Capitolo 66

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Alex

Ogni singolo muscolo del mio corpo si contrae, mentre cerco una base d'appoggio per il palmo della mano, trovandola sullo schienale di una sedia davanti all'isola della cucina.

«Cosa cazzo ha fatto?»-chiedo tra i denti, mentre mi trattengo con tutte le forze dal girarmi dalla sua parte per fare qualcosa di cui pentirmi subito dopo.

Non risponde e il silenzio cade in salone, interrotto dal suo respiro irregolare.

«Cosa cazzo ha fatto!?»-urlo, accompagnato da un leggero gemito di paura che esce dalla sua bocca quando spingo lo schienale della sedia in avanti e la faccio sbattere per terra.

Mi pento immediatamente di non essere andato oltre con quella faccia da schiaffi, mentre mi dimentico della presenza della donna alle mie spalle e appoggio le mani sul ripiano della cucina, serrando la mascella e cercando di scacciare dalla testa la fottuta scena di quel coglione che si incolla alla bocca della mia donna!

«Alex..»-la sua voce fievole mi infastidisce a tal punto che sbatto le mani sul marmo scuro, per poi girarmi di scatto con una mano impugnata in aria.

«Zitta!»-faccio per intimidirla con gli occhi, ma il mio braccio alzato in aria le fa portare le mani davanti alla testa in segno di protezione, mentre inclina la testa da un lato.

Continuo a guardarla terrorizzata in quella posizione per rendermi conto che sono io a farle paura: la mia espressione passa da incazzata a pentita in due secondi, ma i suoi occhi non vogliono incrociare i miei.

Non appena si accorge che rimango pietrificato davanti alla sua reazione, ritorna in una posizione composta e mi guarda dal basso con quello sguardo da cucciolo bastonato che mi fa sempre sentire una merda:

«Non volevo baciarlo.»-dice, più preoccupata che io non la perdoni, piuttosto che rimanere scossa per il mio gesto.

Non ti farei mai del male, cazzo! Non guardarmi così...

Ma non trovo il coraggio di fiatare davanti alla sua figura, quindi la lascio preoccupata in mezzo al salone, per poi affrettarmi a scappare da questa casa.




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