Capitolo 14

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Mia madre è morta quando avevo due anni e vedere una donna che le somiglia mi ha scosso. Forse sono davvero molto stanca o me la sono immaginata o semplicemente è una donna che ha i suoi stessi lineamenti. Si dice che si abbiano sette sosia al mondo e forse ne ho appena trovata una di mia madre.

Ricordare qualcosa su di lei è impossibile, ma i racconti di mio padre e le infinite storie che mi ha raccontato sono servite a farmi un'idea di che persona fosse, nonostante questo non sia stato sufficiente a rendermi felice. Avrei preferito molto di più conoscerla, creare dei ricordi con lei e vederla invecchiare. Ho visto migliaia di foto e ho sentito così tanti episodi sul suo conto che mi sembra di averla conosciuta sul serio, ma non mi è mai bastato.

Lei e mio padre si sono conosciuti al liceo e hanno avuto Izzie all'età di ventuno anni. Mia madre l'ho amato fino all'ultimo secondo in cui è vissuta e mio padre non l'ha dimenticata mai. Non nego che molto probabilmente abbia avuto altre donne nonostante l'abbia nascosto, ma nessuna è mai stata così importante come lei. Ha avuto solo storie di una notte, per quel che ne so. Non ho mai visto un'altra donna al suo fianco.

Vorrei che finalmente, dopo diciassette anni dalla sua morte però, mio padre trovasse qualcuno da amare, qualcuno che possa farlo sentire bene come faceva lei. Se lo merita.

Sopratutto ora che io e Izzie abbiamo lasciato il nido da un po', mi dispiace sapere che la sera torna in quella casa triste e vuota. Anche se vengo a trovarlo ogni tanto, non è la stessa cosa. Prima che mia sorella si trasferisse in Kentucky ed io andassi al college, trovava noi che lo aspettavo a casa con la cena fumante sul tavolo. Adesso credo che mangi solo hamburger e cibo precotto.

<<Ti vedo troppo pensierosa.>> mormora mio padre interrompendo i miei pensieri.
<<Sono solo un po' stanca.>> dico facendo spallucce. Cos'altro potrei dirgli? Che ho visto per strada una donna che somiglia alla mamma? Non voglio mettergli in testa pensieri inutili. In questo modo gli tornerebbe in mente la mamma e non è il momento. 

<<Perché tu e Dakota non andate a riposare un poco? Avete fatto un lungo viaggio.>> dice mio padre con tono dolce.
<<Appena finisce l'orario delle visite, la porto a casa.>> lo rassicuro accennando un sorriso. Dopo un'oretta, l'infermiera ci chiede gentilmente di lasciare la camera e dopo aver salutato papà, io e Dakota raggiungiamo casa mia. 

<<Questa è la prima volta che vengo a Princeton e quindi che vengo a casa tua.>> fa lei entrando in salotto. La casa non è chissà cosa, anzi è un po' vecchiotta  e mio padre vorrebbe prenderne una nuova, ma non vorrei abbandonare per sempre il posto in cui sono cresciuta. Anche se passo gran parte del tempo al college e non torno spesso a casa per il fine settimana, quando torno qui mi sento felice e mi ritornano in mente molto ricordi. 

Come posso scordare tutto il tempo che ho passato tra queste mura? Qui ho fatto i miei primi passi con nonna Eva e sono cresciuta in questa casa insieme ad Izzy. Mi sono rotta il braccio a sei anni cadendo dal tavolo perché volevo imitare un cartone ed è qui che ho passato gli ultimi giorni con Trev. 

<<Dai rimani ancora un po', mio padre non c'è.>> gli dico tirandolo per un braccio. So che dobbiamo prepararci per la cena di stasera, ma non voglio lasciarlo neanche per un minuto. Appena finiranno le vacanze di Natale, io tornerò al campus e lui sarà impegnato con il suo lavoro. 

<<Va bene amore, ma solo altri cinque minuti.>> puntualizza sdraiandosi al mio fianco <<Non preoccuparti, abbiamo ancora una vita davanti per passare giornate intere sul divano a puzzare.>> dice posando le sue labbra sulla mia fronte. 

Una vita davanti... quello è stato il nostro ultimo pomeriggio insieme. Quella sera l'hanno sparato ed è morto senza neanche darmi l'occasione di dirgli addio...

I'm scared to love againDove le storie prendono vita. Scoprilo ora