«Spostati! VATTENE!»-urlo infastidita dal suo comportamento.
Lo spingo lontano dal mio corpo, ma dato che questo non fa altro che divertirlo, decido di cambiare posto di mio.
Prendo la scatola con i dolci e faccio per avanzare furiosa verso la mia camera, ma mi blocca ai miei passi quando sento la sua leggera risata:
«Non giocherai più con me!»-urlo accigliata, guardandolo intensamente. Lo dico più a me stessa che a lui: non capisco cosa pensa di combinare, ma qualsiasi cosa abbia in mente, rovinerò il suo piano.
«Faccio quello che ritengo necessario.»-alza le spalle, ma non sembra esserci odio nella sua voce.
Socchiudo gli occhi: quello che ritengo necessario...
Che vorrebbe farmi credere?
Ritiene necessario fare finta che tra noi non è finita?
Che razza di ragionamento è?
Che sia un gioco o sia davvero uscito fuori di testa, ciò che mi preoccupa è il fatto che non posso permettergli di vedermi debole
«Allora vai da lei.»-dico con un filo di voce. inclinando la testa, e pianto i piedi per terra per vedere la sua reazione.
Non so se riuscirò mai ad abituarmi all'idea di Alex e Catherine insieme, mentre si scambiano saliva davanti ai miei occhi.
Scuoto la testa mentalmente dopo che quell'immagine si presenta nei miei pensieri.
«Preferisco guardare la televisione.»
«Poco fa non stavi guardando la televisione.»-sussurro tra me e me e so che mi ha sentita, ma fa finta di nulla, mentre io mi dirigo verso la cucina e penso a iniziare a preparare il pranzo per distrarmi dalla presenza di Alex in salone.
*Mi manchi. È strano non vederti correre per i corridoi.*- non appena il mio telefono segna l'arrivo del messaggio da parte di John, sento il cuore farsi in mille pezzi leggendolo, quindi senza pensarci due volte gli invio:
*Ti va di accompagnarmi dalla ginecologa oggi pomeriggio?*
Mordo l'interno della guancia, sapendo già la sua risposta e mi costringo a non pentirmi.
Avrei voluto passare un momento importante come questo sola: con la scusa della scivolata di ieri voglio spiare i gemelli, non vedo l'ora di vedere come si muovono, ma soprattutto desidero sentire il battito del loro cuoricino.
Al solo pensiero mi viene la pelle d'oca.
*Certo!*-la sua risposta mi mette ancora più ansia: John è il mio migliore amico e sapeva della cena di ieri.
Sicuramente mi chiederà sull'andamento della serata e sarò costretta a raccontargli ciò che è successo.
Abbandono il telefono sul ripiano della cucina, per poi pensare a cosa cucinare.
Avrei voluto un bel risotto ai frutti di mare, ma Giulietta odia il riso, quindi opto per una semplice Michigan pasty e Corndog fritti, come piace a Giulietta... e alle susine dentro la mia pancia.
I pasti americani sono diventati di nuovo tra i miei preferiti, per il troppo grasso che li caratterizza.
Vado in cerca della carne e delle patate, mentre dò un'occhiata al di là della cucina ogni tanto.
Si è attaccato alle mie labbra senza che potessi riuscire ad allontanarlo prima: mi sono sentita paralizzata sotto il suo corpo e ritorno a spaventarmi che la scena di poco fa possa ripetersi.
Lo guardo alzarsi con la coda dell'occhio, quindi faccio finta di nulla e prego tutti gli dèi del cielo che non venga nella mia direzione, ma le mie preghiere non vengono sentite e il rumore dei suoi passi si fa più vicino, facendomi capire che si trova alle mie spalle.
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Sei Mia, Ragazzina! 1 || ©Tutti i Diritti Riservati
ChickLit√ COMPLETA «Ho sempre odiato la violenza, ma vedendo Alex nei panni di un uomo minaccioso, con i muscoli irrigiditi per dare colpi pesanti al suo avversario e le scapole in rilievo dalla sua schiena possente, con la pelle illuminata dalle gocce d...