto nell'angolo della mensa con altri ragazzi piuttosto che con noi è triste. Lui, Connor, Wes e Nathan sono amici da tanto e a causa mia adesso non vuole passare neanche del tempo con loro quando ci sono io.

<<Dovresti provare a parlarci.>> suggerisce Dakota stringendosi nelle spalle.
<<Non ha ascoltato neanche i suoi amici, perché dovrebbe ascoltare me?>> domando allontanando il piatto mezzo pieno. Non potrei avere una vita più incasinata di così.

Gli altri, non sapendo più cos'altro dire, rimangono in silenzio e completano il loro pranzo. Finita la pausa, seguo le ultime lezioni della giornata e subito mi dirigo a lavoro. Ho finito tardi e non ho avuto neanche il tempo di andare a casa per riposare e darmi una rinfrescata.

Arrivata al locale tutto è nella norma, conosco finalmente la moglie del capo e il figlio che ha una trentina di anni. Entrambi sono molto gentili e disponibili e mi aiutano a servire ai tavoli. Il locale la sera è abbastanza pieno e la cosa mi sorprende visto che alla Sigma Tau tra poco si svolgerà una festa.

Come previsto però, intorno a mezzanotte il locale si svuota velocemente e rimangono una decina di persone che vanno via dopo poco. Mentre i proprietari vanno via, io e Marisa ci occupiamo di sistemare la sala, di lavarla e metterla in ordine.

Visto che sono mancata dal lavoro una sera, devo recuperare domani e ricambiare il favore a Gary che è stato tanto gentile da sostituirmi quando sono dovuta correre a Princeton.

<<Con queste feste ogni sera andrà a finire che ci licenzieranno a tutti.>> riflette Marisa pulendo gli ultimi bicchieri rimasti. <<Sì, lavoriamo, ma non come quando al campus non c'è nessuna festa a cui andare. La Sigma Tau si è presa il vizio di dare festa ogni giorno.>>

<<Ma le cose non sono andate così male.>> le faccio notare indicando la cassa.

<<Se non ci fossero state feste avremmo fatto il doppio degli incassi e di mance.>>

Ho appena avuto il lavoro e non mi lamento della paga e di ciò che guadagno grazie alle mance, ma se Marisa ha ragione, i Davidson si libereranno di noi in fretta ed io ho troppo bisogno di questo lavoro. Sto risparmiando per mettere una bella cifra da parte per comprare un'auto e forse chissà, affittare un'appartamento fuori dal campus.

I'm scared to love againDove le storie prendono vita. Scoprilo ora