«Okay.»-mi limito ad annuire, non volendo sapere altro.
«Ehm, va bene, ne parleremo un'altra volta, comunque la cena è pronta.»-vorrei dirgli che non ho fame, ma un odore fantastico mi invade le narici e fa venire l'acquolina in bocca.
Mi alzo dal divano, per poi seguirlo nella sua graziosa cucina.
Chissà perché Alex è venuto e cosa ha fatto,e perché se n'è andato.
Gioco con il cucchiaio, mentre aspetto che il risotto si raffreddi, senza mettermi ad aiutare John ad apparecchiare la tavola.
Mi immergo di nuovo nei pensieri ed evito di seguire il discorso del mio amico.
Non che mi dispiaccia passare del tempo con John, ma una parte di me in questo momento non vorrebbe davvero essere qui, ma vorrebbe sparire dalla faccia della terra, e ammetto a me stessa che un'altra piccola parte di me ora vorrebbe stare a casa, con Giulietta...e Alex.
Pensando a quest ultimo sento la nausea ritornare a darmi fastidio:
«Non ti piace? Se vuoi...»-lo interrompo.
«No, anzi!»-mi affretto a sgozzarmi con tutto quello che trovo davanti, provando a non pensare ad Alex per un momento.
Eppure la mia testa oggi non vuole avere pietà di me: senza scambiare una parola con John raggiungo il bagno, mentre lui si limita a guardarmi di sottecchi.
Chiudo la porta alle mie spalle, per poi affrettarmi a piegarmi sul lavandino: guardo la mia immagine riflessa, cercando di capire perché quella donna è più bella di me secondo Alex, ma non ci metto molto a darmi una risposta.
Sembrava uscita da Mode, era bella anche per il modo in cui respirava e trasudava sesso da tutte le parti.
Io, invece, non so cosa siano i trucchi, a trent'anni quasi raggiunti: osservo le mie occhiaie profonde e il mio viso pallido, mentre provo l'istinto di ridurre a mille pezzi lo specchio di fronte a me.
Ho voglia di piangere di nuovo per quanto Alex mi abbia distrutta, ma sento di aver finito le lacrime.
Abbasso la testa, per poi rinfrescarmi con una sciacquata sugli occhi: mi affretto ad asciugarli, quando sento la voce di John fuori dalla porta del bagno.
«Clara, tutto bene?»
«Si...»-rispondo con una voce fievole, nell'esatto momento in cui spalanco la porta.
«Annarita ti sta chiamando...»-indica il mio telefono, ma non faccio in tempo a prenderglielo di mano, che ritorno indietro a passo felpato per inginocchiarmi sul water: sento risalire in gola tutto ciò che ho appena mangiato, per poi liberarmi di tutto quel peso.
Mi libero di tutto ciò che ho passato durante questa giornata, di Catherine, di Alex e delle sue stronzate.
«Cucciola...»-John si avvicina, impugnando i miei capelli al retro del mio collo, per poi accarezzarmi la schiena.
Sento la gola bruciare, ma fa meno male di quello che provo dentro di me.
Gemo, cercando di prendere una boccata d'aria, per poi alzare la testa rilassata in cerca di a qualcosa con cui pulirmi:
«Ti porto dello scottex!»-esce velocemente dal bagno, mentre lentamente mi rialzo e ritorno di fronte allo specchio, lavando di nuovo il viso.
«Tutto bene?»-poggia lo scottex sul comò affianco alla porta, notando che non mi è più utile.
«Sì... vomito sempre per l'ansia.»-cerco di spiegargli, leggermente imbarazzata di aver vomitato di fronte al mio migliore amico,a nche se a lavoro vede anche cose peggiori.
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Sei Mia, Ragazzina! 1 || ©Tutti i Diritti Riservati
ChickLit√ COMPLETA «Ho sempre odiato la violenza, ma vedendo Alex nei panni di un uomo minaccioso, con i muscoli irrigiditi per dare colpi pesanti al suo avversario e le scapole in rilievo dalla sua schiena possente, con la pelle illuminata dalle gocce d...