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Chiudo la porta alle spalle, soddisfatto della mia decisione, per poi ritornare nella mia stanza soddisfatto.
Questa Chiesa sembra un labirinto, tanto che ad un certo punto credo di essermi perso, ma le finestre disposte in fila mi indicano il corridoio giusto da percorrere per ritornare nel mio camerino.
Passo una mano tra i capelli, affondando i denti nel labbro inferiore e sorridendo contemporaneamente: come cazzo ho fatto ad arrivare fino a questo punto.
Mi sto sposando.
Io mi sto sposando!
Non ho mai creduto in Dio, a differenza di Clara, ed è da quando avevo dieci anni che non entro in una Chiesa, ma lei mi ha portato a fare persino questo.
«Non pensavo che il bagno fosse così lontano.»-Andrew comincia a fare lo stronzo non appena entro nella piccola cameretta isolata.
Non gli dò retta, mentre guardo gli indumenti che mi indica vicino a un vecchio armadio.
Non rispondo alle sue provocazioni e mi posiziono davanti allo specchio:
«Catherine?»-chiede subito dopo con un'espressione seria, e solo al sentire il suo nome mi vengono i brividi.
«Sarà qui a momenti.»-guardo l'orologio intorno al mio polso:«Non ha risposto a nessuna delle mie chiamate.»-sbuffo.
Se per un attimo mi ero dimenticato persino dell'esistenza di quella puttana, ora ritorna a dominare i miei pensieri e maledico il giorno in cui l'ho conosciuta.
Mi è anche risultata simpatica il primo giorno di lavoro, ma poi il casino è cominciato dal momento in cui le ho detto di essere fidanzato.
Le ho dato così tanta confidenza parlandole di mia figlia, ma poi lo ha usato a suo favore per minacciarmi.
Clara manda il mio cervello a puttane tanto che ad un certo punto mi sono arreso e ho preso in considerazione l'idea di rivelare a Giulietta la verità, ma ancora una volta Catherine mi ha preso di sprovvista e minacciato ancora.
«George non si fa sentire, anche se sono sicuro che questo sia il suo nome.»-sussurra, come se in questa camera non ci fossimo solo noi due.
«Sono sicuro che lei c'entra qualcosa.»-dico tra me e me, iniziando a fissare il pavimento:«Ma ormai è troppo tardi per avere delle prove.»-ammetto, arrendendomi.
«Devi chiudere Catherine in quello stanzino senza un telefono in mano.»-insisto su ciò che continuo a ripetere da giorni ad Andrew:
«Come faccio ad assicurarmi che non abbia un telefono?»-sembra chiederlo a sé stesso, piuttosto che a me.
Il rumore della porta che viene aperta mi fa sobbalzare, ma mi accorgo che è solo frutto della mia immaginazione quando nessuno entra.
Mi convinco che è stato il vento, quindi ritorno a guardare il mio amico:
«Non lo so, Andrew.»-passo la mani davanti al viso frustrato: «Non lo so.»-ripeto in un sussurro.
Se Catherine chiama qualcuno per essere liberata sono davvero rovinato, ma mi preoccupa anche il fatto che non si sia ancora presentata.
Faccio per prendere il telefono dalla tasca e inviarle un messaggio, ma vengo interrotto dal rumore della porta che viene spalancata.
Pensavo che il padre di Clara sarebbe arrivato più tardi insieme al mio, ma ora lo ritrovo davanti a me con un espressione seria.
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Sei Mia, Ragazzina! 1 || ©Tutti i Diritti Riservati
Chick-Lit√ COMPLETA «Ho sempre odiato la violenza, ma vedendo Alex nei panni di un uomo minaccioso, con i muscoli irrigiditi per dare colpi pesanti al suo avversario e le scapole in rilievo dalla sua schiena possente, con la pelle illuminata dalle gocce d...