Lo lascio accarezzarmi il braccio, mentre ritorna a guardarmi negli occhi, facendomi perdere un battito.
Finalmente porta l'attenzione sulle mie labbra, ma sembra non voler fare la prima mossa per farmi spazientire: vorrei non dargli la possibilità di vincere, ma la sua bocca è così invitante che avvicino la punta del naso alla sua, per poi incollarmi alle sue labbra e invitarlo a farmi sentire il suo sapore, sollecitando con la punta della lingua l'angolo della sua bocca, lo stesso che subito dopo alza malizioso.
Non tarda ad accontentarmi e riempire la mia bocca con la sua lingua: aggrotto la fronte, gemendo per aver notato solo ora quanto mi è mancato.
Stringo i suoi capelli tra le mani per il piacere, ma il mio gesto sembra eccitarlo, infatti sospira pesantemente contro le mie narici.
Mi allontana di peso dalla porta, per poi cercare lo zip del vestito, mentre mi lascia in piedi sul pavimento.
Lo aiuto rapidamente, ma poi mi costringe a riportare le mani sui suoi capelli già disordinati, mentre abbassa lentamente il vestito, senza smettere di guardarmi.
La mia pelle è esposta completamente ai suoi occhi, e sembra non far caso al mio ventre, il che mi fa credere alle parole di John.
Forse Alex non si sta solo giustificando, forse davvero dice la verità, ma anche se mi stesse mentendo, in questo momento non troverei mai il coraggio di ritornare indietro.
Continuo a mentire a me stessa che un giorno riuscirò a dimenticarlo e ad andare avanti senza di lui, ma le verità è che sono drogata di Alex.
L'ho amato a impazzire anche quando credevo di essere stata tradita da lui e l'ho lasciato andare tra le braccia di Catherine, senza parlare chiaramente con Alex.
Ho frainteso tutto e mi sono pianta addosso solo per colpa della mia impulsività, ma infondo è sempre stato così con lui.
Quando si tratta di Alex smetto di ragionare e penso subito al peggio: l'ho insultato, evitato e incolpato per qualcosa che non ha mai fatto!
Non avrei dovuto credere a Catherine e non avrei dovuto credergli da ubriaco.
«Aspetta...»-i miei pensieri hanno di nuovo la meglio e i dubbi ritornano a tormentarmi, mentre alza le braccia per togliersi la maglia.
Dimentico la domanda che avevo intenzione di porgli, mentre i miei occhi si illuminano nel fissare il famigliare inchiostro nero che risale fino al suo collo.
«Cosa?»-sussurra con una voce roca.
Solo nel vederlo così affamato, il mio petto fa su e giù e non riesco a respirare abbastanza ossigeno per colpa delle sue mani che ritornano a poggiarsi sotto il mio fondoschiena: allaccio le gambe intorno al suo bacino, mentre la mia intimità si scontra con la durezza dei suoi addominali.
Alza il mento, aspettando una risposta da parte mia, ma non posso fare a meno di mordere il labbro inferiore e sussurrare:
«Ti amo.»-per poi vederlo sfoggiare entrambe le fossette ai lati della bocca.
«Lo so.»-dice con orgoglio, mentre continuo a fissare una fossetta: non riesco di nuovo a resistere e dò un bacio veloce proprio in quel punto della guancia, facendo allargare il suo sorriso.
Mi fiondo sulla sua bocca, senza lasciarlo dire altro, per poi spingere leggermente il bacino contro la sua pelle nuda: attorciglia le labbra intorno alle mie come solo lui sa fare, mentre si incammina verso il letto.
Inclina il busto, facendo aderire la mia schiena delicatamente al materasso e si posiziona tra le mie gambe, che allarga per farsi spazio e abbassare la sua intimità sulla mia, mentre la sua bocca non smette di lasciare scie umidi lungo il mio collo:
«Non tutti hanno capito che sei mia...»-dice con un tono roco e basso, ma non trovo le forze di abbassare la testa per incontrare i suoi occhi, mentre muove le labbra contro la mia clavicola: capisco il significato delle sue parole quando sento i suoi denti afferrare delicatamente la mia pelle, il che mi porta a lasciare un silenzioso gemito, strozzato dal suono che esce dalla sua bocca quando, involontariamente, affondo le unghia nei muscoli del suo braccio.
«Mia madre e Clelia potrebbero notarlo.»-uso quel poco di lucidità che mi rimane per provare a convincerlo:
«Al diavolo!»-continua a mordermi, baciarmi e farmi toccare il cielo con un dito per dei semplici baci sul collo, ma mi rendo conto di non aver ancora provato nulla quando scende con la bocca allo spazio tra i seni.
Avvampo dalla testa ai piedi e un forte desiderio al ventre mi fa inarcare la schiena, avvicinando, senza volerlo, il mio petto alle sue labbra.
Alza gli occhi per guardarmi, quasi volendo memorizzare il modo in cui godo grazie a lui per un piccolo tocco da parte sua.
Raggiunge con due dita il reggiseno e, senza toglierlo, spinge la mano sotto l'intimo, accarezzandomi delicatamente: mi sento così sporca, ma allo stesso tempo pulita e ingenua sotto il suo sguardo attento.
Passo la mano dal suo bicipite ai suoi capelli, che iniziano a solleticare la mia pancia, mentre Alex continua a torturarmi, mordendo la mia pelle come se in questo modo potesse entrarne in pieno possesso, anche se è già consapevole del fatto che appartengo a lui e a nessun altro.
Spalanco la bocca, ma mi affretto a prendere il labbro inferiore tra i denti per non gemere forte, quando sento la parte superiore della mia intimità, ancora per poco coperta, essere baciata dalla sua bocca: lascio i suoi capelli e vado in cerca di qualcosa da stringere tra le dita per non urlare di piacere, quindi mi accontento di un pezzo di coperta che che attorciglio in un pugno.
«Alex...»-la mia voce strozzata sembra quasi implorarlo a non continuare a torturarmi e lasciare immediatamente il suo segno sulla mia intimità.
«Cosa vuoi?»- chiede con un tono così seducente che potrei accontentarmi per venire sotto i suoi occhi furbi: mi guarda senza malizia, anzi, quasi con tenerezza, mentre alza l'angolo destro della bocca e mi fissa, per poi afferrare il tessuto delle mutande ,nella parte che copre il mio sesso, tra l'indice e il medio e sfilare lentamente l'intimo lungo le mie cosce.
Sono completamente nuda e ubriacata sotto le sue braccia, cosa che avevo promesso a me stessa non sarebbe successo mai più.
Non ho mantenuto la promessa, ma ne è valsa la pena...
«Baciami, ti prego!»-lo supplico, mentre i suoi occhi si illuminano e, senza pensarci due volte, abbassa gli occhi, guardandomi.
Mi preparo a gridare il suo nome quando mi sento attraversare dal calore della sua lingua: i miei gemiti sono seguiti dai suoi, mentre fletto le gambe per il piacere.
Gemo per ogni singolo giorno che ho passato senza di lui e mi abbandono ad Alex per tutte le volte che ho pensato a lui come un traditore spietato.
In una giornata Alex è passato dall'essere l'uomo dei miei incubi al mio uomo: l'ho odiato e amato di nuovo, più volte dal giorno in cui ha iniziato ad attirare la mia attenzione, ma non l'ho mai amato come lo amo ora, mentre entra in me con dei movimenti veloci, ma delicati, come se sapesse dell'esistenza dei gemelli e temesse far loro del male.
Lo amo nel momento in cui mi fa venire, aiutandomi a svuotarmi di tutto il male che ho dovuto sopportare per colpa di Catherine, perché ora ho la certezza che non avrà mai occhi per lei, ma solo per me, a prescindere dalle mie felpe larghe e disgustose, dal perfetto corpo di Catherine, e dalla poca esperienza che ho a letto.
Lui mi ama, anche se non me lo rinfaccia spesso, e mi basta per poter dimenticare i suoi vizi e i due mesi di tortura che ho passato, perché Alex è diventato una dannata medicina.
Il libro è disponibile su Kindle Unlimited e Amazon!!
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Sei Mia, Ragazzina! 1 || ©Tutti i Diritti Riservati
ChickLit√ COMPLETA «Ho sempre odiato la violenza, ma vedendo Alex nei panni di un uomo minaccioso, con i muscoli irrigiditi per dare colpi pesanti al suo avversario e le scapole in rilievo dalla sua schiena possente, con la pelle illuminata dalle gocce d...