Capitolo 44

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Non mi ricordavo il busto di Alex così duro al contatto con la mia pelle, mentre il suo braccio circonda il mio petto e mi attira a lui, stringendomi i seni tra i muscoli.

«Ci sei andato sotto con il boxe.»-lo lascio abbracciarmi, mentre il suo corpo emana calore sotto le coperte già pesanti.

«Solo per te.»-posso immaginare la sua espressione divertita, ma non mi volto dalla sua parte e chiudo gli occhi, quando lascia un bacio tra i miei capelli.

Abbiamo così tante cose da dirci, eppure stiamo parlando del suo corpo perfetto: ho molte domande da porgli e Alex mi deve delle risposte, ma nessuno dei due ha voglia di rovinare un momento paradisiaco come questo.

Mi sembra siano passati secoli dall'ultima volta che ci siamo addormentati sullo stesso letto, ma ora finalmente siamo soli: ci siamo solo io, Alex e i gemelli, nella nostra casa.

Porto il labbro inferiore tra i denti e trattengo un sorriso, avvicinandomi a lui il più possibile per farmi coccolare come una bambina.

Ritorno a sentirmi protetta da lui come ai vecchi tempi, quando mi piaceva l'idea di essere infantile e inesperta, perché solo così mi poteva vedere come la sua piccola.

Più felice che mai mi muovo dal mio posto e porgo il busto in avanti per afferrare il felpone di Alex, anche se involontariamente avvicino il mio fondoschiena alla sua intimità, per poi sentirlo sospirare pesantemente:

«A me non dispiace riprendere.»-ride, facendomi arrossire, per poi imitarmi  e avvicinarsi alla mia schiena con le labbra.

I brividi ritornano a dominare le mia spina dorsale quando morde un punto della mia scapola, facendomi urlare improvvisamente:

«Alex!»-mi volto dalla sua parte, ridendo vicino alle sue labbra, per poi lasciarci un bacio veloce e allontanarmi di nuovo, con la sua maglia ancora in mano e ormai inginocchiata sul letto.

Si alza sul letto, fino a superarmi in altezza, per poi afferrarmi per il gomito e spingermi verso di lui,  mentre si lascia cadere di spalle dalla parte opposta del letto: mi ritrovo con i gomiti sul suo petto e la mia intimità nuda sulla sua gamba.

«Ti amo anch'io.»-dice all'improvviso, poggiando il palmo della mano nella parte bassa della mia schiena, per poi iniziare a disegnare con il pollice dei cerchi immaginari.

Dice quelle parole in un modo così naturale e inaspettato che il mio battito aumenta all'impazzata, mentre porto entrambe le mani ai lati del suo collo, macchiato dall'inchiostro nero a me assai famigliare.

«Davvero?»-sussurro, continuando a guardarlo negli occhi, come se volessi avere la certezza, da parte sua, di qualcosa su cui sono sicura a prescindere.

Aggrotta la fronte e assume un cipiglio, quasi offeso dalle mie parole:

«Perchè lo chiedi?»-sembra davvero colpito dalla mia domanda, il che mi porta a pentirmi di aver reagito in quel modo.

«Perchè...»-cerco di trovare le parole giuste per esprimere ciò che penso senza ferirlo: ho dubitato più volte dei suoi sentimenti nei miei confronti, ma solo perché talvolta sembra allontanarsi da me e dimenticarsi della mia esistenza.

Mo ora capisco che Alex ha un modo tutto suo per mostrare che ci tiene a me: ogni volta che litighiamo i suoi occhi cambiano colore, diventando più scuri; quando gli dico di uscire con un essere che non è una donna, mi chiede vita, morte e miracoli per accertarsi che si tratti solo di un vecchio con la prostatite, e per motivi di lavoro soltanto, altrimenti diventa geloso e va fuori di testa; accetta di fare un passo in avanti nella nostra relazione solo nel momento in cui pensa di rischiare di perdermi.

Sei Mia, Ragazzina!  1  || ©Tutti i Diritti RiservatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora