Capitolo 2

19.5K 449 126
                                    

Alex

Mi sveglio con un mal di testa tremendo: apro gli occhi lentamente, non sopportando la luce del sole che entra dalla finestra spalancata.

«Vuoi chiudere quella cazzo di finestra?! »-urlo, cercando il corpo di Clara sul letto.

Non sento nessuna risposta, quindi apro completamente gli occhi, notando che non si trova al mio fianco: non mi aveva detto che lavorava oggi...

Porto una mano sulla fronte, per poi uscire dalle coperte e raggiungere la cucina con solo un paio di boxer addosso.

«Già sei sveglio? »-mi blocco sul posto quando vedo che Clara sta guardando la televisione in salone.

Corrugo le sopracciglia confuso: perché stava sul divano, invece di starmi sul petto come ogni mattina?

«Anche tu a quanto pare. »-osservo perplesso.

Non so cosa le prende: è da ieri si comporta in modo strano, ma non ho intenzione di fare il fidanzato appiccicoso.

Fa per parlare ma Giulietta entra in salone: «Ehi, gente! »-le tiro un'occhiata veloce, per poi riportare l'attenzione su Clara.

Non mi degna di un'occhiata, il che mi dà assai fastidio: infatti avrei preferito fosse andata a lavorare.

«Perché sei rientrata tardi ieri? »-mi rivolgo a mia figlia.

«Smettila. »-alza gli occhi al cielo- «Sono venuta in Australia perché mi volevo togliere di mezzo papà, non puoi farmi questo! »-dice con una voce drammatica, ma scherzosa.

Ha solo nove anni, ma sembra più matura di Clara, che, invece è rimasta la stessa bimba di cinque anni fa.

L'aria australiana mi fa schifo: dipendesse ritornerei di nuovo al piccolo quartiere del Nord Bronx.

Non mi sarei mai trasferito a Sydney se non fosse stato per Clara: quando ha ricevuto la notizia di aver vinto il concorso era così contenta di partire.

Ma non potevo lasciarla andare di nuovo, e soprattutto l'idea che sarebbe vissuta da sola in una grande città, mi ha convinto a seguirla, ma non le dirò mai di odiare di vivere qui.

Si sentirebbe troppo in colpa, la conosco bene ormai...

Quando ha saputo che Giulietta è mia figlia, ho temuto di perderla, che si allontanasse da me, e non oserei immaginare cosa avrei provato se l'avessi lasciata andare per davvero, come qualche volta mi è passato per la testa.

«Comunque ero con delle amiche. »-continua ancora, mentre con la coda dell'occhio osservo Clara alzare gli occhi al cielo.

Cerco di controllarmi e non saltarle addosso: è ancora in pigiama, il che la rende ancora più sexy, anche se il pigiama è ricoperto di banali orsacchiotti sorridenti.

Ho imparato a capirla, per quanto siamo diversi: sembra una donna tutta casa e Chiesa, bella, ma innocente.

Ma quando ci mettiamo a dormire mi sprona a fare tutt'altro, tranne dormire.

Annuisco a Giulietta, mentre Clara si alza per avviarsi in camera da letto.

La seguo come se fossi ipnotizzato, chiudendo la porta alle spalle:

«Non devi lavorare oggi? »-chiede, togliendosi la maglia e mettendo in mostra il seno nudo.

Provo a distogliere gli occhi, ma mi arrendo dopo vari tentativi: la ammiro, mentre mi siedo sul letto.

Come fa a non capire quanto cazzo è bella?!

Mi limito ad annuire, mentre si allaccia il reggiseno:

Sei Mia, Ragazzina!  1  || ©Tutti i Diritti RiservatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora